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La voce della Politica
| Andreatta.Potenza e i suoi beni culturali: il “bene nostro” |
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13/05/2019 | “Il patrimonio culturale di Potenza può essere tutelato e valorizzato solo con il pieno coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni del terzo settore, delle fondazioni, delle società e dei singoli professionisti dei beni culturali, nel quadro di un'azione pubblica coordinata di visione, indirizzo, valutazione e monitoraggio della qualità dei progetti e dei soggetti proponenti”.
È quanto fa sapere Bianca Andretta, candidata Sindaca alle prossime elezioni Amministrative del 26 maggio, per il Comune di Potenza.
“I beni culturali, se appartenenti di fatto alle comunità locali, possono tradursi nell'inclusione sociale, nella creazione di occasioni di lavoro qualificato e di promozione di forme di economia sana, pulita e sostenibile, di promozione sociale. È auspicabile un sempre maggiore rapporto di collaborazione tra l'Amministrazione Comunale con il mondo della Scuola e dell'Università e con le strutture periferiche del MiBAC, in particolare le soprintendenze, i poli museali e i musei, riconoscendo come fondamentale il loro ruolo nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Il Comune di Potenza potrà inserirsi in una rete nazionale costituita dai soggetti impegnati nella gestione dal basso del patrimonio culturale, in cui poter coinvolgere il maggior numero possibile di realtà, per generare una nuova narrazione fatta da scambio e condivisione di buone prassi, esperienze da mettere a fattor comune. Un disegno, questo, che non può non essere “di sistema”, e pertanto deve comprendere Università, imprese, Fondazioni e Associazioni impegnate nel campo della cultura e dell'ambiente, organizzazioni politiche e sindacali, cittadini”, ha affermato Andretta.
“In questo modo – continua la candidata sindaca - siti e monumenti archeologici, piccoli musei, chiese, palazzi storici potranno essere recuperati, curati, gestiti con competenza e passione, organizzando visite guidate, laboratori per i bambini, conferenze, spettacoli teatrali e musicali, mostre e un'infinità di altre iniziative prodotte dalla creatività dei vari soggetti coinvolti, generando occasioni di lavoro che creano indotto, ma che soprattutto costruiscono giorno per giorno quelle 'comunità di patrimonio' di cui parla la Convenzione di Faro”, ha precisato Andretta.
“Non partiamo da zero: in questa stessa direzione va il progetto Via delle Meraviglie. Identità e reti di integrazione della Basilicata interna, di cui Potenza è il Comune capofila di un’associazione composta da 43 comuni, e che si propone di riconoscere nel giacimento di risorse culturali dell’ambito territoriale di riferimento una comunità di cittadinanza temporanea per la creazione di un’inedita proposta integrata esperienziale di offerta turistica. Questo progetto, finanziato nell’ambito del Piano di Azione Coesione 2007-2013 è stato realizzato anche grazie all’impegno che abbiamo profuso in IV commissione, di cui sono stata presidente nell’amministrazione uscente, in collaborazione con il Segretariato Regionale del MIBAC(T), seguendo la mission sul turismo culturale del Ministero. In questa direzione va la Convenzione sottoscritta tra Comune di Potenza e Soprintendenza APAB per la gestione della Villa romana di Malvaccaro ma anche il Protocollo d’intesa tra Università “La Sapienza”, Provincia e Soprintendenza ABAP per un progetto di studio dell’assetto urbanistico e monumentale in età romana e medievale della città di Potentia e le evidenze pre-protostoriche presenti nell’Ager Potentinus a cui il Comune può offrire il suo sostegno, seguendo esempi di comuni virtuosi, soprattutto del nord-Italia”.
“Questo si ricollega anche al concetto di pianificazione territoriale ed al nuovo valore che assume il Paesaggio ai sensi del Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici, risalente ormai al 2004 – ha aggiunto Andretta - Si sa che sulla tutela paesaggistica, sul consumo di suolo, sulla pianificazione territoriale si giocano partite importanti, con forti pressioni da parte dei grandi interessi economici. È in gioco qualcosa di più importante, che tocca l'essenza più profonda del nostro Paese, se il paesaggio e i beni culturali sono stati posti tra i principi fondamentali della nostra carta d'Identità nazionale”.
“È altrettanto importante, però, ricordare che conoscere implica una responsabilità. La tutela stessa e la conservazione del patrimonio, nel rispetto delle reciproche competenze e nella leale collaborazione tra comunità, Enti ed Istituzioni, devono divenire un obiettivo condiviso per raggiungere il quale necessitano non solo gli eventi, ma anche un diverso impegno politico, che non può esaurirsi in iniziative, benché pregevoli, come mostre e convegni. Amare la propria città significa conoscerne il passato, studiarlo, secondo il significato originario della parola studium: amore, passione, zelo e dedizione”, ha concluso Andretta.
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