|
Regione Basilicata: Ue sblocca 30 mln |
---|
13/06/2013 |
| Circa 30 milioni di euro di quota comunitaria relativi alla programmazione Po Fse 2007-20013 saranno assegnati già nei prossimi giorni alla Regione Basilicata. Lo ha reso noto oggi Nicolas Gibert-Morin, capo Unità della Commissione Europea – Direzione Generale Occupazione, intervenendo a Matera al Comitato di Sorveglianza del Po Fse Basilicata che ha tracciato un bilancio dei risultati sin qui ottenuti e si è soffermato sulla futura programmazione. Morin ha sottolineato che lo sblocco e la riapertura del flusso finanziario si rende possibile in virtù del buon lavoro svolto dalla Regione Basilicata che ha apportato le giuste misure correttive, risanando la situazione dal punto di vista della gestione e del controllo. Infatti il Dipartimento nazionale per lo Sviluppo e la Coesione Economica attesta che la media nazionale di spesa certificata sui Fondi Europei è pari al 40 %, mentre la Basilicata, al 31 maggio 2013, si attesta al 59 %.
Nel 2012 la programmazione si è concentrata principalmente sulla lotta alla disoccupazione, sull’integrazione socio lavorativa dei soggetti deboli, sugli interventi per l’adattabilità di imprese e lavoratori. Una grossa attenzione è andata anche alla realizzazione di specifiche attività di formazione finalizzate allo sviluppo della capacità di inserimento professionale.
Per fronteggiare la pesante fase recessiva, al 31 dicembre 2012, sono stati impegnati 231 milioni di euro pari al 71% della programmazione totale. Gli Assi rispetto ai quali si è registrata una capacità d’impegno più consistente sono quello dedicato all’accessibilità al mercato del lavoro (84%) e quello per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, andato addirittura in overbooking (101%). Le spese certificate alla Commissione Europea, a fine 2012, sono state di 173 milioni di euro. Un dato questo che consente il raggiungimento degli obiettivi di spesa.
Il Comitato ha preso in esame anche il quadro di principi e metodi da attuare per il nuovo ciclo di programmazione. Un documento sulla a logica di programmazione Fse 2014 -2020, realizzato con il supporto del Formez, ne fissa i capisaldi: competenze di base e successo formativo; creazione e sviluppo dell’occupazione; inclusione sociale attiva; strategie di innovazione; capacità amministrativa.
Partendo da questi obiettivi, attraverso un nuovo schema logico in linea con i più recenti Regolamenti comunitari, si giungerà alla vera fase di programmazione, basata sul confronto e l’esercizio della governance con i diversi soggetti di rappresentanza. Tali principi sono fra loro logicamente legati e faranno da sfondo alla definizione dei singoli obiettivi specifici e alla relativa allocazione delle risorse economiche, un compito questo che sarà affrontato nei prossimi mesi. Il documento, che va inteso come proposta di avvio del lavoro di programmazione, rappresenta quindi una base tecnica di riflessione costruita con un forte riferimento ai principi di integrazione, di concentrazione e finalizzazione d’uso delle risorse. Al di là dei suoi esiti immediati tale documento segna l’avvio di un nuovo metodo di lavoro finalizzato a garantire nel futuro, in sede di attuazione 2014-2020, una più forte capacità mirata di intervento.
Hanno preso parte, tra gli altri, alla riunione del Comitato di Sorveglianza: l’assessore Roberto Falotico, il direttore generale del Dipartimento Formazione, Cultura e Sport e Autorità di Gestione Liliana Santoro, il Capo Unità della Commissione Europea – Direzione Generale Occupazione Nicolas Gibert – Morin, il funzionario della Commissione europea per la Regione Basilicata, Egidio Campoli e il funzionario del Ministero del Lavoro Angela Altieri.
Tra gli argomenti all’ordine del giorno: l’approvazione del Rapporto Annuale di Esecuzione 2012 e lo stato di avanzamento del Programma Operativo nel 2012.
Al centro dell’attenzione anche una buona pratica sulla certificazione degli standard professionali, formativi e di attestazione delle competenze per la quale la Basilicata è una delle poche Regioni in Italia ad avere un sistema innovativo.
Fse, gli obiettivi raggiunti con la programmazione 2012
Sono circa 43mila i destinatari di operazioni finanziate dal Programma Operativo Fse nel periodo 2007 – 2013. Quasi la metà sono donne. Tra i beneficiari oltre il 50% sono nella fascia d’età tra 15 e 24 anni. In relazione ai titoli di studio si registra inoltre una netta prevalenza (69%) di persone che hanno conseguito il titolo di studio rilasciato dalla scuola dell’obbligo. Tra questi emerge inoltre una forte prevalenza di persone che non hanno mai lavorato pari al 53%.
Per quanto riguarda la programmazione 2012 queste le azioni più significative avviate in riferimento ai singoli Assi.
Asse I: formazione continua nelle imprese e apprendistato professionalizzante.
Asse II: avvisi pubblici per il microcredito; credito d’imposta per l’assunzione di lavoratori svantaggiati.
Asse III: interventi di inclusione sociale e lavorativa dei destinatari del Programma Copes per il contrasto delle condizioni di povertà; attivazione del Catalogo dei corsi di formazione per disabili; avviso pubblico per le donne riguardanti la conciliazione dei tempi di vita e lavoro e le condizioni di sfruttamento e violenza.
Asse IV: azioni per l’innalzamento della qualità del sistema regionale dell’istruzione; attivazione di percorsi di alternanza scuola lavoro per gli studenti delle scuole superiori; definizione del Catalogo regionale dell’Alta formazione; realizzazione di percorsi formativi per la creazione di impresa; sostegno all’alta formazione, attraverso il rilascio di voucher per la partecipazione a master post universitari e a scuole di specializzazione post laurea; sostegno a dottorandi di ricerca.
Asse V: finanziamento iniziative sulla mobilità transnazionale e interregionale per lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali; avviso pubblico per la presentazione di progetti per il rafforzamento della rete dei Centri per la Creatività della Basilicata.
|
CRONACA
SPORT
|
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
 |