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"Mio figlio ha bisogno di cure ma non in carcere" |
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14/11/2010 |
| «Dovete aiutare me e mio figlio». È una mamma disperata Maria Grazia Carriero, 61 anni, di Potenza. Non sa più a chi rivolgersi. E ha deciso di parlare con i giornali. «Voglio fare un appello», dice alla Gazzetta. Suo figlio si chiama Luca Labella, ha 42 anni, e da qualche tempo è detenuto nel carcere di Potenza. Per gli investigatori che l’hanno arrestato è uno spacciatore. Uno degli spacciatori storici di Potenza. Ma è anche un tossicodipendente.
«E ha bisogno di cure», dice la mamma di Luca. La sua condizione non sarebbe compatibile con la detenzione in carcere. Dice la mamma: «Voglio fare un appello ai giudici, al personale sanitario del carcere di Potenza e al direttore del carcere affinché vengano garantite a mio figlio le cure necessarie per le gravissime patologie di cui soffre e che pertanto venga ricoverato e curato nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Carlo di Potenza».
È preoccupata la mamma di Luca. E lo è ancora di più da quando ha saputo che suo figlio rischia di essere trasferito in un ospedale psichiatrico giudiziario, un istituto che, a metà degli anni settanta, ha sostituito i precedenti manicomi criminali. È questo che spaventa la mamma di Luca. «Mio figlio ha bisogno di cure, non certo di finire in un manicomio giudiziario di fuori regione. È questo che mi ha spinto a rivolgere l’appello ai giudici e alla loro coscienza».
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