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Senise: Monnezza su Monnezza

4/06/2010



di Maurizio Bolognetti

Ma quanti rifiuti producono i lucani? Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ISPRA, la produzione dei rifiuti in Basilicata è passata dalle 237.261 tonnellate del 2004 alle 228.215 del 2008. La produzione procapite è passata dai 398 kg del 2004 ai 386 del 2008. Siamo la regione italiana che fa registrare il più basso tasso di produzione procapite di rifiuti. Eppure, la piccola Basilicata in materia di trattamento dei rifiuti indossa una bella maglia nera. Produciamo poca spazzatura, ma siamo al terzultimo posto per quanto riguarda la raccolta differenziata, con una percentuale di poco superiore al 9 per cento. Il 73 per cento dei rifiuti finisce in discarica, la restante parte viene incenerita. Oggi parlare di ciclo dei rifiuti in Basilicata significa parlare del “Tour della monnezza” denunciato dalla Ola e di discariche che collassano e inquinano il nostro territorio. Si fa un gran parlare di raccolta differenziata, ma risulta evidente che la nostra regione continua a viaggiare sul pericoloso e poco virtuoso binario discarica/inceneritori. Poco virtuoso, ma di certo redditizio per qualcuno e anche utile per chi fa della nostra regione una meta per lo smaltimento illecito di rifiuti. Sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno ho letto di una nuova megadiscarica(300000 metri cubi di rifiuti speciali), che dovrebbe essere ubicata in quel di Senise, a pochi metri in linea d’aria dalla diga di Montecotugno. Verrebbe da chiedersi se sia una decisione saggia e assennata. La nuova discarica dovrebbe essere ubicata in prossimità della vecchia discarica comunale chiusa nel 2004 e, per quanto ne sappiamo, ancora in attesa di bonifica. Gioverà ricordare a coloro che hanno la memoria corta ed intermittente che nell’aprile del 2009 La Forestale riscontrò lungo il corso d’acqua denominato Fosso Palomara “un evidente stato d’inquinamento delle acque”. Gli agenti della Forestale verificarono che l’inquinamento era stato provocato dall’immissione di percolato proveniente dalla vecchia discarica di Senise. In base a quello che leggiamo sul sito del Corpo Forestale dello Stato, “il liquido inquinante” aveva raggiunto anche la diga di Montecotugno. La discarica fu sottoposta a sequestro e i responsabili furono denunciati alla Procura di Lagonegro. Di certo, quello di Senise non è l’unico caso di inquinamento provocato da discariche in Basilicata. Buona parte delle nostre discariche è stata costruita con uno scarso livello di impermeabilizzazione, senza un sistema di collettamento e recupero energetico biogas e senza gran parte degli accorgimenti che impediscono la contaminazione con le matrici ambientali a contatto. Il 5 per cento di royalty garantite al comune di Senise per l’ubicazione della nuova discarica è l’ennesimo insulto ad uno dei territori più poveri della nostra regione. Niente raccolta differenziata, niente turismo, niente sviluppo, ma in compenso un futuro a base di monnezza garantito per le future generazioni. L’impianto che dovrebbe sorgere a Senise, per quantità ed ubicazione, è incompatibile con il territorio e l’ambiente che dovrebbe accoglierlo. Vado sempre più convincendomi che in Basilicata attorno alla questione rifiuti ruotano interessi inconfessabili. E’ davvero giunta l’ora di spingere l’acceleratore per innescare un ciclo virtuoso nel trattamento dei rifiuti. Non dobbiamo e non possiamo farci stritolare dai due monopoli che nel corso degli anni hanno sabotato la raccolta differenziata, quello “arcaico” dei clan delle discariche, che da sempre inquinano terreni, e quello “tecnologico” delle lobby degli inceneritori, che eliminano le discariche, ma inquinano l’aria con micidiali emissioni, furani e polveri sottili.




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