La recente sentenza della Corte Costituzionale del 22 maggio 2025 segna un passaggio storico nel riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali, dichiarando incostituzionale il divieto per la madre intenzionale di riconoscere il figlio nato da PMA praticata all’estero. Una decisione che dà piena legittimità a quanto già affermato cinque anni fa dal Comune di Filiano, pioniere nel tutelare il diritto dei minori a una genitorialità riconosciuta e stabile. Di seguito il comunicato del sindaco di Filiano.
La Corte Costituzionale, con la storica sentenza del 22 maggio 2025, ha dichiarato l’incostituzionalità del divieto per la madre intenzionale di riconoscere come proprio il figlio nato tramite procreazione medicalmente assistita (PMA) praticata all’estero. Una pronuncia che conferma un principio che il Comune di Filiano ha avuto il coraggio di affermare già cinque anni fa: il diritto del bambino a un riconoscimento giuridico pieno e stabile sin dalla nascita, anche in presenza di due genitori dello stesso sesso.
Nel maggio 2020, con il Decreto Sindacale n. 2 del 20.05.2020, il Comune di Filiano aveva disposto l’iscrizione nei registri dello stato civile di atti di nascita con due madri o due padri, nei casi di minori nati in Italia a seguito di tecniche di PMA eterologa praticate all’estero. Il provvedimento – redatto e attuato con il supporto tecnico-giuridico del Segretario comunale Giovanni Conte – rappresentò un atto concreto di tutela dell’interesse superiore del minore e un esempio di amministrazione attenta ai diritti.
"Lo facemmo allora – dichiara il Sindaco di Filiano Francesco Santoro – con senso di responsabilità istituzionale, pur in assenza di un quadro normativo nazionale chiaro. Con quel decreto volevamo affermare che le famiglie esistono anche oltre gli schemi giuridici e che ogni bambino ha diritto a essere riconosciuto come figlio di entrambi i genitori che hanno scelto di amarlo e crescerlo". Anche il Segretario comunale, Giovanni Conte, che ha curato la redazione del decreto del 2020 commenta la decisione della Consulta: "È una svolta epocale per le madri di figli nati in Italia dopo una procreazione assistita all’estero. D’ora in poi, non solo la madre biologica, ma anche la madre intenzionale potrà riconoscere legalmente il figlio, se ha condiviso il progetto genitoriale e la responsabilità della sua crescita. Si tratta di un passo fondamentale verso l’uguaglianza e la tutela dei diritti dei minori".
La Corte Costituzionale ha infatti ribadito che il mancato riconoscimento della doppia genitorialità nei casi di PMA viola gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione, ledendo i diritti fondamentali dei bambini. Il Decreto Sindacale n. 2/2020 del Comune di Filiano anticipava esattamente questa visione, applicando in modo innovativo il combinato disposto degli articoli 8 e 9 della Legge 40/2004, fondando lo status di figlio sull’intenzionalità del progetto genitoriale. "Oggi possiamo affermarlo con orgoglio – conclude il Sindaco Santoro – Filiano ha precorso i tempi e offerto un esempio di buona amministrazione, sensibile, coraggiosa e rispettosa dei diritti. La Consulta ci dà ragione: la tutela dell’identità familiare dei bambini deve venire prima di tutto".