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Basilicata, sconto benzina: il governo dice si

22/01/2009



Benzina meno cara per i lucani. La speranza del «popolo del petrolio» comincia ad assumere i contorni di un risultato concreto. Il governo nazionale, infatti, ha recepito un emendamento in Senato sulla materia energetica che istituisce un fondo grazie al quale sarà ridotto il prezzo alla pompa del costo del gas e del carburante nelle regioni interessate dall’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Il meccanismo è semplice: il fondo sarà alimentato da un incremento dal 7 al 10 per cento del canone che le società petrolifere pagano allo Stato in cambio della concessione per estrarre il greggio. Quel 3 per cento in più servirà proprio a garantire gli sconti. La dotazione finanziaria, inoltre, potrà crescere anche su iniziativa dei titolari delle concessioni che avranno facoltà di disporre «erogazioni liberali».

Cosa significa? Invece di finanziare spot, iniziative e manifestazioni, le società potrebbero optare per incrementare il fondo, contribuendo così ad abbattere ancora di più il costo della benzina.


Il provvedimento nasce sulla scia di roventi polemiche scoppiate all’indomani della decisione di assicurare sconti su benzina e gasolio per i lombardi «di confine» (25 centesimi in meno al litro alla pompa). Si trattava, dal punto di vista dei lucani, di una vera e propria discriminazione.


Ma si sbaglia chi pensa che, una volta ottenuto il risultato, i politici la smettano di litigare. Sulla paternità dell’azione per ottenere lo sconto sulla benzina, infatti, si è scatenato un putiferio: da una parte i parlamentari del Pdl, Guido Viceconte, Cosimo Latronico, Vincenzo Taddei, Egidio Digilio, Giuseppe Moles e Donato Lamorte, che rivendicano la «battaglia» e l’idea del fondo pro-sconti (Taddei e Viceconte, in particolare, presentarono nel 2007 al Senato un «ddl» che chiedeva la riduzione delle accise); dall’altra i parlamentari del Pd, Filippo Bubbico, Luciana Sbarbati, Maria Antezza e Carlo Chiurazzi, che segnalano l’approvazione di un emendamento all’art. 2 della legge sul federalismo fiscale, di cui primo firmatario è il sen. Bubbico, sulla base del quale viene disposta la riduzione delle accise sulla benzina, sul gasolio e sul gas utilizzati dai cittadini residenti nelle aree interessate dalle concessioni di coltivazione petrolifera. Emendamento che, come sottolinea lo stesso Bubbico, è stato firmato anche dai senatori del Pdl Latronico, Viceconte e Mazzaracchio dopo che il ministro Calderoni ha espresso in aula il parere favorevole del governo.

«Nella legge sul federalismo - spiega il parlamentare lucano - si è affermato il principio del federalismo delle risorse naturali e sul beneficio che deve essere garantito a cittadini e imprese nei territori dove esse si producono. Di fatto - prosegue Bubbico che dà atto ai senatori Viceconte, Latronico e Mazzaracchio di aver sostenuto con impegno l’iniziativa del Pd - questo atto evita che l’intera questione degli sconti alla benzina venga impugnata dall’Unione europea, com’è già accaduto per il Friuli. E poi - conclude - anche in assenza di un provvedimento da parte del governo, la Regione potrebbe invocare gli sconti proprio facendo leva sul principio fissato nel federalismo».

Nell’evidenziare che «dopo anni di dimenticanza dei governi di centrosinistra nazionali e regionali, solo grazie all'iniziativa del governo Berlusconi si iniziano a garantire benefici diretti alle famiglie lucane per il contributo che danno al Paese in materia energetica», i senatori del Pdl, Guido Viceconte e Cosimo Latronico, accusano il loro collega Bubbico di «aver alterato la realtà.

Il Senato non ha approvato alcuna riduzione delle accise sul petrolio nei principi della legge delega sul federalismo. In quel testo ha invece stabilito solo di valutare la modulazione delle accise nei territori di estrazione». Rincara la dose il sen. Viceconte: «Il Pdl, fin dai tempi del governo Prodi, ha portato avanti una battaglia sulla riduzione del prezzo della benzina. Siamo stati sbeffeggiati. Vorrei ricordare che Bubbico, tre anni e mezzo fa, chiese le mie dimissioni se non avessi mantenuto le promesse. E nonostante l’impegno diretto di Berlusconi su questo tema, in Basilicata, da parte del governo regionale e di certa stampa lucana, si definiva velleitario il nostro impegno. Oggi - conclude il sen. Viceconte - assistiamo al tentativo maldestro di un rappresentante del Pd, verso il quale nutro stima ma che mi ha deluso, di falsificare la realtà».


In mezzo a questa «contesa» la domanda del signor Rossi non è sulla paternità dell’azione, ma sui riflessi: quando effettivamente la benzina costerà di meno in Basilicata? Nella migliore delle ipotesi se ne parlerà in estate.


Massimo Brancati
La Gazzetta del Mezzogiorno



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