|
Quota 100: finora sono 123 le domande in Basilicata |
---|
1/02/2019 |
| Sono 123 le domande di pensionamento con la cosiddetta “Quota 100” presentate al 31 gennaio in Basilicata su un totale di 1.519 domande arrivate all'INPS fino ad oggi. In provincia di Potenza sono 76, mentre in quella di Matera 47. In Basilicata ci sono state più domande rispetto ad Umbria, Trentino, Molise e Valle D'Aosta. Il numero più elevato di domande è stato fatto nel Lazio con ben 1409. Il dato conferma che le maggiori domande sono state fatte nelle regioni che hanno una grande città metropolitana, come Lazio, Lombardia e Campania dove sono presenti le tre città più grandi di Italia. L'eccezione è rappresentata dalla Sicilia che risulta essere al secondo posto a numero di domande nonostante Palermo risulti la quinta città di Italia.
Che cosa è Quota 100? È la nuova disposizione per il pensionamento anticipato con un’età minima di 62 anni e 38 anni di contributi.
Nello specifico, è l’articolo 14 - composto da 10 commi - in cui vengono regolamentati gli aspetti generali di questa nuova misura per agevolare il pensionamento. Nel dettaglio, nei singoli commi viene specificato che:
I) Per il triennio 2019-2021 (confermata quindi la fase sperimentale triennale) gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima - gestite dall’Inps - nonché dalla gestione separata possono andare in pensione con un’età pari o superiore a 62 anni e con 38 anni di contribuzione (sono validi tutti i tipi di contributi).
II) Ai fini del conseguimento dei 38 anni di contributi gli iscritti a due o più gestioni previdenziali (che non siano già titolari di un trattamento previdenziale a carico di una delle gestioni) possono richiedere il cumulo dei contributi.
III) La pensione Quota 100 non è cumulabile con il reddito da lavoro. Quindi dal momento in cui vi è il collocamento in quiescenza e fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, non si può riprendere a lavorare. Il divieto non vale per le prestazioni occasionali, rispettando però il limite complessivo dei 5.000€ lordi annui.
IV) Chi ha maturato i requisiti per Quota 100 entro il 31 dicembre 2018 può andare in pensione dal 1° aprile 2019.
V) Chi matura i requisiti per Quota 100 dal 1° gennaio 2019, invece, consegue il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dopo 3 mesi.
VI) In questo comma vengono specificate le regole differenti previste per i dipendenti pubblici che ricorrono a Quota 100. Vista la specificità del rapporto d’impiego nella Pubblica Amministrazione, infatti, viene stabilito che coloro che maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018 conseguono il diritto alla pensione a partire da luglio 2019. I dipendenti pubblici che maturano i requisiti dal 1° aprile, invece, devono attendere 6 mesi per conseguire il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico. Inoltre, la domanda di pensionamento va presentata - all’amministrazione di appartenenza - con almeno 6 mesi di anticipo, mentre, eccezionalmente per quest’anno, il termine per il personale scuola è fissato al 28 febbraio. Il decreto poi solleva dalla risoluzione obbligatoria del rapporto di lavoro le amministrazioni pubbliche nei confronti di quei dipendenti che hanno maturato i requisiti per Quota 100; insomma, a decidere se accedere o no a questa misura può essere solamente il dipendente stesso, senza alcuna costrizione da parte dell’amministrazione di appartenenza.
Infine, il decreto specifica che non possono ricorrere a Quota 100 coloro che già hanno intrapreso un programma di esodo volontario, come ad esempio l’isopensione.
lasiritide.it
Quota 100: domande telematiche nelle varie regioni
Lazio 1409
Sicilia 1300
Lombardia 1130
Campania 1121
Puglia 775
Toscana 635
Veneto 579
Piemonte 507
Emilia Romagna 506
Sardegna 450
Abruzzo 427
Calabria 412
Marche 332
Liguria 285
Friuli Venezia Giulia 199
Basilicata 123
Umbria 118
Trentino Alto adice 100
Molise 90
Valle D'Aosta 21 |
CRONACA
SPORT
|
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
 |