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Pollino e 'centrali': tra zps, proroghe e deroghe |
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19/06/2017 |
| Sta facendo molto discutere la realizzazione di una centrale idroelettrica della potenza di quasi 1 MW (987 KW) sul torrente Frido, proprio nel cuore del Parco Nazionale del Pollino e in agro dei Comuni di Chiaromonte (dove dovrebbe sorgere), Viggianello e San Severino Lucano (interessati dalla captazione delle acque). Gli ambientalisti contestano fortemente questa iniziativa perché convinti che possa costituire un serio pericolo per l'ecosistema che la circonda. Anche la Federazione Italiana Pesca, proprio su Lasiritide, citando «il divieto stabilito dal piano del Parco di qualsiasi captazione idrica nel proprio territorio», ha espresso forti perplessità circa l'implementazione di questo progetto. Ribadite anche da esperti come l'ingegner Ferrante De Benedictis. Valutazioni cui bisogna aggiungere la classificazione del sito dell'intervento, che ricade nella zps "Massiccio del Monte Pollino e Monte Alpi". Già, una zona a protezione speciale. Queste considerazioni ci consentono di fare un primo parallelismo con la situazione della centrale del Mercure (il cui reale impatto è chiaramente molto diverso). Innanzitutto, ci accorgiamo che nel Parco Nazionale del Pollino le centrali hanno la capacità, in un modo o nell'altro, di bypassare il regolamento. Hanno sviluppato una vera e propria immunità. Inoltre, sembra che all'interno di questa riserva naturale (anche patrimonio dell'Unesco con diverse aree sic) le zps quasi impongano la presenza di una centrale, termo o idroelettrica che sia, altrimenti non sarebbero più tali. Ormai gli abitanti ci avranno fatto l'abitudine. Non ne stiamo sindacando la legittimità, non sta a noi farlo, bensì l'opportunità. Il cui giudizio dovrebbe essere appannaggio di chi il Parco lo vive tutti i giorni al di fuori di ogni speculazione.
Ma tra l'insediamento del Mercure e del Frido vi è anche un'altra analogia. Una delibera Regionale, approvata dalla Giunta De Filippo il 9 luglio del 2013, delineava l'obbligo per quello del Frido «di dare inizio ai lavori di realizzazione entro un anno e di ultimarli entro tre anni, decorrenti dalla data di notifica del provvedimento». Si dirà che giustamente sono stati imposti dei limiti, che saranno stati rispettati. Macché, ovviamente non è andata così. D'altronde si sa che lo scorrere del tempo è relativo e in Italia, a seconda delle circostanze, lo è molto di più che altrove.
In assenza di un altro atto dell'esecutivo di proroga dei termini, si potrà comunque portare a termine il progetto grazie all'intervento di un dirigente del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione, che nel mese di agosto dello scorso anno ha concesso alla Lageri srl di Lauria, nel frattempo subentrata alla HD srl di Bologna, un anno in più per ultimare i lavori. Ecco un'altra coincidenza con la centrale del Mercure. Infatti, nell'ormai lontano 2010, il Consiglio della Regione Basilicata votò a larga maggioranza la contrarietà alla riattivazione dell'impianto dell'Enel, che invece oggi è, per una serie di vicissitudini, in funzione senza una pronuncia contraria dello stesso organo legislativo lucano. Insomma, non cambiano il modus operandi né gli effetti. Risulta particolarmente interessante analizzare quanto stabilito il 16 marzo del 2011 dal Comitato Tecnico Regionale Ambiente. «La centrale idroelettrica - si legge nel verbale - sarà completamente mimetizzata con l'ambiente circostante, poiché la struttura sarà realizzata con rivestimenti in pietra locale e con una copertura in legno lamellare». Per cui nessuno si accorgerà che sta lì. Ma poi da magico, il progetto diventa anche divertente. «Si realizzerà - continua il verbale - un percorso didattico naturalistico con una serie di attività ludiche e ricreative, grazie alle quali gli utenti potranno scoprire come l'energia elettrica possa essere generata con il ricorso a fonti rinnovabili». Quindi, dopo aver visto questa centrale (ma dato che sarà mimetizzata sarebbe più corretto scrivere non visto), magari pagare le bollette potrebbe diventare anche piacevole.
Il resoconto si chiudeva individuando i termini di durata del parere favorevole di compatibilità ambientale riferiti all'intero iter: un anno per l'inizio dei lavori e cinque per la conclusione. Conseguentemente derogati anche questi. Ça va sans dire.
Recentemente, moltissimi residenti del Parco Nazionale del Pollino si sono visti recapitare le cartelle esattoriali Equitalia per il Consorzio di Bonifica Val d'Agri, con scadenza a sessanta giorni. Solo che in questi casi le deroghe, da parte di chicchessia, non intervengono mai.
Gianfranco Aurilio
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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