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Rotonda: Tim spiega l’interruzione, ma in ritardo e non agli utenti |
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22/01/2017 |
| Mercoledì 18 gennaio su lasiritide.it abbiamo pubblicato un articolo con il quale si denunciava l’interruzione in alcune zone della cittadina pollinea dei servizi di telefonia di rete fissa e internet erogati da Tim. Il disagio era durato più dieci giorni: dalla sera del 7 gennaio all’indomani della pubblicazione del nostro articolo. L’azienda, in un trafiletto apparso oggi sulle pagine del Quotidiano del Sud, ha spiegato di essere stata parte lesa nella vicenda e di non aver avuto alcuna responsabilità relativamente all’isolamento, perché provocato da un’infiltrazione d’acqua che ha causato l’allagamento di proprie infrastrutture sotterranee e il conseguente danneggiamento di un cavo di elevata potenzialità. Tim, inoltre ha puntualizzato di essere intervenuta prontamente, ma di aver dovuto attendere il ripristino della tubazione idrica.
Il chiarimento è ineccepibile e nessuno in proposito ha nulla da obiettare, ma da parte nostra si era semplicemente inteso dare voce, spiegandone le regioni, a chi stava subendo da molto tempo, troppo, gli effetti di una sospensione tanto improvvisa quanto duratura e inspiegata.
Perché se Tim si reputa parte lesa, dovrebbe immaginare come si siano sentiti gli utenti a cui sarebbe stato opportuno fornire immediate delucidazioni sull’accaduto e che a farlo fossero stati gli operatori call center, a maggior ragione quando si ritiene di non avere responsabilità dirette. Invece, nel momento della segnalazione del problema ci è stato semplicemente risposto che il guasto sarebbe stato riparato entro il sabato 14, data poi disattesa.
Anche perché, considerato che le colpe erano da ricercare altrove, chiunque ne stesse subendo le conseguenze, non noi, avrebbe potuto eventualmente rivolgersi a chi di dovere.
Resta il fatto che, in base a quanto riferito dai centralinisti, il diritto al risarcimento in bolletta è maturato dalla sera del lunedì successivo (9 gennaio) all’inizio dell’isolamento e non anche per i due giorni precedenti. Ecco un altro punto su cui si dovrebbe fare luce.
Tuttavia, almeno la motivazione del “black – out”, anche se in ritardo, è stata fornita e, come già affermato in precedenza, a queste latitudini spesso ci si deve accontentare di poco.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
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