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| CNDDU: 'vicini alla famiglia della studentessa di Latina' |
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2/09/2025 | Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia della studentessa di Latina, la cui morte – riportata dalla stampa il 31 agosto – ha scosso le coscienze di tutti noi.
Ogni volta che un’adolescente compie un gesto estremo, siamo chiamati a chiederci quali silenzi, quali mancanze, quali ferite non ascoltate abbiano preceduto quell’atto disperato.
La scuola non può trasformarsi in un luogo percepito come tribunale. La valutazione, se priva di empatia e accompagnamento, diventa una sentenza che pesa come una condanna.
Un voto non è un numero neutro: nell’età della fragilità può assumere il valore di un marchio. Comunicarlo con freddezza, tramite una semplice e-mail, amplifica solitudine e smarrimento.
Per questo riteniamo urgente ripensare il senso stesso della bocciatura. Punire senza orientare significa abbandonare; misurare senza sostenere significa rinunciare alla missione educativa.
La valutazione deve tornare a essere uno strumento di crescita: capace di incoraggiare, di proporre percorsi alternativi, di valorizzare ciò che funziona e non soltanto ciò che manca.
La scuola è chiamata a insegnare resilienza, a trasformare l’errore in occasione, a trasmettere fiducia nella possibilità di rialzarsi. Senza questa prospettiva, il rischio è che l’insuccesso scolastico diventi sinonimo di fallimento esistenziale.
Il CNDDU chiede al Ministero dell’Istruzione e alle istituzioni locali di intervenire con urgenza: sportelli di ascolto psicologico diffusi e permanenti, percorsi strutturali di educazione emotiva, formazione dei docenti alla comunicazione empatica.
Ma la responsabilità non riguarda soltanto la scuola: famiglie, istituzioni territoriali, comunità educanti devono collaborare per costruire reti di sostegno, capaci di intercettare e accogliere il disagio prima che si trasformi in tragedia. La società intera è chiamata a riscoprire il valore dell’adolescenza, restituendo centralità all’ascolto, al dialogo, al riconoscimento reciproco.
Ogni adolescente ha diritto a sentirsi riconosciuto e accompagnato. La scuola deve custodire la vita, non essere luogo di esclusione.
Questa tragedia ci obbliga a cambiare rotta. Perché nessun’altra ragazza, nessun altro ragazzo, debba sentire che da un voto non c’è ritorno.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU |
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