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Agromonte Magnano: la piazza grande intitolata a Cosimo Budetta

4/05/2022

“Domenica scorsa abbiamo intitolato la piazza grande ad Agromonte Magnano a Cosimo Budetta, nella stessa piazza è stato realizzato un murales, ideato da Egidio Viola e realizzato da Alex e Davide artisti emergenti di Latronico,rappresentante il volto dell'artista, e un'opera scultorea che riproduce l'immagine di Sant'Antonio Padova realizzata da Budetta. L'immagine era stata preparata per un'opera mai realizzata. Il ritrovamento dell'immagine da parte della pittrice agromontese Pina Ferrara ha permesso la riproduzione su marmo del figlio ritrovato. Le iniziative sono state volute fortemente dalla presidente del consiglio comunale Egidia Gioia con la collaborazione della Pro Loco Latronico e l’associazione “una mano per la solidarietà”.
Lo ha fatto sapere Fausto De Maria, sindaco di Latronico.
Ecco la Motivazione dell’intitolazione:
“Cosimo Budetta, con lungimiranza , inventiva, passione, impegno e grande determinazione, ha saputo destare un piccolo centro a vocazione agricola dal torpore suscitando interesse e sensibilizzando a forme artistiche diversificate. Ha permesso alla comunità di venire a contatto con la pittura, la poesia, il gioco facendosi promotore e attivatore di iniziative ”
Ecco la Motivazione dell’intitolazione: “Cosimo Budetta, con lungimiranza , inventiva, passione, impegno e grande determinazione, ha saputo destare un piccolo centro a vocazione agricola dal torpore suscitando interesse e sensibilizzando a forme artistiche diversificate. Ha permesso alla comunità di venire a contatto con la pittura, la poesia, il gioco facendosi promotore e attivatore di iniziative”.
Era nato a Lamia 1939, (nel Comune di Salerno, che di fatto appartiene a Pontecagnano), dove egli
ha vissuto l’infanzia e la giovinezza. Fin da ragazzo Budetta manifestò il suo brillante
talento per il disegno e la pittura e cominciò a frequentare un altro futuro artista, suo coetaneo, il nostro Silvio Micciariello (che successivamente avrebbe collaborato con lui in numerose mostre e performances).
Poiché la pittura non gli dava da vivere, Budetta andò a lavorare a Vietri, come ceramista; poi andò a Torino, come grafico pubblicitario; poi ancora in Olanda, sempre come grafico. Ma intanto continuava a dipingere. Nel 1963 partecipò alla Biennale di Salerno
“Ippocampo”, insieme al Micciariello (in arte Silvestry) e ad un altro suo caro amico pittore, il giffonese Gerardo Di Crola (che poi si sarebbe trasferito, con successo, a Parigi; con il Di Crola, Budetta ebbe uno stretto sodalizio artistico negli anni Sessanta).
L’esperienza torinese e poi quella olandese avevano ampliato i suoi orizzonti, inducendolo a sperimentare nuove forme pittoriche, compreso l’anamorfismo (in cui l’immagine viene dipinta su un piano distorto, per modificarne la
prospettiva). Nel 1977 fu uno dei collaboratori del pittore e scultore Antonio Baglivo, di Bellizzi, promotore a Salerno del laboratorio d’arte “Dadodue”. Nello stesso anno fondò il “Gruppo di ricerca” di Pontecagnano. Alcuni anni dopo, da Pontecagnano si trasferì
ad Agromonte, nel Comune di Latronico (Potenza), dove andò ad insegnare Educazione
artistica; e lì ha vissuto il resto della sua vita, pur continuando ad avere stretti rapporti di lavoro con i suoi amici d’arte di Pontecagnano e di Salerno.
Cosimo Budetta è stato un artista poliedrico: si è espresso come pittore, grafico, ceramista, scultore, illustratore di libri d’arte, autore di filastrocche, educatore. Ha collaborato con le riviste “C’era due volte”, “Riforma della scuola”, ”Scuola e didattica”, “Il giornale dei bambini”. Durante la
carriera di insegnante ha approfondito e proposto ai suoi allievi il tangram (antico gioco cinese in cui, scomponendo un quadrato in sette figure geometriche, queste vengono
ricomposte in numerose immagini di fantasia).
Poco noto al grande pubblico, è stato molto apprezzato da prestigiosi intellettuali ed artisti,
con alcuni dei quali ha collaborato; ricordiamo, tra gli altri: Gillo Dorfles, filosofo, pittore e critico d’arte; Edoardo Sanguineti, poeta, scrittore, critico letterario e docente
universitario di Letteratura; Bruno Munari, grafico, designer
e scrittore; Mario Lunetta, poeta e scrittore. Quest’ultimo ha definito Cosimo Budetta:
”un artista assolutamente singolare, maestro sia nelle grandi dimensioni pittoriche e scultoree che nella ceramica e negli spazi esigui della pagina a stampa”.
Cosimo Budetta ha lasciato un grande rimpianto nel mondo della cultura italiana. Si sono interessati alle sue opere numerosi critici e poeti: Gerardo Pedicini, Mirella Bentivoglio, Laura Di Pierro, Giorgio Celli, Antonio Uliano, Alberto Granese, Tullio De Mauro, Giorgio Luzzi, Carmine De Luca, Ciro Ruju, Franco Solmi, Francesca Bernardini,
Gabriella De Marco, Francesco Muzzioli, Paolo Ruffilli, Ennio Peres, Stefano Bartezzaghi, Aldo Mastropasqua, Francesco De Nicola, Marcello Vaglio, Luciano Marziano, Vito Riviello, Franco Cavallo, Alexandra Petrova, Giorgio Di Genova, Tommaso Ottonieri, Paolo Guzzi, Nicola Scontrino, Rino Mele, Bruno Conte, Donato Trotta. Re schivo, a volte ombroso, a volte ironico, ma sempre gentile e generoso, si è impegnato anche nella pittura sociale di denunzia, trattando argomenti e personaggi di attualità (il Vietnam, il Biafra, Che Guevara, J.F. e R. Kennedy, Martin
Luther King). Nella sua lunga attività artistica ha eseguito un’ incredibile quantità di opere (quadri, ceramiche, sculture, disegni, filastrocche), esponendo in numerose mostre, gallerie e musei: a Salerno, Napoli, Roma, Torino, Milano, alla Biennale di Venezia, a Parigi ed a New York (“Avanti Gallery” e “Little Gallery”); negli anni Settanta ha preso parte a diverse performances di denunzia ai templi di Paestum, insieme a Silvestry ed al pittore giffonese Fioravante Cerra.



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