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Avigliano, “L’ABBRACCIO INFINITO di una famiglia d’arte” in mostra fino al 13 settembre

11/09/2020

Il suggestivo chiostro dell’ex convento dei Riformati di Avigliano torna ad ospitare dopo lunghi mesi una esposizione artistica e questa volta lo fa accogliendo i manufatti di autori nati nei primi decenni del Novecento per giungere alle esperienze creative della più recente contemporaneità con una particolarità appartengono tutti alla stessa famiglia: i Pisani, più generazioni a confronto per generi, materiali, dall’arte pastorale ai video, attraverso pitture ad olio fino alla scultura ed il ferro battuto. La nota critica è stata curata da Lucio Pio Samela mentre per l’allestimento fondamentale l’apporto di Marcel Samela.
Concepita come una raccolta antologico-riassuntiva di espressività differenti, si nota subito come, in questa ponderata selezione di lavori, i media tradizionali del mondo dell’arte e dell’artigianato artistico trovano quasi una loro naturale prosecuzione nelle nuove frontiere offerte dai linguaggi digitali. Questo perché il protagonista indiscusso del collettivo, se si compie lo sforzo rivolgere l’attenzione oltre le interessanti individualità dei singoli esponenti che lo compongono e dei loro diversi linguaggi, è la dinamica di uno stringersi attorno ad una tradizione familiare che affonda le radici nel passato e che sicuramente costituisce un unicum nella Città di Avigliano.
Grande l’interesse suscitato su centinaia di visitatori e molti ancora se ne attendono sino a domenica 13 visto che la data coincide con il ritorno della Madonna del Carmine proprio nell’are del Monastero per poi proseguire sino alla basilica pontificia minore nel centro.
 mostra l'abbraccio di una famiglia

Nota critica
L’ABBRACCIO INFINITO
di Lucio Pio Samela
La presente esposizione copre un arco temporale molto esteso, muove, cioè, da manufatti di autori nati nei primi decenni del Novecento per giungere alle esperienze creative della più recente contemporaneità. Concepita come una raccolta antologico-riassuntiva di espressività differenti, si nota subito come, in questa ponderata selezione di lavori, i media tradizionali del mondo dell’arte e dell’artigianato artistico trovano quasi una loro naturale prosecuzione nelle nuove frontiere offerte dai linguaggi digitali. Questo perché il protagonista indiscusso del collettivo, se si compie lo sforzo di rivolgere l’attenzione oltre le interessanti individualità dei singoli esponenti che lo compongono e dei loro diversi linguaggi, è la dinamica di uno stringersi attorno ad una tradizione familiare che affonda le radici nel passato e che sicuramente costituisce un unicum nel nostro paese.
Nel vasto panorama espressivo locale, la famiglia Pisani detiene un primato per quel che concerne il dato numerico di esponenti attivi sul fronte creativo. Un patrimonio espressivo che sembrerebbe, pertanto, tradire il sentore di una qualche trasmissibilità di carattere ereditario. La magia offerta da questo attraversamento transgenerazionale, questo urgente bisogno di ricerca e di espressione creativa che interessa ogni generazione con la puntualità di una dominanza genetica che si manifesta in modo inevitabile, determina nello spettatore la fascinazione che tutto ciò avvenga per mano di una regia misteriosa, qualcosa che non ci è dato afferrare, ma solo percepire: ed è forse proprio questo rapporto che intercorre tra il fantasma della certezza oggettiva e la pura intuizione, intesa come scaturigine di suggestioni, che ci permetterebbe di percepire quanto la misura di questo iato ci aiuti a compiere un passo ulteriore nella valutazione di un’esperienza artistica che si tramanda di generazione in generazione.
Foto l'abbraggio di una famiglia arte 2020
Tutto passa attraverso lo sguardo, l’attento scrutare il territorio. Se diamo credito alla tesi di Proust secondo la quale l’autentico viaggio di scoperta non consiste nella spasmodica ricerca di nuove terre ma nel procurarsi “nuovi occhi” con cui guardare, in questo caso notiamo come il luogo, pur restando lo stesso, cambia col mutare degli occhi che lo indagano. Sono gli occhi di diversi individui stretti nell’abbraccio infinito della consaguineità, generosi nella loro volontà di restituire ciò che hanno attinto con l'accordo dei sensi e nell’esperire le differenti contingenze storiche. Dall’intaglio del legno, sostanza nobile e viva, le sculture dal sapore arcaico di Leonardo Pisani sembrano manufatti provenienti da un luogo segreto. Sono ritratti espressionistici che parlano di un paese remoto nel tempo e nello spazio, arroccato nelle difficoltà oggettive del quotidiano, interessato da un clima la cui ruvidezza concreta si scontra con il pragmatismo esistenzialista di chi l’abita, rivelandosi nella distorsione dei lineamenti dei soggetti ritratti. Si passa poi al paesaggio vero e proprio, con le tele suggestive e nostalgiche di Domenico Pisani, artista che ha anche prodotto numerose sculture in legno, preziosissime. Notevoli i soggetti delle sue opere pittoriche che spaziano dalla riproduzione di scorci nativi a romantiche vedute notturne, con tanto di strumenti a corda. Questi ultimi ci aiutanoQuasi ad evocare quella musica interiore la cui eco risuona impattando sulla superficie delle tele di Carmine Pisani, autore finissimo dalla vasta ed eterogenea produzione. Le terre cotte (del più giovane) Domenico Pisani, ancora, parlano attraverso il linguaggio di un passato ancestrale, che prevede la lavorazione delle terre, e in cui il contatto diretto con l’elemento primordiale, come avviene anche con le pietre dipinte dalla sensibilità e dalla perizia di Angela Giordano, allarga il ventaglio del già esteso dominio creativo custodito da questa famiglia di artisti. A riprova di ciò, basterebbe menzionare gli eccellenti risultati di Domenico Nunzio Pisani nel campo dell’ebanisteria e di Teodosio Pisani nell’affascinante universo della tipografia. Il viaggio continua attraverso un ritorno al pittorico, sia per quel che concerne i lavori enigmatici e attraenti di Lina Pisani, sia per quanto riguarda le ultime generazioni. Pregevoli le tele dal nero magnetismo di Claudio Pisani e Vito Pisani, artisti alla costante ricerca di nuove grammatiche da inserire nel loro discorso creativo, il primo assestandosi sul figurativo, il secondo percorrendo il sentiero dell’informale. Il viaggio si conclude, per ora, con le illustrazioni del giovanissimo Vito Pisani, dove le suggestioni orientali si esprimono attraverso paesaggi labirintici, dedali di glitch che traducono l’intangibilità del digitale, strumento pervasivo che, inafferrabile, strizza l’occhio all’assoluto.



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