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A Rivello l'ACLI ha ricordato Don Peppe Diana

14/05/2019

Il 19 marzo 1994 veniva ucciso dalla camorra Don Giuseppe Diana, parroco di Casal di Principe.
In occasione del venticinquesimo anno della tragica morte di questa figura molto legata ai giovani, che ha dato la sua vita per dare un’ opportunità di riscatto a coloro che vivono in quelle terre che conosciamo come “terre dei fuochi”, è stato ricordato dalla classe terza della scuola secondaria di primo grado a Rivello, lo scorso 11 Maggio, affidando a loro la memoria del suo esempio di coraggio e legalità.
L’evento promosso dal locale circolo ACLI con la partecipazione delle parrocchie di Rivello, del Vescovo Mons. Vincenzo Orofino e del Comitato Don Peppe Diana, si è svolto presso la Cripta della Chiesa di San Nicola di Bari di Rivello, riaperta nell’occasione, che contiene anche la mostra fotografica delle antiche pergamene della comunità Rivellese.
Gli studenti nelle settimane precedenti hanno svolto una serie di incontri propedeutici all’evento, con l’intervento dei membri del circolo ACLI, in cui hanno potuto apprendere e ricevere informazioni su quelle terre, sul fenomeno camorristico e sulla vita di Don Peppe Diana.
I ragazzi hanno chiacchierato con gli ospiti e le persone presenti, interagendo e raccontando dapprima il fenomeno delle mafie e della camorra, nominando molti loro coetanei innocenti che hanno perso la vita a causa delle guerre tra i vari clan, avendo un pensiero anche per la piccola Noemi, ultima vittima di questa follia.
Hanno letto il documento redatto da Don Peppe Diana “Per Amore del mio Popolo, Non Tacerò”, ed hanno fatto domande ai presenti, curiosi dei motivi poiché Don Peppe ha fatto tutto questo, e perché ancora ci sono persone che portano avanti il suo messaggio.
Gustavo Savino, il Presidente del circolo ACLI, ha sottolineato come la figura di Don Peppe ed il fenomeno camorristico non devono considerarsi lontane dai nostri territori,” la tranquillità dei nostri territori è terreno fertile per la criminalità, e dobbiamo prestare molta attenzione, specialmente nei nostri giovani, e Don Peppe è l’esempio di non tacere di fronte alle ingiustizie e di sostenere i giovani nella loro crescita, cosi porteranno ad un futuro in cui il bene avrà di sicuro il sopravvento” .
Forte, toccante e coinvolgente l’intervento di Michele Martino, componente del comitato Don Peppe Diana. Interagendo con i giovani presenti ha spiegato che questa manifestazione è l’insieme del mondo di Don Peppe. La presenza della scuola, della chiesa, delle associazioni e soprattutto di tanti ragazzi, anche Rivello è terra di Don Peppe Diana, terra di amicizia, terra di relazione. Ringraziando i ragazzi che nel loro intervento non hanno soltanto parlato dei Don Peppe, ma hanno dapprima spiegato il fenomeno camorristico e soprattutto nominato, con nome e cognome, molti loro coetanei vittime innocenti.

Il seme gettato nella terra muore, e dalla sua morte nasce tanto frutto: don Peppe è il seme, le coscienze di tutti noi il frutto maturato dal suo sacrificio. Oggi Casal di Principe non è più terra di camorra, ma è la terra di Don Peppe Diana, ed i casalesi non sono più un clan camorristico, ma abitanti di una città che è diventata un centro molto attivo dal punto di vista della battaglia civile per la legalità. La camorra oggi ha vita difficile, per questo bisogna fare attenzione, soprattutto in zone considerate tranquille, come la stupenda Basilicata. Il comitato ha voluto portare avanti il lavoro di Don Peppe, da lavoro a giovani in cooperativa gestisce molti beni confiscati alla camorra riconvertiti in centri di eccellenza per la cura dell'autismo e in ristoranti con prodotti etici e a chilometro zero.

Ha infine donato ai ragazzi il “Pacco alla camorra”, una confezione contenente tutti i prodotti della lavorazione dei terreni confiscati alle mafie, e gestite dal comitato.

Don Egidio Matinata, parroco di Rivello, ha voluto ribadire che è un incontro CON Don Peppe, martire per la verità, portando anche i saluti di Mons. Franco Lacanna, parroco di Francavilla in Sinni, amico e compagno di seminario di Don Giuseppe Diana.

Il Vescovo Mons. Vincenzo Orofino ha conosciuto Don Giuseppe Diana nel seminario di Capranica a Roma. La sua è stata una breve conoscenza, in quanto Don Peppe, dopo 10 giorni volle tornare al suo paese.” Si è visto subito in lui quell’amore per la vita, poteva sembrare un tipo baldanzoso ma aveva una forte spiritualità e profondità di pensiero. Amate e vivete la vita con impegno. Nessuno nasce mafioso o santo, tutto si diventa, facendo scelte, affrontando le criticità della vita e sapendole affrontare, non restare chiusi ma aprirsi al mondo.”

La comunità di Rivello ha voluto donare un orologio in rame, simbolo della cittadina, attorniato da farfalle simbolo del comitato Don Peppe Diana, come testimonianza di vicinanza, ed accettando l’invito a visitare le terre di Don Peppe Diana.




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