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| Senise:presentato testo Inserimento sociale e lavorativo di persone con autismi |
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7/04/2018 | La Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo edizione 2018 ha avuto un significato particolare per Senise e per le famiglie che tradizionalmente la animano. Innanzitutto perché il progetto della Casa delle abilità sta riscuotendo l’interesse di molti, sia tra i sostenitori che tra le famiglie con persone autistiche. E poi perché è stato presentato il testo dal titolo "Inserimento Sociale e lavorativo di persone con autismi", nato in seguito a un master intitolato “Esperto in abilitazione professionale per persone con autismo”, realizzato a Policoro presso l'ente di formazione ENFOR, al quale hanno partecipato anche alcune delle animatrici dei progetti che l’associazione Lucanicom sta mettendo in campo.
Cresce, così, la consapevolezza nella società, ma nel contempo cresce anche la professionalità e la preparazione di giovani professioniste che spendono la propria esperienza e la propria preparazione a servizio dell’autismo.
Nell’incontro tenutosi lo scorso 4 aprile nella ex sala consiliare del complesso monumentale San Francesco a Senise, il testo è stato presentato da Rocco Di Santo, sociologo di Enfor, docente del master e curatore dello stesso, e da tre delle autrici. Rosanna Cirigliano, Giusy Palermo e Laura Ierone, hanno parlato dei contenuti delle sezioni che hanno curato. Il sindaco di Senise, Rossella Spagnuolo, ha portato i saluti dell’amministrazione comunale, sottolineando che il comune sosterrà il progetto “Il filo della luna”, di cui fa parte la Casa delle abilità. La collaborazione da tempo intrapresa tra l’associazione Lucanicom, presieduta da Paola Cirigliano, madre di un ragazzo autistico, e le scuole del territorio, ha portato al coinvolgimento di alunni del comprensivo “Nicola Sole”, che hanno letto una poesia sull’autismo, e di studenti dell’ISIS “L. Sinisgalli”, che hanno letto alcuni brani del testo “L’isola di Noi” di Federico De Rosa, giovane scrittore autistico. Le letture sono state seguite dall’intervento della preside del “Sinisgalli” Rosa Schettini che ha tratto le conclusioni dell’incontro. Subito dopo, la facciata dell’abside della chiesa di San Francesco si è illuminata di blu, mentre un gruppo di bambini, autistici e non, hanno liberato i tradizionali palloncini blu.
Quanto alla presentazione del testo, stampato dalla casa editrice LEM, gestita da ragazzi autistici, è emersa la necessità di ragionare in termini di abilità e talenti invece di focalizzarsi sulla disabilità. Questo metodo è fondamentale, è stato spiegato, soprattutto per l’inserimento lavorativo di persone con autismo, la cui preparazione deve avvenire fin dal terzo anno della scuola, come accade per tutti, con l’alternanza scuola-lavoro e con altre attività. Il modello base è quello del progetto START Autismo, della Regione Abruzzo, che punta alla formazione della figura del Job Coach, che deve valutare le abilità e gli interessi del ragazzo, preparare e attuare un programma individualizzato di avvio al lavoro sulla base di queste valutazioni e poi occuparsi dell'inserimento lavorativo effettivo, in modo da rendere il ragazzo autonomo nelle sue mansioni. Esperienze di inserimento lavorativo di successo in Italia, è stato detto, sono state di diverso tipo. Si va dalle fattorie-aziende di comunità, all'agricoltura sociale, alla ristorazione, biblioteche, attività di catalogazione e inserimento dati. Dall’approfondimento di questo tema nasce il progetto “PepronAut”, promosso da Lucanicom, che mira all’inserimento lavorativo di ragazzi autistici nel settore della coltivazione, trasformazione e commercializzazione del famoso Peperone IGP di Senise.
In tutto questo la scuola assume un ruolo fondamentale, tanto che il testo presentato dedica un’ampia sezione proprio al lavoro scolastico. Le autrici hanno spiegato come, partendo da un excursus delle normative che si sono susseguiti dagli anni 60, che erano gli anni dell'esclusione e della medicalizzazione degli autistici, si giunge agli anni 90 che invece rappresentano gli anni dell'inclusione. Emerge così l'importanza della figura dell'insegnante di sostegno che, oltre al suo ruolo tradizionale, deve farsi promotore di vere e proprie strategie psicoeducative, da elaborare con gli altri caregiver, da utilizzare in ambito scolastico per il raggiungimento delle autonomie.
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