Con il tradizionale abbattimento della “Pitu” ha avuto inizio la Sagra dell’abete, evento in onore del Santo Patrono del comune del mercure. il rituale si rinnova di anno in anno puntualmente il primo sabato di maggio, quale inizio di un cerimoniale che si concluderà il 13 giugno, giorno di S. Antonio. La leggenda narra che l"Eletto nato a Lisbona passò per Rotonda nel XIII secolo e fece sosta nei boschi del Pollino, trascorrendo una notte sotto un abete in località “Marolo”. Anni dopo, nello stesso punto, un bovaro, inciampando, precipitò in un burrone ed invocò disperatamente il nome del Santo, che gli apparve in tutto il suo splendore e lo salvò. Il miracolato raccontò l’accaduto a valle e, da quel momento, negli anni a venire, continuò a recarsi nel bosco per fendere un abete ed offrirlo al Beato, coinvolgendo di volta in volta sempre più gente in questo suo gesto.
Da allora nulla è cambiato: la ricorrenza ha mantenuto intatto il suo fascino e le sue usanze proponendo sempre lo stesso rito. Il culto, di origine pagana, ha come finalità il matrimonio arboreo tra un abete di modeste dimensioni, la "Rocca" e un enorme faggio “a Pitu” (una volta si trattava di un abete grosso, tant’è vero che il dialetto locale ne conserva il nome). Questo matrimonio simboleggia la conseguente fecondità apportatrice di buoni raccolti. Ogni anno, due gruppi di fedeli da Rotonda, a piedi, salgono in montagna per recidere due alberi che faticosamente saranno portati, trainati da coppie di buoi con i fedeli al seguito, fino alla piazza al centro del paese, dove saranno sollevati dai devoti con la sola forza delle braccia. Il giorno successivo (il 13 giugno) verranno "maritati" e innalzati in devozione a Sant'Antonio.
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