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“Angelo Tartaglia,Capitano di Ventura”, libro a fumetti di Giuseppe Catarinella

2/09/2015

Il prof. Giuseppe Catarinella, docente di materie letterarie ha redatto un meraviglioso libro a fumetti dedicato non solo ai piccini dal titolo: “Angelo Tartaglia,Capitano di Ventura”, con i disegni di Paola Santoli. Una novità assoluta per promuovere il nostro territorio, che ci riporta a rivivere la storia di Lavello. Per la realizzazione di questo libro, il prof. Giuseppe Catarinella ha condotto numerosi studi e ricerche storiche-artistiche-letterarie con il fine di apprezzare le sue gesta, le sue avventure e farle conoscere ai suoi concittadini lucani. Angelo Tartaglia è nato a Lavello nel 1370, abile capitano di ventura tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400 che riceve in eredità vessillo ed esercito. Il titolo di Gonfaloniere della chiesa, conte di Tuscania e Signore di Lavello. Tartaglia - riferisce nel libro il prof.Catarinella - fu un condottiere importante per la storia delle compagnie di ventura tra la fine del ‘300 e gli inizi del ’40. Partì giovane da Lavello e forse non vi fece mai più ritorno; alla morte del padre naturale, il principe Raimondo Del Balzo Orsini, nel 1406, ereditò la signoria della terra natia. In pratica Angelo Tartaglia presto servizio in campo militare per le Repubbliche di Firenze e Siena. Combattè per Perugia e Città di Castello. Fu al servizio di Ladislao di Napoli e rivestì un ruolo fondamentale all’interno dei domini della Chiesa. E proprio nell’antica Toscanella, odierna Tuscania che il lavellese si infeudò e pose il proprio quartiere generale. Certamente Tartaglia non è da considerare soltanto un uomo d’arme, ma anche un brillante diplomatico e uomo a cui piaceva circondarsi di cultura, opere d’arte. Dunque un Tartaglia che ha saputo coiungare interessi pragmatici di conquista e potere con atteggiamenti lungimiranti e prestigiosi. Ma i nemici e l’invidia erano sempre in agguato. Tartaglia era diventato un personaggio troppo potente e scomodo. E la Chiesa con l’elezione di Papa Martino V, dopo il Concilio di Costanza del 1417,aveva in animo di ripristinare uno statu quo che nel patrimonio di San Pietro vedeva un ostacolo proprio in Angelo Tartaglia. Nonostante il Papa nel 1421 avese nominato conte di Tuscanella il Tartaglia, si liberò di questo scomodo nemico. Attirato in una trappola ad Aversa, fu imprigionato e sottoposto a sevizie e torture; soltanto dopo tre giorni venne decapitato nell’antica piazza del mercato. Le spoglie poi del condottiere lavellese furono seppellite nella chiesa di Sant’Andrea ad Aversa. Le proprietà di Tartaglia furono inglobate dalla Chiesa nel proprio patrimonio, mentre le soldatesche del lavellese si dispersero al servizio di altri, che le portò anche a partecipare alla famosa battaglia di “Anghiari”.
Questo testo, reso molto piacevole da leggere attraverso i disegni di Paola Santoli, è un dono per le generazioni future, permette di fare una riflessione sull’importanza del patrimonio storico del nostro territorio e di quanto sia necessaria la sua valorizzazione.



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