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Salvatore Sebaste dona alla casa delle Muse il suo materiale sinisgalliano

7/07/2015

Il patrimonio documentale della Casa delle Muse di Sinisgalli si è arricchito di un nuovo e inedito materiale grazie alla donazione dell’artista Salvatore Sebaste. Nel corso di una cerimonia svoltasi a Montemurro lo scorso venerdì 3 luglio nell’ex Convento di San Domenico, il pittore, scultore e incisore di origini pugliesi e lucano d’adozione, ha voluto consegnare alla Fondazione Sinisgalli le memorie del suo legame, di amicizia e artistico, con il poeta delle due Muse, affinché possano essere messe a disposizione di studiosi, visitatori e dell’intera comunità montemurrese. Ad accompagnare la testimonianza dell’artista, dal titolo “Con Leonardo Sinisgalli. Il racconto di un’amicizia”, gli intermezzi musicali del trio “Barabash”, con Rocco Lobosco all’organetto, Leonardo Laurita alle percussioni e Manuel Zito all’arpa.
La cerimonia è stata aperta dal sindaco di Montemurro, Senatro Di Leo, che ha ricordato un precedente contributo dell’artista Salvatore Sebaste al paese di Sinisgalli: la realizzazione, nel 2013, di uno dei graffiti esposti nell’abitato e creati durante la Scuola del Graffito del maestro Antonello Leone, altra “punta di diamante” insieme alla Fondazione Sinisgalli.
Il percorso artistico di Sebaste, come egli stesso ha spiegato, è infatti stato caratterizzato dalla sperimentazione di diverse modalità espressive, proprio sulla scia dell’insegnamento dell’amico Leonardo, secondo cui “l’arte non è un timbro”, ma come la scienza si rinnova e si apre alla contaminazione, senza marcare confini netti. Dalla cartapesta della terra d’origine, il Salento, ai dipinti dell’amata Basilicata, dove ha scelto di essere un “esiliato volontario”, passando attraverso gli studi di antropologia, Sebaste è approdato anche al libro d’arte, esperienza che poi ha deciso di condividere con Sinisgalli, grazie a un’idea di sua moglie Jolanda e di Giorgia De Cousandier. Così è nato Come un ladro, raccolta di versi inediti e acqueforti del poeta, impreziosita da una custodia in legno, recante la firma marchiata a fuoco dello stesso Sinisgalli, tirata in poche copie per poter essere curata proprio come “un figlio”.
Come ha spiegato il direttore della Fondazione Sinisgalli, Biagio Russo, che ha condotto l’intervista a Sebaste, il titolo del libro si riferisce alla sensazione di “estraneo” avvertita dal poeta nel momento del ritorno al suo paese natale, cui si avvicina quasi “in punta di piedi”. A Montemurro sono infatti dedicate le liriche contenute nel volume, fra cui Povertà e Concerie di cui è stata data lettura, che mostrano la poesia dell’ultimo Sinisgalli, caratterizzata da asciuttezza, geometria, pulizia.
Attraverso l’ausilio di alcuni video-documentari, Sebaste ha ricordato il discorso che Sinisgalli tenne durante la presentazione del libro Come un ladro nella scuola media di Bernalda, rivolto a un entusiasta pubblico di ragazzi, quei ragazzi spesso protagonisti dell’opera sinisgalliana, dai fanciulli che nei suoi versi “battono le monete rosse” a quelli che, durante le visite nelle fabbriche, guardavano ammaliati le meraviglie delle macchine industriali. Quel discorso educativo sull’importanza del libro è stato poi rispolverato nel decimo anniversario dalla scomparsa del poeta, al quale i ragazzi della scuola di Bernalda vollero rendere omaggio realizzando essi stessi un libro d’arte, dal menabò alla cucitura.
Leonardo Sinisgalli credeva molto nelle potenzialità dei giovani: le pagine della rivista Civiltà delle macchine, da lui fondata e diretta, ospitavano spesso contributi di giovani artisti e poeti lucani riconosciuti come talentuosi. Altre volte era lui stesso a scrivere articoli di critica sulle loro opere, proprio come accadde per Burri o per Sebaste. A distanza di diversi anni, colui che nel frattempo è diventato un affermato artista, ha vestito a sua volta i panni del critico, per spiegare il modo di fare arte di Sinisgalli, per esempio attraverso le carte assorbenti, ottenute tamponando l’inchiostro in eccesso dopo la scrittura col pennino; una carta che, per Sebaste, “assorbe” il pensiero dello scrittore, la sua anima, la sua fantasia.
Del sodalizio umano e artistico che ha unito Salvatore Sebaste a Leonardo Sinisgalli resta traccia indelebile nei preziosi doni che l’artista ha voluto rendere alla Fondazione: il libro d’arte realizzato dai ragazzi di Bernalda in tre volumi, il discorso originale tenuto da Sinisgalli nella scuola media di Bernalda, le lastre di zinco utilizzate per le incisioni di Come un ladro, alcune lettere, appunti, poesie manoscritte e foto del poeta.
In segno di gratitudine da parte della Fondazione Sinisgalli, all’artista sono state consegnate una targa d’argento e un attestato come “socio benemerito donatore”. Un riconoscimento che, secondo il presidente della Fondazione, Mario Di Sanzo, sottolinea l’enorme importanza delle donazioni per l’arricchimento della Casa delle Muse e la sua crescita, tassello dopo tassello, come “forgia” in senso sinisgalliano. L’auspicio è che gli arrivi di studiosi e visitatori, interessati ad approfondire la vita e l’opera di Leonardo Sinisgalli, possano fare anche da volàno per lo sviluppo economico del territorio di Montemurro, così come accade ad Aliano grazie alla figura di Carlo di Levi.



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