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Recensione libro: Fuori l’italiano dall’università |
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13/06/2015 | Il libro “Fuori l’italiano dall’università – inglese, internazinalizzazione, politica, linguistica” edito dalle Edizioni La Crusca e da Laterza, a cura di Nicoletta Maraschio e Domenico De Martino, si propone di mettere in rilievo l’introduzione della lingua inglese nelle università, come nel caso del corso magistrale e del dottorato di ricerca adottato al Politecnico di Milano senza però snaturare la lingua italiana.
Da un punto di vista strutturale, il testo affronta in particolare vari temi come
la discussione, ristretta all’interno del Consiglio Direttivo, dell’Accademia, la tavola rotonda, il dibattito degli accademici della Crusca ec.
Ma soprattutto raccoglie i vari interventi differenti nella forma e nel contenuto, dei diversi modi di concepire l’università alla costituzione di una decisione che esclude la lingua ufficiale della Repubblica, da un uso pubblico socialmente e culturalmente relevante, al confronto con una cultura scientifica ed umanistica e tra ricerca e divulgazione.
L’introduzione della lingua inglese in alcuni atei del nostro paese può rappresentare un vantaggio per i futuri laureati che si offrono al mercato estero dove predomina questa lingua, allo scopo di essere collocati, ma non si deve sminuire il valore intrinseco di una lingua plurisecolare che è stata esportata anche all’estero dai nostri connazionali.
In sostanza il libro scritto con un linguaggio chiaro e lineare offre importanti piste di lettura e spunti di riflessione su un problema importante come questo e rappresenta un valido supporto sia per gli studenti universitari, sia per i docenti e lettori comuni.
Biagio Gugliotta
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