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Recensione libro:“Storia della definizione di morte” di Paolo De Ceglia |
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26/09/2014 | L’Ebook del libro “Storia della definizione di morte” a cura di Paolo De Ceglia edito dalla Franco Angeli, ripercorre, con un approccio transculturale, la storia della definizione di morte e le vicende connesse alle tecniche di accertamento del decesso dall'antichità ai giorni nostri. Da sempre, infatti, medici, filosofi e teologi si sono sforzati di individuare il momento preciso dell'exitus, l'istante in cui, secondo la tradizione, l'anima avrebbe lasciato il corpo. Nondimeno, soglie e parametri stabiliti da una generazione furono spesso posti in discussione e ridisegnati dalla successiva.
Alimentato dai successi conseguiti nelle tecniche rianimative e nella trapiantologia, il dibattito ha conosciuto una fase di grande vivacità proprio negli ultimi decenni, tanto che, pur avendo in genere abbandonato - o, perlomeno, ridimensionato - considerazioni su principi metafisici, la definizione di morte appare ancor oggi come un oggetto di negoziazione scientifica e bioetica.
Accostarsi al problema del riconoscimento dei segni di vita e di morte nella prima età moderna significa innanzitutto interrogarsi sullo stato dell’arte meica a partire dalla riflessione dell’umanesimo.
Fino al termine del XVI secolo si può affermare che solo di rado la dottrina medica e l’insegnamento basato sullo studio e sul commento dei testi antichi furono messi in discussione, con l’importanza eccezionale di Paracelso e di alcuni suoi seguaci.
Al contrario l’umanesimo medico si caratterizzò per il recupero più integrale e filologicamente corretto dei testi originali della medicina antica.
Dapprima in edizioni manoscritte, poi a stampa rifiutando la maggior parte delle autorictates e dei traduttori medievali.
Per cui il rapporto con gli antichi si rafforzò, è lo studio della letteratura classica conservò un ruolo centrale nei corsi universitari, potendo ora disporre di testi più precisi.
Ciò nonostante alcune opere arabo-latine continuarono ad essere ripubblicate ed adoperate giacché utilizzate per la loro utilità pratica.
Nel libro vengono affrontate anche le tecniche di accertamento della morte che si sono affinate con passare degli anni e si parla della cultura della donazione degli organi che vengono espiantati dal defunto che abbia espresso la sua volontà di donare gli organi ad una persona per la quale necessitava di un trapianto per la propria sopravvivenza.
Il problema della morte è diventato oggetto di trattazione da parte di vari letterati come Ugo Foscolo ne “I Sepolcri” e molti altri e soprattutto cinematografico tant’è che vengono proiettati molti films sulla morte, per non parlare dei vari documentari su questo problema che ha radici come attestano i testi biblici con il peccato orginale.
Il libro è arricchito da un corredo fotografico e da una serie di grafici che contribuiscono a far metabolizzare al lettore alcuni concetti espressi nel testo che oltre a parlare della morte come evento naturale che segna il passaggio da questo mondo all’aldilà in cui pur morendo il corpo che si putrefae, l’anima rimane immortale, e questo lascia molte speranze sulla resurrezione dell’uomo, il ricongiungimento con il suo corpo ed il divenire immortale.
Biagio Gugliotta.
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