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Recensione “ Il libro nero della Società Civile” di Michele Prospero |
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23/02/2014 | Dal 1992 ad oggi alcuni concetti sono diventati luoghi comuni indiscutibili della pubblicistica e del discorso politico, giornalistico e culturale italiano. Tra questi la "società civile" ha un ruolo importante Tutto ciò che proviene dal suo magico mondo è stato ammantato da virtù redentrici. La politica si è così tra¬sformata inseguendo modelli e miti riferiti alla società ci¬vile, fino a raggiungere il traguardo per cui tutto quanto possa anche solo apparire professionalità e autonomia della politica viene visto con sdegno o con sospetto. Berlusconi, Grillo e Renzi sono, in forme e misure di¬verse, aspetti di questo fenomeno. Michele Prospero, intellettuale italiano tra i pochi a preferire di anare contro la corrente, con la sua prosa ironica e sferzante, va dunque all'attacco della regina. In que¬sto libro Prospero ricostruisce i nefasti esiti dei diversi "nuovismi" ispirati al mito della società civile. Ne esce un ritratto allarmante della politica italiana, ridotta a spet-tacolo, indifferente ai contenuti e irrilevante rispetto alle vere decisioni, sempre più delegate a tecnici e "poteri forti". Con il risultato, a tratti paradossale, che gran par¬te della vera "società civile" finisce per scomparire dalla scena, mentre la politica, attuale è incapace di risolvere i problemi dei cittadini in particolare di quelli del nostro paese..
Per non parlare del fatto che si assiste alla sua spettacolarizzazione ed ad una corsa spasmodica alle poltrone per cui le dottrine di Don Sturzo e De Gasperi circa la vera funzione della politica, sono rimaste “lettera morta” A dimostrazione di questo odio verso questa categoria, Almansi ha scritto anni fa un bel libro dal titolo “Perché odio i politici” in cui sono riportati giudizi di varie personalità al di fuori di questo mondo ed offre importanti piste di lettura e spunti di riflessione su questo problema.
I cambiamenti si sono registrati anche sul piano sociale, dove si è assistito ad un imbarbarimento della società in generale, legata a nuovi stereotipi di vita.
Biagio Gugliotta.
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