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Recensione di “Libertà e legalità” di Piero Calamandrei |
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5/01/2014 | Il saggio “Libertà e legalità” edito dalla Casa Editrice Franco Angeli, appartiene ad una fase in cui Calamandrei pone le premesse della sua posizione alla Costituente, fase che si colloca tra il 1943 ed il 1945.
In particolare affronta il tema della libertà insita in ognuno di noi èd è legata al concetto di legalità.
Partendo dal principio che ogni uomo è libero per natura lo Stato non può violare tale libertà anche nello Stato liberale, sia che si tratti di una Monarchia sia che si tratti di una Repubblica.
Tuttavia il cittadino che usufruisce dei diritti di libertà non deve violare i diritti di libertà atrui.
Lo Stato può solo produrre norme che stabiliscono i casi di restrizione dei diritti di libertà come nell’attuale costituzione italiana, che fermo restando che non possono essere abrogati i diritti di libertà, lo stato ha posto dei limiti, come nel caso dell’articolo 21 della nostra costituzione, che, fatta salva la libertà stampa, non si può abusarne per vilipendio o quant’altro.
Al concetto di libertà si lega quello di legalità, le cui norme, sono emanate dallo Stato vengono applicate dai giudici che non possono sostituirsi allo stato, ma solo applicare le leggi sempre nel rispetto della dignità della persona.
Il fascismo a differenza dello stato liberale, ha soppresso tutte le libertà, stravolgendo talvolta i canoni della legalità e molte leggi adottate erano illegali come le leggi razziali nei confronti dei cittadini italiani di razza ebraica.
In conclusione il saggio che come si evince da un’ attenta lettura, ha un taglio prettamente giuridico ed offre importanti piste di lettura e spunti di riflessione su un problema importante.
Biagio Gugliotta
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