A Cersosimo, dopo la recita che ha visti protagonisti i piccoli della scuola primaria e dell’infanzia, seguiti dalle maestre e alla presenza della dirigente Maria Giovanna Chiorazzo, del sindaco Pietro Gulmì, di tanti cittadini e familiari, un’altra bella pagina è stata scritta ieri dai ragazzi delle classi prima, seconda e terza della scuola media e da alcuni insegnanti: Violetta Amoroso, Teresa Palladino, Gioia Mimma, che hanno fatto visita agli anziani ospiti della Casa di riposo “Stella del Pollino”. Canti, baci abbracci. Sorrisi sotto l’albero che rappresenta la vita, quella vita che ci deve legare forte che ci deve far sentire uniti, nella consapevolezza che il destino di ognuno è legato all’altro. Il mondo, come l’albero, senza i suoi colori, le sue diverse genti, le sue diverse lingue, le sue diverse nazioni, sarebbe un tronco senza vita. “L’albero - come ha detto nella sua semplicità una ragazza - è il mondo… e il mondo è e dovrà essere la casa di tutti , la casa che dà calore, forza e speranza”. “Per questa ragione- si è sottolineato- ognuno di noi ha il dovere di contribuire a costruire e a mantenere solida la casa di tutti: il nostro Pianeta, la nostra Nazione, le nostre città, i nostri piccoli paesi”. “I nonni, segnati dal tempo, la testa tra le mani, lo sguardo fiero, sono la testimonianza della nostra storia, le nostre radici, rappresentano un vissuto che deve essere necessariamente punto di riferimento per partire o ripartire con slancio”. Questo l’insegnamento. I ragazzi lo sanno, lo si leggeva negli occhi, sanno che l’uomo ha la forza per cambiare le cose e per farlo deve guardarsi nel profondo. Nella casa di riposo ”La Stella del Pollino”, casa di uomini e di donne, dove l’età s’incontra e si prende per mano, dove l’età non ha età, dove i segni del tempo accarezzano i visi giovani, si capisce che i nonni sono bastoni solidi che ci sorreggono, e che i passi quotidiani di ognuno, grazie alla saggezza, diventano cammino, un cammino sicuro che porta verso la serenità e la pace, obiettivi raggiungibili solo se riusciamo ad augurare di cuore “Buon Natale”, così come hanno fatto con grazia e semplicità i ragazzi delle scuole medie.
Vincenzo Diego
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