La storia, anzi, la bella storia comincia a Pisticci, un grosso centro agricolo della provincia di Matera, nel lontanissimo 1894, quando Pasquale Vena, rinomato ed abilissimo pasticciere, non pago del suo già avviatissimo ed apprezzato lavoro, “inventa” un liquore tutto suo, ottenuto dall’infuso in alcool di alcune bel selezionate erbe officinali, di cui il territorio è molto ricco, tritate finemente a mano . Il risultato è assolutamente sorprendente: un ottimo liquorino delicatamente amaro , assai gustoso al palato e gradevole soprattutto come digestivo. Soddisfatto di quanto ottenuto, Pasquale Vena si convince ad aumentare la produzione, sempre artigianale, di questo nuovo prodotto che ,per prima cosa, propone ai suoi clienti, in abbinamento con i prelibati pasticcini. E’ un successo ed, al tempo stesso, è anche il preciso segnale che può intraprendere una nuova via commerciale con la produzione vera e propria di un liquore , come novità assoluta per l’area materana. Il solerte pasticciere, fiutato l’affare, si appresta a chiedere regolare licenza ai competenti uffici: la sua porta il numero uno della provincia di Matera e dà il via libera alla produzione dell’Amaro Lucano. Ormai non è più possibile tornare indietro, perché, proprio come Giulio Cesare, “ il dato è tratto”, ha attraversato irreversibilmente il suo Rubicone , per proiettarsi nella storia industriale in una Lucania agricola ,prima, e nel mondo ,poi. La bottiglia ,con l’accattivante pacchianella lucana sormontata dall’aquila reale (la Ditta fornisce nel tempo anche la Casa Reale), che sorregge la scritta “ Lavoro ed onestà”, entra in moltissime case per la gioia degli estimatori del buon gusto e del “meglio”. A raccontarla così, in poche scarne righe, sembra una piacevole favola. Invece è una storia lunga ben 120 anni, intrisa di sacrifici, di lavoro costante e parsimonioso, cui si sono dedicati primi i figli di Pasquale, Leonardo e Vincenzo ed ora il nipote Pasquale, giù affiancato da suo figlio Leonardo, la quarta generazione Vena, pronta come non mai, a portare sempre più in alto un’Azienda che, oggi a buon ragione, si identifica con l’intera Lucania, a tal punto da essere considerata figlia di tutti i lucani. E’ una cosa bellissima, dal sapore antico, unica.
Oggi, con in mente quanto scritto, siamo alla Fiera di Milano, dove all’ Host, la più importante manifestazione internazionale dell’Ospitalità, al padiglione 18, tra i 1787 espositori di vario genere, provenienti da tutto il mondo, troneggia il padiglione dell’Amaro Lucano, con i suoi 120 mq espositivi che formano il Bar Lucano. E’ una piazza vera e propria, caratterizzata da forti richiami alla terra di origine, con un terrazzo che si affaccia idealmente sui caratteristici paesaggi pisticcesi. Al Bar, tre maestri della mixology: Simone Maci, resident bartender e le guest stars Agostino Perrone, vincitori di numerosi premi internazionali, e Dario Comini, noto patron del Nottingham Forest, annoverato dal Finalcial Times tra i cinque migliori “ molecular bar” al mondo, ingaggiati per studiare e miscelare i migliori cocktail, a base di Amaro, da offrire alla degustazione gratuita durante la Fiera.
E qui, in questo angolo di Lucania, abbiamo il piacere di incontrare tutta la famiglia di Pasquale Vena al gran completo, attenta a presidiare con amorevole attenzione il “loro” territorio. Conosciamo Pasquale da quando, provetto giovanottino, veniva a Milano in compagnia del padre e dello zio, soprattutto nelle occasioni speciali da cui c’era da apprendere il mestiere.
Tra queste, non possiamo non ricordare la Mostra Archeologica “ I Greci sul Basento”, preparata dal professore Dinu Adamesteanu, in collaborazione con l’Università di Milano ed ospitata nei locali sotto piazza Duomo. Un saluto affettuoso, un abbraccio sincero tra conterranei e subito si comincia a parlare, ovviamente, dell’Amaro Lucano.
- Presidente, subito una domanda che mi tormenta, anzi , che tormenta tutti i lucani che conosco, e non sono pochi a Milano e non solo: è vero che l’Amaro Lucano è della Ramazzotti, che avete venduto la vostra Ditta?
- E’ assolutamente falso, ribatte con decisione, è una voce forse volutamente mandata in giro nel tempo per turbare il mercato. Ti ribadisco ed altrettanto faccio a tutti i lucani, che la Ditta è saldamente in mano alla Famiglia Vena, come lo è sempre stata sin dalla sua fondazione. Non abbiamo mai minimamente pensato a cedere ad altri quanto costruito negli anni dai nostri familiari. Anzi, con il passare del tempo, si è andata sempre più rafforzando la nostra posizione, tanto che io sono già affiancato nel management aziendale da mio figlio Leonardo, che rappresenta la quarta generazione e manteniamo senza problemi le venti maestranze che compongono la nostra forza lavoro.
- Siamo contenti di questo, anche perché, caro presidente, l’Amaro Lucano è sentito da noi tutti, come uno di famiglia e guai a chi ce lo tocca.
- E’ questa che tu dici l’affermazione più bella che potessi sentire. E’ una grande dimostrazione di affetto e di appartenenza, di cui devo pubblicamente, anche attraverso la Siritide, ringraziare di vero cuore tutti i lucani, a cui noi Vena ci sentiamo profondamente grati per l’attaccamento dimostrato, perché sono proprio loro , in fin dei conti, che ci permettono di vivere in un mercato particolarmente difficile, dove solo con la qualità e l’onestà si riesce a stare a galla. Grazie ancora e grazie anche a te ,carissimo Giovanni, per avermi dato questa possibilità.
- A proposito di mercato, come vanno le vendite dei liquori che , si legge da più parti, siano in forte calo? Il Lucano si salva?
- Dire che il nostro Amaro si salvi dalla crisi generale , direi una bugia. Debbo affermare, però e con piacere, che, nonostante il calo generale di una buona percentuale, il nostro prodotto mantiene sempre la sua posizione che, è bene saperlo, è tra le prime del mercato.
- Cioè, nella negatività della crisi, siete rimasti competitivi come sempre e con quale speciale strategia?
- Esatto. E’ proprio così. Abbiamo dovuto, per forza, adeguare le nostre strategie, come dici tu, alle nuove sfide di un mercato sempre più agguerrito e difficile. La prima strategia è stata la diversificazione dei prodotti. Produciamo, oltre all’Amaro naturalmente, anche il Caffè Vena, la Sambuca, il Limoncello ed un brandy speciale, in modo da offrire più scelte ai nostri abituali clienti. In questo modo, con più prodotti, riusciamo a bilanciare le vendite, come in una specie di vasi comunicanti. Altra strategia è l’ampliamento del mercato di vendita. Finora, il nostro bacino commerciale era limitato all’Italia. Con l’ingresso in Società di mio figlio Leonardo come direttore responsabile del marketing, abbiamo allacciati proficui contatti con i mercati tedeschi, Usa e inglesi, per cui stiamo ricevendo una positiva risposta in termini di penetrazione in questi nuovi territori, già quasi saturi di liquori. Noi anzi siamo convinti che il tenace lavoro che stanno facendo tutti indistintamente i nostri collaboratori porteranno grandi e meritati frutti. Per questo, mi sia consentito ringraziare e nominare i miei più stretti collaboratori, nonché gli altri siano da meno, Roberto Galantini, direttore commerciale, Roberta Piga, Junior Marcketing, Alberto Corte, brand manager, Paola Pengue, backoffice commerciale, Luca Pirola, presidente Bartender Italia.
- Insomma, caro Pasquale, i Vena guardano al futuro con molto ottimismo.
- E come potrebbe essere altrimenti, caro Labanca. Non dimenticarti che noi siamo lucani, con la testa buona, ma anche dura e non ci manca mai la tenacia per far fronte alle avversità, come la stessa Storia della nostra Terra ci ha dimostrato nei secoli. A tutto questo, aggiungiamo tanta passione ed amore per quello che facciamo ed il gioco è fatto.
Proprio così, caro presidente. Noi Lucani siamo davvero una “razza” speciale, forti “a cui Natura maschio petto concesse e cor gentile”, detto dal poeta Nicola Sole di Senise: non ci arrendiamo mai, perché sorretti anche dal magnifico ricordo di quell’arzillo signor Pasquale Vena, pasticciere a cui venne in mente ,una sera del 1894, di “inventare” un bel liquore, che non poteva non chiamare “Amaro Lucano”. Il meglio della vita.
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Progetto AllenaMenti: il giovane Alfonso Stigliani di Matera Alfiere della Repubblica
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Alfonso Stigliani, 18 anni, studente di una quinta classe dell'Itcg Loperfido-Olivetti di Matera, è Alfiere della Repubblica Italiana.
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La storia, anzi, la bella storia comincia a Pisticci, un grosso centro agricolo della provincia di Matera, nel lontanissimo 1894, quando Pasquale Vena, rinomato ed abilissimo pasticciere, non pago del suo già avviatissimo ed apprezzato lavoro, “inventa” un liquore tutto suo, ottenuto dall’infuso in alcool di alcune bel selezionate erbe officinali, di cui il territorio è molto ricco, tritate finemente a mano . Il risultato è assolutamente sorprendente: un ottimo liquorino delicatamente amaro , assai gustoso al palato e gradevole soprattutto come digestivo. Soddisfatto di quanto ottenuto, Pasquale Vena si convince ad aumentare la produzione, sempre artigianale, di questo nuovo prodotto che ,per prima cosa, propone ai suoi clienti, in abbinamento con i prelibati pasticcini. E’ un successo ed, al tempo stesso, è anche il preciso segnale che può intraprendere una nuova via commerciale con la produzione vera e propria di un liquore , come novità assoluta per l’area materana. Il solerte pasticciere, fiutato l’affare, si appresta a chiedere regolare licenza ai competenti uffici: la sua porta il numero uno della provincia di Matera e dà il via libera alla produzione dell’Amaro Lucano. Ormai non è più possibile tornare indietro, perché, proprio come Giulio Cesare, “ il dato è tratto”, ha attraversato irreversibilmente il suo Rubicone , per proiettarsi nella storia industriale in una Lucania agricola ,prima, e nel mondo ,poi. La bottiglia ,con l’accattivante pacchianella lucana sormontata dall’aquila reale (la Ditta fornisce nel tempo anche la Casa Reale), che sorregge la scritta “ Lavoro ed onestà”, entra in moltissime case per la gioia degli estimatori del buon gusto e del “meglio”. A raccontarla così, in poche scarne righe, sembra una piacevole favola. Invece è una storia lunga ben 120 anni, intrisa di sacrifici, di lavoro costante e parsimonioso, cui si sono dedicati primi i figli di Pasquale, Leonardo e Vincenzo ed ora il nipote Pasquale, giù affiancato da suo figlio Leonardo, la quarta generazione Vena, pronta come non mai, a portare sempre più in alto un’Azienda che, oggi a buon ragione, si identifica con l’intera Lucania, a tal punto da essere considerata figlia di tutti i lucani. E’ una cosa bellissima, dal sapore antico, unica.
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