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Recensione di “Il sangue non sbaglia" |
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17/10/2013 | Il bravo poliziotto non è senza paura, è un uomo che la paura ha imparato a conoscerla, a dominarla, ne ha fatto un’arma di difesa e contrattacco. Lo sa bene l’ispettore Giovanni Galasso, che in trent’anni di carriera ha imparato sulla propria pelle che l’unico modo per restare vivi è non abbassare mai la guardia. A Palermo ha subìto il più ignobile degli attacchi, ha dovuto accettare il trasferimento, e adesso alla Squadra Mobile di Roma ha trovato una seconda casa, un gruppo di amici leali, una famiglia. Ma nella vita di uno sbirro la pace non può durare troppo a lungo: succede così che l’omicidio di Anna De Caprariis, un’affascinante nobildonna nota nella capitale come organizzatrice di iniziative benefiche, diventa per Galasso l’inizio di un’indagine piena di insidie e int errogativi, destinata a riportare alla luce antichi misteri personali. Come quello del suicidio di Laura, sua fiamma giovanile, che scopre collegata alla De Caprariis attraverso discutibili amicizie. Tagliente, intenso, questo romanzo di Antonio Manganelli è un atto di amore verso un mestiere, un modo di vivere, ed è una macchina narrativa che unisce all’invenzione una miriade di autentiche storie criminali, intuizioni investigative ed emozioni strappate a una formidabile esperienza sul campo. Il confine tra realtà e finzione non è mai stato così sottile. Il libro che è un romanzo accattivante che invita il lettore a leggere con attenzione ed a riflettere sul difficile mestiere di ispettore che ha il difficile compito di scoprire il colpevole di un determinato reato raccogliendo prove fornite dai testimoni come si evince dal testo. Quello che viene narrato nel suo romanzo, si verifica anche nella realtà e lo si evince ascoltando il telegiornale o leggendo i giornali che spesso riportano scene di delitti avvolti da un alone di mistero come hanno dimostrato i molti casi di cronaca nera, di casi che sono stati risolti dopo anni di accurate indagini o non sono stati ancora risolti. E’ davvero difficile il compito del poliziotto che si trova di fronte cadaveri di persone esposte all’obitorio che devono essere sottoposti ad esame autoptico per scoprire l’ora del decesso e le modalità. Poi si trova di fronte il difficile compito di interrogare le persone sospettate o conoscenti della vittima per scoprire l’omicida ed il movente oppure se si è trattato di suicidio. Il libro scritto con un linguaggio semplice e lineare offre importante piste di lettura e spunti di riflessione su una professione difficile e rischiosa ma se svolta con passione può diventare accattivante.
Biagio Gugliotta |
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