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Recensione libro: La vera storia dell'uomo qualunque |
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11/08/2013 | Nel libro dal titolo “La vera storia dell’Uomo Qualunque”edito dalle Edizioni Solfarelli, Paolo Deotto e Luciano Garibaldi, parlano dell’Uomo Qualunque” prima come giornale e poi come movimento fondato da Guglielmo Giannnini giornalista, scrittore e commediografo mettendo in rilievo il suo carattere sanguigno ed irruento ed il suo movimento aveva un difetto fondamentale: era troppo moderno.
In un Italia che usciva sconfitta e stremata dalla Seconda guerra mondiale nonché in condizioni economiche critiche, il Movimento fondato da Guglielmo Giannini ottenne molti voti alle elezioni per la Costituente e alle amministrative del 1946, in particolare da quella parte di italiani che desideravano tornare ad una vita normale ed erano disgustati da una politica di settarismo ed arrivismo e volevano tornare ad essere cittadini e non più sudditi.
Dopo la fase iniziale, iniziò il tracollo tant’è che alle elezioni del 1948 ottenne pochi voti malgrado Giannini diventò parlamentare e nel 1953 addirittura si presentò come indipendente nelle file democristiane.
In seguito la sua figura si eclissò fino alla morte.
Il libro si conclude con un’appendice in cui gli autori mettono in rilievo il nesso tra lui e Beppe Grillo che all’inizio ebbe molti consensi tra i giovani e meno giovani scivati da una politica familistica ed amorale ed un’economia al collasso.
Pertanto non occorre essere preveggenti per capire che in questo modo i partiti faranno un buco nell’acqua lasciando a Grillo “Uomo Qualunque” del Duemila spazi elettorali immensi da percorrere in tutta tranquillità, trasformandosi a sua volta in un partito “pigliatutto”.
Dopo di che troverà ad attenderlo le forche caudine dei giochi parlamentari.
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