Chiaromonte:gli alunni del 'Santa Lucia' portano in scena la storia dei briganti
8/06/2013
Gli alunni delle classi quinte della scuola primaria dell’istituto comprensivo “Santa Lucia” di Chiaromonte hanno portato in scena “Un tuffo nel passato: sulle orme dei briganti”, nella suggestiva cornice del Palazzo Sanseverino. Il tema scelto, per la rappresentazione di fine anno, è inerente al nucleo tematico “Ambiente e territorio”, che è stato sviluppato nel corso dell’anno scolastico. Un tuffo nel passato, un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire l’altra storia, quella poco conosciuta, del brigantaggio lucano. Perché nasce il fenomeno del brigantaggio? Chi erano i briganti? Mitizzazione o criminalizzazione del Brigante? L’azione formativa è stata volta a riscoprire una parte di storia, forse male interpretata, che permette anche di chiarire tratti della storia attuale della nostra regione. Questo contesto diventa il filo conduttore per rispondere, da una parte, alle esigenze degli alunni e, dall’altra, per comprendere, tutelare, vivere e scoprire tutte le caratteristiche del nostro territorio. Il lavoro dei ragazzi è partito dal libro “Un brigante chiamato Libero- Come nacquero i briganti” di Vincenzo Labanca: un romanzo storico ambientato nell’Appennino Lucano nel periodo dell’Unità d’Italia, che affronta l’avvincente e quasi misconosciuto tema del Brigantaggio, e che ha come protagonisti personaggi misteriosi ed affascinanti, i Briganti. Gli attori in erba si sono anche cimentati in canti e balli, alla cui preparazione hanno collaborato il gruppo Suoni di Terranova di Pollino e la band dei Dirrupa Sound. Dell’iniziativa ci hanno parlato i maestri (Maria Cirigliano, Giuseppina Amorosi, Walter Guida, Antonietta Pettinato, Caterina Vitale): “Organizzare il tutto è stato molto impegnativo, inizialmente non pensavamo che i ragazzi si sarebbero appassionati così tanto.
L’idea nasce per avvicinare i ragazzi alla lettura e, successivamente, organizzare una drammatizzazione, per screditare il luogo comune secondo cui i briganti erano solo dei delinquenti, in realtà erano solo dei poveri disperati, in un periodo storico così particolare.”
La rappresentazione è stata tratta dal libro di Vincenzo Labanca, che alla domanda su come recuperare e tramandare la memoria di questa parte di storia a noi tanto vicina, ha affermato: “Far conoscere questa storia ai nostri ragazzi deve essere obbligatorio, prima che gli vengano raccontate solo bugie. Sono stati entusiasti di interessarsi della storia dei loro luoghi. I miei testi sono scritti sotto forma di romanzi per renderli più appetibili. Ho scritto quindici romanzi sulla storia meridionale e tre sul brigantaggio, frutto di quasi cinquant’anni di ricerche condotte con non poche difficoltà. Storie sempre costellate di difficoltà per il nostro sud.” “Sono orgoglioso di essere qui presente ed aver in parte seguito la preparazione dei ragazzi. Le maestre con impegno e dedizione sono riuscite a mettere insieme tutto. Sono orgoglioso come meridionale perché sono convinto che nel passato stia il nostro futuro e quello dei nostri giovani. Ci dobbiamo riappropriare dell’orgoglio di essere meridionali. Grazie per aver dato corpo ai miei sacrifici e alle mie ricerche”, ha concluso sul palco.
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