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Vienna Cammarota a Castelluccio Inferiore

30/03/2022

“Pochi minuti fa ho incontrato gli studenti di Castelluccio Inferiore, ragazzi molto interessati e mi hanno chiesto l’autografo sul braccio. Ho detto loro che noi tutti abbiamo la fortuna di vivere in un Paese ricco di storia e dall’immenso Patrimonio Ambientale. Ad esempio proprio loro hanno la grande opportunità di vivere nel Parco Nazionale del Pollino che è Geoparco Patrimonio UNESCO. E’ Geoparco in quanto ha caratteristiche geologiche non riscontrabili in altri Parchi. Poi ho detto che vivono in un borgo pieno di storia anche grazie al fatto che si trova sulla Via Regia delle Calabrie. Una strada di collegamento davvero importante, costruita da Ferdinando IV a fine ‘ 700 ed era la via percorsa anche dai grandi viaggiatori del Gran Tour. Allo stesso tempo, la Via Regia Borbonica è anche Via delle Memorie perché è stata utile agli emigranti che volevano raggiungere i porti dai quali imbarcarsi per l’America ma anche perché è stata luogo di eventi bellici importanti come ad esempio lo scontro tra le truppe napoleoniche e quelle borboniche o il passaggio di Garibaldi. La Via Regia delle Calabrie era la Napoli – Reggio Calabria dell’ ‘800 con le aee di sosta di un tempo. Infatti lungo tale strada non solo troviamo tracciati romani dell’antica Via Popilia ma ancora oggi possiamo ammirare ponti, taverne, osterie, cappelle, sorgenti, fontane di epoca borbonica! Ho parlato loro di Archeoclub D’Italia, questa grande famiglia che avvolge l’Italia nel profondo affetto per la valorizzazione del Patrimonio Culturale del Paese. Da 50 anni, con sacrificio ed amore, Archeoclub D’Italia si prende cura dell’Italia con 150 sedi in tutto il Paese e quasi 6000 soci ed un vertice presieduto da Rosario Santanastasio che sta davvero puntando sulla valorizzazione e la divulgazione del Patrimonio Culturale Italiano. Ai ragazzi ho detto dell’impresa che per me inizierà il 26 Aprile quando partirò dal Lazzaretto Nuovo di Venezia, un luogo meraviglioso dal punto di vista anche naturalistico, dove poter fare trekking ma allo stesso tempo splendido eco – museo in grado di raccontarci tante cose importanti sui cambiamenti climatici e della storia dell’Europa. Dunque dal Lazzaretto Nuovo, attraverserò 15 Nazioni per arrivare a Pechino a fine 2025 per narrare, descrivere, raccontare e documentare la Via della Seta in epoca contemporanea. Lo farò con l’Italia nel cuore e con la pace nel cuore. Durante il cammino che mi vedrà arrivare il 2 Aprile a Castrovillari, ho costantemente le bandiere dell’Italia e dell’Ucraina ed è stato un onore per me incontrare queste madri che con coraggio hanno fatto decine e decine di chilometri a piedi, sotto alle bombe, vedendo e rischiando la morte, per salvare i figli. Ecco penso che quanto fatto da loro sia la vera e grande azione di pace. Sarebbe bello se le madri ucraine possano ottenere il prossimo riconoscimento a Premio Nobel per la Pace!”. Lo ha affermato pochi minuti fa Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia che sta percorrendo la Via Regia delle Calabrie, partendo dallo studio curato dallo scrittore Luca Esposito, delegato Archeoclub D’Italia al Programma di Riqualificazione e Valorizzazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie, durato ben 8 anni e scaricabile su Accademia.eu .



In questo momento, Vienna Cammarota, sta visitando il Palazzo Marchesale di Castelluccio Inferiore.





Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia, Guida Ambientale Escursionistica di ASSOGUIDE, sta dunque attraversando numerosi borghi che si trovano sulla Via Regia delle Calabrie. Vienna è partita il 26 Marzo da Serre, in provincia di Salerno ed ha attraversato: Postiglione (Sa), Sicignano degli Alburni (Sa), Petina (Sa), Auletta (Sa), Pertosa (Sa), Polla (Sa), Atena Lucana (Sa), Sala Consilina (Sa), Padula (Sa), Montesano (Sa), Casalbuono (SA). Domenica pomeriggio Vienna ha iniziato ad attraversare la Basilicata con i borghi di Lagonegro (Pz), Rivello (Pz), Nemoli (Pz), Lauria (Pz), Castelluccio Superiore. Ora Vienna è a io Superiore (Pz), Castelluccio Inferiore (Pz) dove arriverà nel pomeriggio di oggi. Mercoledì Vienna Cammarota che sta camminando con le bandiere dell’Ucraina e dell’Italia si avvicinerà a Laino Borgo (Pz), poi Rotonda (Pz) ed arriverà nel pomeriggio a Morano Calabro (Cs) per concludere il cammino a Castrovillari (Cs) Sabato 2 Aprile, in Calabria.



Vienna entrerà nella storia, in quanto sarà la prima donna al mondo a raggiungere Pechino a piedi, sulla Via della Seta in epoca contemporanea. La 72enne Ambasciatrice di Archeoclub partirà dal Lazzaretto Nuovo di Venezia il 26 Aprile e arriverà a Pechino non prima di Dicembre del 2025.



Vienna Cammarota e i Pini Loricati del Pollino sulla Via Regia delle Calabrie Percorsi storici dedicati alle guerre Napoleoniche.

“Vienna avrà la compagnia del Pino Loricato (Pinus heldreichii H.Christ, 1863 più conosciuto come Pinus leucodermis Antoine 1864). Si è spesso detto che è una specie in via di estinzione, invece in alcune aree sembra in espansione con una grande vitalità.

Ma come si spiega questa sua grande vitalità in contrasto con la scarsa abbondanza nel suo areale?

Semplificando si potrebbe dire che nel periodo post-glaciale il Pino Loricato come pianta pioniera abbia per primo colonizzato vaste aree – ha dichiarato Giuseppe Cosenza, Guida Ambientale Escursionistica del Parco Nazionale del Pollino - per poi essere sostituito da boschi decidui di querce, carpino nero, acero, orniello e nelle quote più elevate dal faggio.

In questo modo sarebbe "sopravvissuto" in quei siti, tra i 700 e i 2260 m di quota dove le condizioni erano troppo avverse per altre specie: roccia calcarea-dolomitica affiorante ed estremamente drenata e conoidi detritici dello stesso materiale con clima tendenzialmente oceanico, abbandonando le aree "migliori" alle foreste caducifoglie.

Però a Prestieri (Castelluccio Superiore e Lauria) sotto il monte "La Spina" sembra di vedere una controtendenza.

In quest'area l'uomo attraverso una storica attività antropica potrebbe aver distrutto la foresta decidua, attraverso pascolo, incendio, coltivazione e disboscamento.

Ci sono segni evidenti di sistemazioni a gradoni dei terreni e anche un'aia per la battitura dei cereali.

I Pini Loricati di Prestieri si presentano di forma piuttosto regolare, tranne qualche eccezione dovuta a "incidenti" giovanili che hanno creato individui policormici.

Ci sono esemplari che superano il centinaio di anni con circonferenza di 3 metri. Nati probabilmente in una fase di transizione tra l'abbandono della coltivazione e la trasformazione del sito in pascolo. Questi esemplari attualmente sono circondati da boschi trattati a ceduo e presentano i segni della morte delle branche inferiore a causa dell'ombreggiamento delle sopravvenute specie caducifoglie.

La storia fitogeografica del Pino Loricato è molto più complessa di quello che sembra. La si può comprendere meglio non visitando i famosi patriarchi millenari, ma proprio attraversando quei ridotti lembi di foreste giovanili, sparse qua e là, dove meno te lo aspetti”.



Dunque la Via Regia delle Calabrie, la Napoli – Reggio Calabria dell’ ‘800, riesce per davvero a mettere insieme la narrazione del Patrimonio Ambientale e la narrazione del Patrimonio Storico.

A Castelluccio Inferiore è possibile vedere testimonianze uniche: il Palazzo Ducale, il Chiostro, ma anche l’ufficio postale di epoca borbonica! Un vero museo del tempo!

“A Castelluccio c’è il chiostro di un antico Convento, nel quale è possibile ammirare un bellissimo affresco dell’ultima cena di autore ignoto. Dunque c’era un Monastero francescano a conferma del passaggio della Via Regia Borbonica

Ma c’è anche la Fontana dei quattro piscicoli, interessante per il suo aspetto scenografico e per la ricercata solennità ed il rigore formale, con un timpano in rilievo all’interno del quale è collocata una lapide con lo stemma cittadino che reca la data di costruzione (1876). La fontana, utile per abbeverare gli armenti - ha affermato Luca Esposito, architetto, storico della Cartografia del Regno di Napoli, delegato Archeoclub D’Italia al Programma di Riqualificazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie ed autore dello studio: La Strada Regia delle Calabrie. Ricostruzione storico-cartografica dell’itinerario postale tra fine Settecento e inizio Ottocento, da Napoli a Castrovillari - e ristorare i viaggiatori lungo il Cammino Regio, sorge in una nicchia ricavata all’interno del muro di contenimento della strada che proviene da Castelluccio Superiore, ed è probabile che sia stata realizzata contestualmente ai lavori di questo nuovo tratto di strada per le Calabrie, iniziati nel 1866 ad opera del governo post-unitario. Poco più avanti il percorso storico abbandona nuovamente l’ex S.S. 19 per incanalarsi a sinistra lungo lo storico e ben conservato Ponte di S. Giovanni, sul fiume omonimo, la cui realizzazione viene fatta risalire al tempo dei romani.



Elegante e robusta la struttura ad arco del Ponte di S. Giovanni, di probabile origine romana, situato poco prima che la strada si addentri nel centro storico di Castelluccio Inferiore, in prossimità del luogo in cui sorgeva l’antica Porta cittadina. Il ponte, storicamente, è uno tra i più importanti e antichi presenti lungo tutta la Strada delle Calabrie.

Questo bellissimo ponte è inserito in un contesto paesaggistico altrettanto interessante, con la presenza di antichi opifici tessili recentemente ristrutturati e di un mulino ad acqua, in cui ancora oggi sono conservate molte delle attrezzature originarie (le macine, le tramogge, il buratto), databili tra fine Ottocento e inizio Novecento. La zona, attraversata dalle limpidissime acque del fiume S. Giovanni, si completa con un piazzale con delle vasche antica[1]mente utilizzate come lavatoio pubblico, riproducendo un pittoresco “microcosmo” che il recente intervento di restauro ha sapientemente valorizzato. L’ingresso della Strada Regia delle Calabrie nel centro storico di Castelluccio Inferiore coincide con l’inizio del tratto lastricato di via Roma, in corrispondenza del luogo in cui sorgeva l’antica porta del paese, lungo uno stretto budello che attraversa interamente il cuore del borgo lucano e che molto probabilmente, come sostengono gli storici locali, doveva coincidere con il decumano di epoca romana, transitato dalla via Popilia. A ulteriore supporto di questa tesi vi è la larghezza media del “decumano” (mt. 4,70) che corrisponderebbe sia a quella del ponte di S. Giovanni che alle misure medie delle carreggiate romane delle viae militares . L’attraversamento del nucleo storico di Castelluccio è molto suggestivo, in un contesto che conserva ancora il suo carattere medievale, con bei portali in pietra e le facciate di alcuni palazzi nobiliari corredate di eleganti loggiati.

Il nucleo originario, secondo le teorie degli archeologi, sorgerebbe sui resti della Tebe Lucana, fondata dall’antica popolazione italica degli Osci, mentre altre fonti vorrebbero localizzare il primo centro abitato sulle rovine di Nerulum, cittadina di origine presannita e romana, i cui resti si trovano a pochi chilometri dal paese. Il nome “Castelluccio” deriva dalla costruzione agli inizi del Cinquecento, ad opera dei Sanseverino, di un castello che fu controllato dal capitano lucano Lucio, da cui il nome Castel di Lucio. Dopo circa 200 metri dall’ingresso nel centro storico si presenta sulla destra un piccolo slargo in cui è possibile notare una palazzo con bel portale in pietra grigia scolpita e ante originarie in legno, ubicato al civico 199 di via Roma. Si tratta dell’edificio in cui anticamente era localizzata la Stazione di posta di Castelluccio , un tempo dotata di rimessa per il cambio dei cavalli e la sosta delle carrozze. Il fabbricato in questione, la cui facciata è stata di recente restaurata, coincide con l’ala nord del Palazzo Marchesale e sono ancora visibili le aperture dei locali adibiti a ricovero degli animali, mentre i due ordini di piani superiori ospitavano le stanze per l’alloggio dei viaggiatori. Ulteriore conferma dell’ubicazione del rilievo postale nel borgo di Castelluccio Inferiore viene fornita da un documento del 1828 che descrive l’abitato”.




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