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Scuole aperte e Dad. Le riflessioni della psicologa Ester Costantino |
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15/01/2022 | Un interessante spunto della psicologa Ester Costantino di Sant'Arcangelo, riguardante il tema dei bambini in relazione alla scuola di oggi e allo stile di vita segnato dall'emergenza sanitaria che stiamo vivendo da ormai due anni. Una nuova realtà con la quale bisogna convivere e perché no, da cui trarre degli insegnamenti.
“ #scuoleaperte! Questo hashtag ricorrente degli ultimi giorni mi fa pensare a una scuola sì, ma senza pareti, una scuola aperta appunto. Sono tante le opinioni discordanti su questa pandemia, su precauzioni e conseguenze, ma forse su una sola cosa “dovremmo” essere tutti d’accordo: meglio fuori che dentro per proteggerci dal virus. Allora, perché non cogliere l’occasione per organizzare attività con spazi aperti? Impariamo insieme ai bambini che sporcarsi con la terra, potrebbe sembrare a primo impatto sconveniente, fastidioso e stancante, ma esiste per fortuna, anche la prospettiva del divertimento e della leggerezza, di chi non è schiavo del proprio tempo e dei propri impegni. E la famosa vitamina D? Famosa almeno quanto il Sole che può aiutarci attraverso dei precursori a sintetizzarla! E la conoscenza dei 5 sensi? Quale posto migliore per svilupparla di un giardino, un boschetto, un rione? Quindi scuola si o scuola no? Scelte personali che possono essere valutate sulla base delle esigenze e delle condizioni della famiglia, sul numero dei contagi presenti nel posto in cui si vive, sulle sensazioni che ogni genitore ha e che non devono essere ne’giustificate ne’ giudicate. Purtroppo non esiste in questo caso la soluzione meno indolore, ma esiste un’opportunità, ed è quella di reinventarsi, farlo per i bambini ma anche per noi insieme a loro. Negli ultimi due anni sono cadute tante certezze, partiamo da quelle, e cerchiamo altri spazi e altri tempi da vivere, poi modificare, poi abbandonare e poi occupare di nuovo. Lavoriamo sull’educazione della famiglia, della scuola, dei contesti ricreativi…lavoriamo affinché le falle presenti vengano in qualche modo riempite dalla resilienza , intesa come bacchetta che trasforma gli eventi negativi in risorse per diventare come i super eroi, quelli che si sanno arrendere e che accettano le sconfitte perché le vedono solo come delle pause che prima o poi ripartiranno in play.Lavoriamo sul lavoro di rete tra tutto ciò che gira intorno al fanciullo: famiglia, scuola ed educatori che devono collaborare, confrontarsi e avere obiettivi comuni. Lavoriamo sulla nostra esperienza genitoriale, su questa fantastica occasione che ci è stata data. Le emozioni e la vulnerabilità ma anche la dipendenza dei figli nei nostri confronti, possono diventare intollerabili e questo rischia di far passare messaggi sbagliati: lavoriamoci. Non sforziamoci di fare la cosa giusta, al momento giusto, ma cerchiamo gli strumenti che li aiuteranno a fronteggiare la vita, a gestire la frustrazione dei suoi aspetti più spiacevoli ma anche ad avere gli occhi giusti per apprezzarne quelli migliori.”
Carlino La Grotta |
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