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Castelluccio S.: inaugurazione del primo Conservatorio italiano di Etnobotanica

10/11/2021

Il Conservatorio di Etnobotanica, situato a Castelluccio Superiore, e' un centro di ricerca e documentazione per lo studio della Botanica applicata e l'Etnobotanica; ospita l’erbario della flora lucana e mediterranea, xiloteca, frutti-semi e gemmoteca, completa la collezione botanica una biblioteca tematica e l’Hortus Basiliano come giardino dei Semplici e di varietà officinali ed alimurgiche lucane.
Luogo didattico teorico pratico esperienziale come abbecedario floristico delle specie utili alimentari, aromatiche, artigianali, curative e cosmetiche, per ricercare, studiare e ricostruire, la conoscenza sedimentata nei secoli, del ruolo dei vegetali per la vita sana, oggi definita Biologia Positiva - One Health.
Questo progetto scientifico culturale ha come obiettivo principale quello di raccontare ai visitatori il rapporto millenario tra le piante e l’essere umano, attraverso 3 ambiti tematici che raggruppano le specie a seconda dell’utilizzo, delle epoche storiche e della provenienza geografica, per far conoscere l’importanza che le piante hanno avuto per l'esistenza dell'umanità.
Ed ecco allora percorrendo i sentieri del Parco Nazionale del Pollino troviamo idealmente il Giardino dei Semplici, quello monastico e delle fragranze.
Il “Giardino dei Semplici” o delle piante di campagna, quale patrimonio di flora, spontanea disponibile o coltivata nei piccoli orti, per la vita di tutti i giorni: alimenti da piante alimurgiche e rimedi medicinali da piante officinali in uso in Etnomedicina.
“Il Giardino monastico” dalla tradizione dei monaci Basiliani, con varie specie vegetali utilizzate e coltivate nei monasteri di provenienza e poi da essi portate in Lucania.
Il “Giardino di fragranze”,  le piante aromatiche locali, arricchitosi nei secoli, con le fragranze vegetali provenienti dalle regioni mediterranee.
I fruitori sono stagisti universitari per integrare la formazione accademica e cultori delle discipline botaniche.

Programma

Sabato 13 novembre

ore 10:00 visita sede Conservatorio Etnobotanica – piazza Plebiscito;
Saluti:
Giovanni Ruggiero Sindaco di Castelluccio Superiore,
Paolo Campanella Sindaco di Castelluccio Inferiore
Valentina Viola VicePresidente Parco Nazionale del Pollino
Aniello Crescenzi Direttore ALSIA Basilicata
Vincenzo Salamone Presidente Fondazione VOS Onlus;
Egidio Salamone Coordinatore programmi socioculturali Fondazione VOS Onlus


Evento svolto in conformità dei vigenti provvedimemnti legislativi atti al contrasto ed al contenimento della diffuzione del Covid-19. Pertanto, l’accesso sarà consentito esclusivamente ai soggetti muniti di Certificazione Verde - Referto di test antigenico rapido

Programma attività:

Carmine Lupia - Direttore Conservatorio Etnobotanica; Giovanni Canora – Coordinatore didattico
Ore 13.00“Assaggi pietanze fito alimurgiche”





1° Seminario – Conservatorio di Etnobotanica


PIANTE A COLORI
Corso esperienzale con piante tintorie e fitoalimurgiche
Riservato a 20 partecipanti
Info preiscrizione –– 3383417350 – segreteria@botanicum.it


Sabato 13 novembre

ore 15:00 Visita Museo diffuso
ore 16:00 Seminario Piante a colori c/o Conservatorio Etnobotanica piazza Plebiscito:
Carmine Lupia etnobotanico; Giovanni Canora dietista - CoFondatore cattedra Unesco Salerno
“Plantae Medicinales Mediterraneae”.
ore 19:00 “Salsiccia di fegato Castelluccese” e caldarroste - piazza Plebiscito, a cura della Pro Loco;

Domenica 14 novembre

ore 09:00 Raccolta “Rosa canina” e piante coloranti – Foliage - incontro c/o sede AgriEvra loc. Pastani.
ore 11:00 Preparazione “salsa” condimento con cinorrodi di “Rosa canina”;
ore 13:00 “Assaggi pietanze ancestrali”
ore 15:00 Mordenzatura, ebollizione, immersione tessuti; Maria e Michela Rivecca, stiliste green Cosmesi vegetale, formule e preparazioni; Elisa Giorgio, farmacista, cultrice Piante Officinali





Evento svolto in conformità dei vigenti provvedimemnti legislativi atti al contrasto ed al contenimento della diffuzione del Covid-19. Pertanto, l’accesso sarà consentito esclusivamente ai soggetti muniti di Certificazione Verde - Referto di test antigenico rapido

Il Conservatorio Etnobotanica ha come obiettivo di fondo la formazione universitaria e post laurea sulla Botanica applicata, l'Etnobotanica e la valorizzazione sostenibile della Valle del Mercure e area del Pollino.
Centro specializzato per lo studio della flora lucana e mediterranea, è articolato in una serie di strutture e di sezioni operative che devono consentire lo svolgimento delle seguenti attività:
• raccolta sistematica di campioni della flora spontanea, nei diversi piani vegetazionali (dal Lauretum al Fagetum);
• determinazione e riconoscimento dei campioni;
• erborizzazione dei campioni; allestimento erbario;
• raccolta di campioni di legno per realizzazione xiloteca;
• visite didattiche guidate, lungo percorsi naturalistici appositamente realizzati per lo studio botanico e fitosociologico.

Valle del Mercure e Parco del Pollino
La funzione del conservatorio è di promuovere altresì lo sviluppo di attività di impresa basate
sull’utilizzo delle risorse naturali, in quanto esso:
• rappresenta un momento di studio nel campo dell’educazione ambientale, a supporto delle future iniziative con valenza prettamente economica che potranno essere avviate dalle imprese;
• svolge un’azione diretta ed indiretta di conservazione delle risorse, in particolare di quelle identificabili con il germoplasma di tante specie e varietà vegetali;
• valorizza la riscoperta di siti naturalistici peculiari e di altissima valenza ecologica;
• determina un forte dinamismo culturale, con soggiorni di studio per studenti, esperti, ricercatori ed appassionati, a livello regionale nazionale ed internazionale;
• promuove un importante indotto economico (settore dei servizi alla persona ed alle imprese) collegato alla primaria esigenza di incrementare le recettività alberghiera sia di tipo tradizionale che nelle nuove forme del paese albergo;
• consente di allargare l’arco temporale dell’ospitalità alberghiera, superando l’attuale tendenza ad una concentrazione delle presenze limitata ai soli mesi estivi, con una distribuzione tendenzialmente omogenea nei dodici mesi dell’anno, in quanto il target interessato ai soggiorni di studio e di ricerca garantisce una presenza assolutamente svincolata dal criterio della stagionalità e della permanenza di breve o brevissimo periodo: semmai, potrebbe affermarsi in modo generalizzato una presenza distribuita nelle diverse stagioni perché è esigenza dello studioso e del ricercatore, poter seguire in tutte le diverse fasi fenologiche lo sviluppo della flora spontanea.

OBIETTIVI SPECIFICI
• valorizzazione di tipo sostenibile delle risorse naturali, storiche e culturali;
• contrasto delle condizioni di isolamento e di marginalità sociale e culturale cui spesso sono condannate tante aree interne della Basilicata;
• attivazione di flussi turistici caratterizzati prevalentemente da interessi di tipo culturale e scientifico, di provenienza nazionale ed internazionale;
• promozione di un sistema di ricettività diffusa, basata sul sistema del paese albergo;
• creazione di possibilità occupazionali dirette a favore di giovani laureate e di giovani laureati, anche per contrastare il triste fenomeno dell’esodo intellettuale
• sviluppo di attività economiche nel settore dell’artigianato tradizionale, dell’agricoltura di qualità e delle produzioni tipiche;
• sviluppo di attività economiche indotte, nel settore dei servizi (ristorazione, trasporti, commercio, ecc.);
• miglioramento generale delle condizioni di vita delle popolazioni locali.


COLLABORAZIONI

La presente iniziativa, promossa da Fondazione VOS è sviluppata ricercando le necessarie sinergie con enti, università, scuole, imprese ed organizzazioni territoriali. Saranno direttamente coinvolte il Parco Nazionale del Pollino, l’Amministrazione Regionale Basilicata e Provinciale di Potenza, l’Amministrazione Comunale di Castelluccio Superiore e della Valle del Mercure, l’A.L.S.I.A.
La partnership dell’iniziativa, costituita da Università italiane e di numerosi paesi stranieri (Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera) e da scuole ad indirizzo agrario ed agro-ambientale, oltre che supportare gli aspetti strettamente scientifici del progetto potrà indirizzare i flussi di studenti e ricercatori, il cui soggiorno di studio nelle strutture ricettive dell’area garantisce la sostenibilità economica dell’iniziativa.

PIANTE A COLORI – seminario teorico esperienziale inaugurale

In passato era molto diffuso, specie tra i pastori, il consumo dei frutti molto maturi, a fine inverno, allo stato fresco, particolarmente ricchi di vitamina C. Le gemme sono importanti in fitoterapia per la produzione di gemmoderivati. In alcuni casi le bacche (cinorrodio) erano impiegate per la preparazione di marmellate. Altre volte si utilizzavano per ottenere sughi rossi, pratica molto probabilmente risalente alle epoche antecedenti l’introduzione del pomodoro. La descrizione di alcuni piatti e anche qualche dipinto fa comprendere la presenza di un condimento rosso antecedente alla scoperta dell’America, il tutto confermato da una tradizione sull’utilizzo che ha resistito fino al secolo scorso. La preparazione e il gusto sono pressochè indentici a quelli del pomodoro.

La tintura e la pittura con pigmenti naturali sono arti antichissime che risalgono alle origini dell’umanità e traggono le loro materie prime dalle infinite varietà del mondo vegetale, animale e minerale. La pratica di produrre coloranti naturali è tanto nota quanto diffusa ed attuata da millenni a scopi artistici, rituali, ornamentali, cosmetici ed alimentari. Le piante coloranti hanno avuto una immensa importanza nella storia economica e politica, negli scambi culturali, nelle arti e nello sviluppo delle scienze e delle tecniche. Alcuni vegetali, i più noti per le loro proprietà coloranti, sono stati coltivati e commerciati, divenendo agenti economici importanti ed influendo in maniera determinante sullo sviluppo d’intere regioni. Quasi tutti i coloranti richiedono un trattamento del supporto che permetta loro di penetrare nella sua struttura molecolare e di aderirvi in modo stabile. Nei tessili il trattamento consiste nella bollitura in acqua, con aggiunta di fissativi (sale oppure fissativi vegetali naturali) e prende il nome di mordenzatura. L’estrazione dei pigmenti avviene nella maggior parte dei vegetali per macerazione e decozione in acqua. Il materiale mordenzato è immerso nel bagno di colore, contenente i principi coloranti precedentemente estratti, e quindi tinto con tempi e temperature idonei e specifici a seconda dei diversi pigmenti. Il colore rosso prodotto nella nostra esperienza durante il seminario sarà ricavato dalla bollitura della corteccia di ontano e si userà come fissativo il sommaco e la paletta di fico d’ India.

AREA DELLA VALLE DEL MERCURE: l’ambito territoriale pilota.
L’area della Valle del Mercure ricade nel comprensorio che abbraccia tre importanti regioni Basilicata, Calabria e Campania ed è rappresentativa di molta parte del contesto territoriale del sud Italia. In particolare, ben rappresenta le caratteristiche ambientali e storico-culturali della fascia collinare e montana del versante tirrenico e ionico. Si tratta di un’area caratterizzata da una sostanziale marginalità sociale ed economica, dove appare particolarmente urgente la necessità di promuovere attività imprenditoriali e iniziative capaci di innescare un generale processo di sviluppo, partendo dallo studio approfondito delle risorse disponibili e sperimentando idee progettuali innovative e di generale applicabilità in ben più vasti contesti territoriali.
Si può senz’altro affermare che, per molti versi, l’area della Valle del Mercure rappresenta una felice sintesi di armoniosa convivenza tra l’uomo e la natura. Sintesi anche, tuttavia, della crisi che si accompagna ad inadeguate politiche di sviluppo delle zone interne, e che tende a manifestarsi – negli ultimi anni – anche in termini di esodo patologico dalla montagna, con tutto ciò che di negativo (pericolo di dissesti idrogeologici, spopolamento ed abbandono, eccessiva urbanizzazione in aree costiere, perdita di identità culturale, ecc.) ad esso si accompagna.
L’adeguata valorizzazione delle risorse potrebbe senz’altro rappresentare un momento decisivo verso un complessivo riscatto sociale ed economico dell’area.
Le risorse del territorio sono identificabili in primis nelle bellezze naturalistiche, di cui una componente di fondamentale importanza è rappresentata dalla ricchezza floristica.
La Valle del Mercure è al centro di un territorio morfologicamente molto vario, con matrice geologica differenziata, dalle caratteristiche climatiche riferibili al tipico clima mediterraneo, ma con marcate differenze stagionali esaltate dalla componente altitudinale. Un insieme di situazioni orografiche a volte estreme, un territorio spesso ricco di scaturigini sorgentizie importanti, con un sistema idrologico complesso fatto di aste torrentizie che disegnano percorsi tormentati ma allo stesso tempo di selvaggia bellezza, punteggiate da un gran numero di piccole e grandi cascate che creano effetti e sensazioni visive uniche ed irripetibili; una copertura vegetale naturale interrotta solo dai coltivi e qualche altra volta da interessanti formazioni geologiche che si presentano sotto forma di spettacolari pareti a strapiombo (zona di nidificazione per molte specie di uccelli) e profonde gole. L’estrema variabilità ambientale sopra descritta spiega, probabilmente, la corrispondente estrema variabilità e ricchezza floristica: un patrimonio naturale di eccezionale valore, ad altissimo indice di biodiversità, ricco di endemismi, ecotipi, foreste ed alberi monumentali, da tutelare attraverso una responsabile valorizzazione. Di quanto sopra si potrebbe fare un lungo elenco, ma qui basta fare un veloce cenno alle particolarità botaniche che si accompagnano alle estese formazioni di macchia, ai querceti caducifogli del piano del castagno, agli splendidi boschi di pino laricio, abete bianco e faggio del piano montano superiore:
• le formazioni di Pino Loricato, che rappresentano un’assoluta rarità vegetale in Italia;
• la presenza di endemismi, alcuni dei quali molto rari;
• i boschetti naturali di alloro, che spesso fanno corona alle ombrose nicchie scavate dall’acqua dei torrenti;
• gli alberi giganti sparsi in gran numero in diverse contrade.
E poi la ricca rete sentieristica, in parte già realizzata ed in parte in via di realizzazione, che assicura ad un vasto pubblico di appassionati la fruibilità corretta e responsabile del territorio, sia per scopi educativi e didattici e sia per scopi genericamente collegabili all’esercizio del turismo naturalistico.




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