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XV Giornata Europea contro la tratta degli esseri umani |
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18/10/2021 | Sono passati più di settant'anni da quando l'Assemblea Generale delle Nazioni unite affermava nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che la libertà, la giustizia e la pace nel mondo si reggono sul riconoscimento della dignità e dei diritti di tutti “i membri della famiglia umana”.
Settant'anni da quando si metteva solennemente nero su bianco che “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali”, che ad ogni individuo spetta il riconoscimento dei propri diritti “senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione”.
Settant'anni da quando si sanciva ufficialmente che “nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù” e che “ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato” e “il diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese”.
Se noi oggi siamo qui a celebrare come si fa ormai da 15 anni l'istituzione della Giornata Europea contro la tratta fortemente voluta nel 2006 dalla Commissione Europea, non è solo per rendere omaggio e restituire dignità alle donne e agli uomini ospiti delle nostre case dopo essere state vittime del redditizio business criminale dello sfruttamento sessuale e lavorativo, non è solo per gridare che il fenomeno odioso della tratta purtroppo continuare a tenere in schiavitù tante persone anche nella nostra piccola regione, ma è anche per ricordare prima di tutto a noi stessi che i sacri principi della Dichiarazione universali dei diritti umani per milioni di persone sulla faccia detta terra continuano ad essere inevasi e che finchè le parole di quegli articoli non diventeranno sostanza e carne avremo ancora tutti da lavorare. E da denunciare.
Don Marcello Cozzi
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