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La storia dell'antico monastero di Sagittario

25/11/2019

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un testo, a cura di Amedeo Percoco, dedicato alla storia del monastero di Sagittario, un luogo che si trova nel territorio di Chiaromonte, suggestivo, importante da un punto di vista storico e per il quale si auspica, da anni, una reale riqualificazione. Consigliamo di leggere il testo che segue perché racconta, in maniera precisa anche se sintetica, l’antica storia del monastero.

L’ORDINE MONASTICO DEI CISTERCENSI

Anno 909
Guglielmo duca di Acquitania dona all’Abate Bernone un fondo di sua proprietà a Cluny (Borgogna) perché vi edificassero un monastero.
La comunità monastica che vi si installa, formata da circa 10 monaci, si richiama alla regola di S.Benedetto “ora et labora”.
A Cluny il monaco è tale e non un feudatario. C’è un grande recupero del senso religioso, all’epoca un po smarrito dagli ecclesiastici, che presto viene imitato da altre comunità monacali, tanto da far nascere un nuovo ordine con a capo un Priore per ogni convento e che tutti poi rispondevano del loro operato al solo Abate di Cluny.

Anno 1073
Ildebrando di Soana, monaco che aveva studiato a Cluny, diventa papa con il nome di Gregorio VII.
Riforma profondamente l’istituzione ecclesiastica.

Anno 1098
La riforma gregoriana ai monaci non basta e Roberto di Molesme accusa l’ordine di essersi troppo allontanato dalla regola di S. Benedetto e seguito da un gruppo di monaci si distacca da Cluny e fondano nei pressi di Digione, sempre in Borgogna, nella foresta di Citeaux un nuovo monastero.
La loro intenzione è di tornare all’ascetismo con una liturgia più semplice e con più lavoro per i monaci.

1112
Entra nel nuovo ordine Bernardo di Clairvaux (Chiaravalle) che dà un fortissimo impulso al movimento che ha assunto il nome “CISTERCENSE”. E’ lui che fonda l’abbazia di Clairvoux nella regione della Champagne, in una radura isolata dove abbondano acqua e legname, indispensabili per l’autosufficienza e l’isolamento dal mondo, come previsto dalla regola cistercense. Da quel momento l’Ordine si diffonde in tutta Europa, tanto che all’inizio del 1300 si contano più di 500 abbazie sparse in tutta Europa.

CERTOSINI- Nello stesso periodo di distacco da Cluny un gruppo di sette monaci costruisce un Monastero sul massiccio della Grand Chartrese (Certosa da cui deriva il nome del nuovo ordine) vicino a Grenoble, in Francia. Questo nuovo Ordine è ancora più radicale dei cistercensi, ritenendo che solo l’isolamento più totale permetterà loro di seguire la vera regola di S. Benedetto. Al centro della vita monastica c’è solo silenzio e solitudine, come vera gioia dello spirito.


BREVI CENNI DI STORIA DI SAGITTARIO


Le fonti storiche circa la fondazione del Monastero di S. Maria del Sagittario non sono ben chiare e molti studiosi che si sono cimentati nelle ricerche sul monastero come data più attendibile indicano il 1152 ad opera di Alibreda Chiaromonte.
La famiglia Chiaromonte, il cui capostipite era VERULANDO, venne in Italia nel 1047, al seguito di Roberto il Guiscardo, e si insediò nel territorio, costituendovi la omonima Contea.
Le origini del monastero risalgono al 1061 quando Manfredi di MURINO – ricco signore di Chiaromonte- costruì una chiesa in un fondo di sua proprietà in località VENTRILE, nella confluenza tra Sinni e Frida,e che qualche tempo dopo avrebbe ceduto ad una comunità benedettina, la quale ampliò la struttura costruendovi un monastero. Detto sito, nel tempo si è rivelato insalubre, indifendibile e sopratutto pericoloso a causa delle inondazione dei due fiumi. Pertanto si rese necessario il suo trasferimento in un luogo vicino e più sicuro; a tal fine nel 1152 i benedettini costruirono il nuovo monastero in località SAGITTARIO, luogo più sicuro e ricco di boschi ed acqua.
Il nuovo monastero intorno al 1200 venne incorporato all’ordine Cistercense di Casamari, che dal 1112 con l’entrata di Bernardo di Chiaravalle, in europa, era diventato l’ordine monastico più prestigioso. Il primo abate che si insediò a Sagittario fu PALUMBO con 12 monaci provenienti da Casamari.
Da questo momento VENTRILE assume il nome di SAGITTARIO VECCHIO e diventa Grancia di Sagittario.
Nel 1203 Rinaldo del Guasto e la moglie Agnese di Chiaromonte donarono al monastero tutto il territorio di Castro Sicileo.
L’abate Palumbo in pochi anni riesce ad accrescere il patrimonio del monastero e già nel 1216 Papa Onorio III conferma il cospicuo patrimonio e la protezione da parte della S.Sede.
Palumbo resta in carica circa 20 anni.
Circa il toponimo Sagittario qualcuno riferisce che esso deriva da un accaduto prodigioso. Dei cacciatori, trovandosi in quella zona, avrebbero notato che le frecce lanciate contro la bestia ritornavano ai piedi dei cacciatori e che in un anfratto venne ritrovata una statua della Vergine, forse abbandonata da Monaci perseguitati durante il periodo iconoclastico.
In ogni caso si ricorda che il De Lauro, nei suoi scritti, riferisce che nella chiesa dedicata alla Vergine, nel monastero, vi era su una parete, un affresco riportante l’accaduto prodigioso dei cacciatori.
Sagittario era l’unico monastero cistercense maschile in Basilicata.
E’ da ricordare che tra il fondatore dell’ordine ed il re Ruggero erano stati presi accordi affinché in Lucania, Calabria e Sicilia si istituissero monasteri satelliti con riferimento al centro nodale ed operativo dell’Ordine posto in Calabria presso la badia della Sambucina.
Nel 1221 Federico II concede al monastero del Sagittario la Trisaia di Rotondella ed il bosco Ventroso di Oriolo.
Sagittario è filiazione di Casamari, gode il favore dei feudatari e della popolazione locale; è un attivo laboratorio di arte e scienze. Alcuni monaci hanno ricoperto ruoli importanti, come Nicola che nel 1210 è nominato Cardinale, mentre Roberto e Leonardo sono stati Vescovi di Anglona, rispettivamente 1241/1253 e nel 1269.
Agli inizi del 1300 a Sagittario entra come converso l’eremita Giovanni da Caramola proveniente da Tolosa-Francia-, che dopo poco riceve dall’Abate Ruggero l’abito monastico. La santità dell’uomo ed i miracoli attribuitigli amplificano, dopo la morte avvenuta il 26 agosto del 1339, il culto del Beato.
Il culto del Beato è così forte ed esteso che si rende necessario costruire e dedicargli una chiesetta a fianco della chiesa madre dedicata alla Vergine; aumentano le oblazioni a favore del monastero che così accresce e consolida la sua posizione economica, grazie anche alla protezione da parte di Giacomo Sanseverino e sua moglie Margherita Chiaromonte.
Giova qui ricordare alcuni possedimenti di Sagittario per meglio comprendere l’importanza storica del monastero:
Possedimenti in Basilicata:
-Chiaromonte: Ventrile e la grancia nel centro abitato lo Tempa di S. Iorio acquisita nel 1611;
-Castelluccio inferiore, grancia di S.Anna:
-Francavilla, casale di S.Nicola di Ventrile;
-Maratea. Grancia di S.Bernardo;
-Noepoli, Chiesa di S.Pietro de Rubeo e Chiesa di S. Maria de Sicileo;
-Rotondella, Chiesa di S.Maria de Lauro e Ciesa di S.Pietro alla Trisaia;
-Senise, Chiesa di S. Nicola de Salza, Chiesa di S.Acinapura, cappella di S.Onofrio, Chiesa di S.Filippo
-Viggianello, chiesa di S.Atanasio;
-Policoro- nel 1214 Raimondo il Guasto dona il castello, all’epoca costituito da una chiesa, un monastero basiliano ed un casale;
Possessi in Calabria:
-Adessia chiesa di S.Lorenzo;
-Cariati, chiesa di S.Basilio e S. Caterina;
-Malvito, chiesa di S.Agata;
-Oriolo, grancia di Ventinoso e chiesa di S.Costantino;
-Rocca Imperiale chiesa di S.Maria del Pertusio;
-S.Marco Argentano, grancia di S.Agata;
-Spezzano, chiesa di S. Nicola;
-S.Ugarico chiesa della SS.Trinità;
-Tarsia, chiesa di S.Vincenzo dell’Ospedale.
-Nel 1441 Sagittario passa sotto il regime della Commenda ed il primo commendatario è Bartolomeo Lombardi. Da questo momento in poi, con il susseguirsi dei successivi Commendatari ( 1503 Giovannelli di appena 14 anni, nipote di Ugo Vergallito; 1553/1606 Girolamo) il Monastero attraversa il periodo più buio e viene coinvolto negli scontri tra le varie fazioni politiche.
Nel 1528 Sagittario, ben noto per la sua importanza come centro non solo spirituale, ma sopratutto economico e scientifico e letterario, viene saccheggiato, incendiato e distrutto dalle truppe francesi del Lautrec.
Nel 1554 i lavori di ristrutturazione del monastero ancora non erano stati del tutto completati.
Nel 1572 Giustino Bissolato, a seguito di una ispezione, trovò alcune parti del monastero in condizioni gravi, come la chiesa della Vergine, il Chiostro ed il Refettorio. Responsabile dello stato del monastero venne additato il commendatario di allora Girolamo Vergallito.
C’è da riferire che dalla seconda metà del 1500 nei monasteri cistercensi si vive un clima di confusione e disordine, anche per il malcostume dei monaci, compresi quelli di Sagittario.
Si sente l’esigenza di apportare riforme adeguate non solo nelle singole comunità monastiche, ma nella intera famiglia cistercense.
Nel 1606 la riorganizzazione della Provincia monastica Calabro-Lucana pone le premesse per la riforma del monastero di Sagittario. E solo con il Priore Girolamo CARICATI di Latronico (1596/1613) a Sagittario si pone fine ed ordine alle pretese del Commendatario, al comportamento riottoso di alcuni monaci e si da sopratutto inizio alla ristrutturazione con un nuovo Refettorio e Chiostro, due dormitori con 11 Celle e sistemazione delle cantine. In questo periodo anche la Grancia di Ventrile viene ampliata.
Il successivo Priore Michelangelo De Simone di Laino (1614/1624) completa le opere di restauro ed ammodernamento dell’Abbazia.
Nel 1664 Papa Alessandro VII aggrega Sagittario alla provincia monastica toscana; a nulla sono valse le rimostranze da parte del popolo e delle autorità locali.
Il 2/9/1726 papa Clemente XII restituisce Sagittario alla originaria provincia Calabro-Lucana.
Anche durante l’appartenenza alla provincia toscana Sagittario incrementa il suo patrimonio e continua a procedere in quel processo di ampliamento iniziato tanto tempo prima; ed il Vescovo di Tursi Carlo Sabbatini (1702/1732) riconsacra la chiesa.
Nell’ultimo decennio del 1700 la comunità monastica comincia a disperdesi ed il priore è costretto a rifugiarsi a Chiaromonte.
Le leggi eversive della feudalità del 1806 ne determinarono il fatale declino e le sue sostanze vennero catalogate nello “Stato Generale dei beni del Monastero” , documento redatto a Potenza il 9/6/1807 dal Direttore dei Demani Barriere e che trovasi nell’Archivio di Stato di Napoli. Nel 1808 il monastero fu soppresso ed il Demanio incamerò i cospicui beni del monastero; la sua ubicazione in un sito lontano dai centri abitati non ne permise il riutilizzo da parte degli enti pubblici.
Nel 1812 il regio demanio ne vendette i materiali, come travi e legnami, mentre nel 1814 fu venduto il fondo boscoso con i casamenti diruti. I nuovi proprietari di Sagittario erano i signori Brandi e De Salvo.
Sagittario fu un santuario mariano molto frequentato, specialmente nella festa del 15 agosto; in quel giorno vi si svolgeva anche una grande fiera di animali.
L’abate Gregorio De Lauro nel XVII secolo dà una ampia descrizione, sia per quanto riguarda le opere religiose ed artistiche che scientifiche. Vi è una ampia produzione di libri di scienze naturali, che riportano ed illustrano la ricca flora di erbe medicinali che ivi si trovano.
Sulle opere redatte in Sagittario veniva stampigliato il timbro del monastero, consistente in un ovale con all’interno la lettera S maiuscola attraversata da una freccia.
Alcuni arredi del monastero sono in diversi siti; a Lauria nella chiesa di S.Giacomo oltre al coro anche il leggio, un grande armadio e diverse porte finemente intagliate. A Chiaromonte le reliquie del beato Giovanni da Caramola, mentre la chiesa di S. Tommaso conserva l’altare maggiore in marmo.
Numerosi erano boschi, masserie, chiese e grancie possedute da Sagittario sia in territorio lucano che calabro.
Le grancie di Chiaromonte si ricordano per la loro particolare funzione, sia quella di Ventrile, indicata da sempre come Sagittario vecchio, e sia quella del paese, in parte adibita a carcere mandamentale nel 1814.
Maggiori notizie, circa i beni del Sagittario, si possono consultare nella Platea (raccolta di tutti i documenti del Monastero di S. Maria del Sagittario) compilata nel 1661 dall’abate Gregorio De Lauro.
Nel 1941 gli abitanti di Sagittario hanno costruito l’attuale cappella dedicata alla S. Vergine Madonna del Carmine; l’otto ottobre del 1941 il Vescovo Lorenzo di Tursi, per venire incontro al culto nascente della Madonna del Carmine di Sagittario, autorizzo l’Arciprete di S.Severino Lucano a cedere per detta Madonna due corone in argento del Santuario del Pollino.


NOTE
Le notizie sono state rilevate da pubblicazioni di vari autori fra cui:
-F. Caputo
-V. Verrastro
-R.Faggella
-G. Percoco
-F. Elefante
-L. Bubbico
-A. Angela




foto da www.cistercensi.info



archivio

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