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E’ di scena Ferrandina con “A Ckíëdë Tíëmbë…!”

6/06/2012

Continua la serie delle attività dei Venerdì Culturali di Presenza Lucana con la cartella “Storie e tradizioni del Sud” che questa volta è stata dedicata a un incontro itinerante per la “Promozione del patrimonio culturale, storico e artistico della città di Ferrandina” con la presentazione di un testo curato dall’Associazione La Cupola Verde, dal titolo: “A Ckíëdë Tíëmbë…! Personaggi, luoghi e fatti della memoria ferrandinese” Matera, Arteprint 2011.
L’appuntamento si è svolto presso la sede di Presenza Lucana, in Via Veneto 106/A. Hanno preso parte all’incontro, gli autori del libro:
• Nicola Pavese e Filippo Radogna, rispettivamente, Presidente e Direttore dell’Associazione e del mensile “La Cupola Verde”,
• Giuseppe Coniglio (Ricercatore all’Università di Napoli e Saggista),
• Pio Rasulo (Scrittore e poeta, già Docente presso l’Università di Lecce),
• Michele Santoro (Presidente dell’Associazione Culturale Presenza Lucana) come moderatore.
• Daniela Ippolito, arpista di San Mauro Forte, che ha intervallato, nel corso della Manifestazione, suoni e canti della tradizione popolare lucana con un recital dal titolo “Tra canti di lavoro e di emigrazione”.
Il Presidente Nicola Pavese, operatore culturale oltre che pittore formatisi nella scuola del grande Guerricchio, ha spiegato, quali sono state le motivazioni che hanno reso possibile, al decimo anno di attività associativa, la pubblicazione del testo “A Ckíëdë Tíëmbë…!
Filippo Radogna, Direttore del mensile “La Cupola verde – Notizie, ha chiarito, che il libro non è stato formato solo da storie contenute nei dieci anni del mensile, ma che è stato realizzato da un vero lavoro di gruppo che ha avuto, come protagonista, un intero paese desideroso di lasciare traccia indelebile del tempo. “In sintesi volevamo un qualcosa che servisse per stimolare il dibattito tra i cittadini, e Ferrandina è la metafora di tutti i nostri paesi. Qui si è svolta la prima rivolta contro i Borboni e questo è avvenuto prima che Garibaldi risalisse dalla Sicilia. Poi nel testo si son voluti segnalare altri avvenimenti importanti che son serviti a distaccare la città da un isolamento nel quale versavano tutti i paesi della Basilicata. Così tra le tante storie narrate ce n’è una legata all’arrivo dell’energia elettrica e della ferrovia. La civiltà contadina è alla base di tutto..” (Filippo Radogna)
Il testo si presenta bene graficamente, con molte foto d’epoca, come la prima di fine sec. XIX. Le prefazioni al testo sono dell’Assessore alla Formazione, Lavoro e Cultura Rosa Mastrosimone, di Angelo Lucano Larotonda e di Giovanni Russo.
I dieci Capitoli, a temi diversi, di cui è ricco il libro, sono il recupero della memoria storica avvenuta tramite uno studio combinato, scritto a più mani e sapientemente raccolto da Nicola Pavese e Filippo Radogna. A “La Cupola Verde”, va il merito di aver fornito e dato spazio a vecchie e nuove generazioni: le prime per raccontare e raccontarsi, le seconde per ascoltare, sapientemente, conoscere meglio e descrivere il territorio nel quale è vissuta la propria famiglia. E’ stato il tempo a disegnare, a volte chiaramente, altre in modo velato, storie di personaggi della comunità in cui giovani e adulti hanno scritto in modo, quasi “diaristico”, la trasformazione che, maestra la tecnologia, ha portato il paese a vivere la modernità.
Per questo la storia diventa come una favola in cui a “c’era una volta…” subentra “A Ckíëdë Tíëmbë…!” (A quei tempi…!).
Il testo è uno spaccato di vita paesana, cristallizzata, in cui ogni persona aveva un suo compito e in cui la strada era la casa di tutti, con i suoi colori, i suoi odori e i suoi suoni, fatti da un vociare che entrava e usciva dalle porte aperte. In strada si viveva sia la festività e sia la quotidianità.
Lo studio non è fine a se stesso, cioè legato al paese da cui le storie sono nate, ma è tutto il sud che si riconosce in esso con:
- I mestieri, la terra, le produzioni;
- Le tradizioni e le consuetudini;
- La vita sociale e culturale;
- La religiosità;
- L’incanto della banda;
- Un mosaico di fatti ed avvenimenti;
- Il valore della memoria;
- Storie di uomini;
- Palla a centro e…guerra;
- Verso quale identità.
I temi affrontati in queste dieci schede possono essere un esempio metodologico per dare, ad altri, la possibilità di uno studio approfondito del proprio territorio.
Giuseppe Coniglio si è soffermato su alcuni dei tanti aspetti di cui è ricco il testo e che serve a colmare, parzialmente, la povertà di pubblicazioni in un paese che ha una storia ricca ed esaltante per il patrimonio artistico, culturale, sociale e per i tanti personaggi che la cittadina ha espresso. E’ per tali motivi che il Presidente Napolitano ha concesso, a Ferrandina, il riconoscimento di “Città”, nel 2011.
La storia, in particolare, è stata oggetto di studi fatti da religiosi, Nicola Caputi (1859), Salvatore Cendola (1931: Ferrandina e le sue origini ellenico-romane) e ultimo, Carlo Palestina, francescano operante a Potenza, che ha scritto una serie di quattro volumi sul paese.
“Un libro del genere si scrive quando si hanno amore e passione verso il proprio paese, territorio e verso la propria storia.” (Giuseppe Coniglio)
Pio Rasulo, lucano ha espresso un caloroso pensiero verso la terra di origine e verso chi si adopera per creare dei momenti di cultura fuori Regione.
E’ intervenuto Mario Pallotta, curatore, nel libro, al pari di Alessio Ambruso, di una trentina di racconti che presentano la Ferrandina romantica di molti anni fa e che rispecchiano l’intestazione del Museo creato nella città: Civiltà contadina e mestieri antichi, la cui brochure è stata illustrata dal fotografo Rocco Scattino.
A conclusione si è svolto un breve dibattito cui ha preso parte l’astronomo prof. Distratis che ha portato testimonianze del suo antico paese Uggiano Montefusco. Dalle sue considerazioni, da un castello della stessa forma di quello esistente a Uggiano, paese da cui è nata Ferrandina, si possono trarre delle similitudini che vanno al di là dello stesso nome comune. Altro intervento sulle ali dei ricordi è stato proposto dal socio dott. Angelo Albano.

Michele Santoro




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