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Le quattro “M”

20/05/2012

Un filosofo vivente, quasi del tutto sconosciuto al grande pubblico, già brillante Medico e poeta, rifugiatosi in una vita appartata e meditativa nelle sue tenute situate nelle bellissime terre del Salento ci ha colpito per quella che egli stesso ha definito la “teoria delle quattro M”. Si tratta di un aforisma ermetico che offre innumerevoli spunti di riflessione. Lo riportiamo così com’è stato formulato dall’autore: “ mandrie, mandriani, macelli, merda”. Il fatto che Fontanas abbia elaborato una tale rappresentazione della società consumistica già negli anni 80 lascia stupiti per l’acume e la lungimiranza in campo sociologico e dei costumi. Ancora prima della totale scomparsa delle ideologie, dell’etica cattolica e della morale comune, questo studioso stigmatizzava la società nuova come un lungo tubo digerente. Come possiamo osservare in natura, mirabile e intramontabile termine di confronto per chi intenda monitorare il percorso di allontanamento dell’uomo dalla bestia, nelle comunità animali dominate dagli impulsi vi è una certa cecità periferica essendo messa a fuoco soltanto la visione degli atti che conducono al soddisfacimento dei bisogni primari. Nella società “nuova” contemporanea, italiana ( va specificato), si è verificato proprio questo. In altri Stati, parliamo di quelli che per progresso tecnologico ed economico sono eguali o superiori al nostro, la perdita di alcuni valori tradizionali è stata compensata dalla coesione della società intorno a rigide regole condivise che sono servite da collante sociale. Oltre a questo vi sono valori come l’orgoglio nazionale, il patriottismo, le mire espansionistiche che qui in Italia mancano del tutto. Si comprende quindi come queste società abbiano compiuto percorsi completamente diversi: un Paese come il nostro, svuotato delle due principali ideologie che avevano tenute unite le masse attorno a principi etici e morali, e ostile a darsi e ad accettare qualunque altro tipo di regole, si è trasformato nell’arco di qualche decennio nel tubo digerente ipotizzato dal nostro filosofo. Non è una novità assoluta questo tipo di pensiero se si pensa che già Epicuro affermava che la felicità risiede nel piacere dei sensi. Il popolo Italiano ha saputo cogliere ed estrapolare questa unica parte del pensiero del grande Maestro per farne una generale regola di vita sociale. Ciò che nessun pragmatico riesce paradossalmente a prevedere però, sono le conseguenze pratiche di tali modelli. I piaceri hanno infatti un costo che qualcuno sarà costretto alla fine a pagare. Nel nostro caso a pagare sono i ceti bassi e la classe media. Pagano, o l’ hanno fatto fino ad ora, perché sanno di aver preso irresponsabilmente parte per quasi mezzo secolo alla grande orgia democristiana prima, socialista poi, berlusconiana infine. Per quasi sessant’anni dire a qualcuno di gestire la cosa pubblica in modo etico era quasi come sputargli in faccia: pensioni a meno di quarant’anni, impieghi nelle pubbliche amministrazioni che superavano di dieci volte le reali necessità, lavori pubblici che costavano cento volte di più di quanto avrebbero dovuto, incarichi, commissioni, assistenzialismo, concorsi truccati, mafie e predoni finanziari, evasione fiscale, capitali portati all’estero e chi più ne ha più ne metta sono stati alla base del vivere comune degli italiani. Ad un certo punto, com’era inevitabile, l’erba fresca su cui pascolava quest’orda di gnù ha cominciato a scarseggiare e allora cosa è successo? Nulla, proprio nulla. Gli Italiani, che come afferma lo stesso Fontanas, “parlano sette lingue” si sono portati nei campi coltivati da altri e si è tirato a campare. Così i fondi europei che da decenni vengono destinati allo sviluppo del Sud, tanto per fare un esempio, sono stati allegramente sperperati per la “panza” senza ottenere alcun significativo risultato riguardo agli obiettivi posti dalla Comunità Europea. Quello che è successo nell’ultimo anno è cronaca. Oggi la classe politica e intellettuale si sveglia e si accorge che l’ordine sociale è a rischio. Ma che bella scoperta! Una società basata sulla teoria delle quattro M non ha valori di riferimento per accettare l’austerità come salvaguardia del bene comune, come “un’occasione per salvare l’Italia”, volendo citare Brerlinguer. Un popolo indottrinato con le “deregulescion” all’italiana, cioè all’arrembaggio “della nave Stato”, non può di punto in bianco volare alto seguendo nobili principi: non ce li ha il popolo e non ce li hanno i politici e le classi dirigenti. A tal proposito invitiamo alla lettura integrale di una articolo del quale riportiamo solo qualche passaggio intitolato “ Figli dei ministri tutti geni, con posto fisso e vicino alla mamma” di Massimo Malerba: “ Sarà forse una questione genetica ma i figli di questi ministri incartapecoriti, che da una settimana somministrano al Paese dosi mai viste di delirio senile, sono tutti ma proprio tutti dei grandi fenomeni della natura, una sfida alle leggi della statistica. Oh nemmeno uno "sfigato" ma tutti autentici geni con uno o più posti fissi e con compensi che i comuni mortali possono solo sognare… Dobbiamo interrogarci su come sia possibile offrire a tutti (al figlio di Monti come a quello dell’operaio) le stesse condizioni di partenza e le stesse opportunità così come recita l’articolo 3 della Costituzione che qui ricordiamo: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese… Ecco a voi i ritratti di questi fenomeni della natura e, come si suol dire, Una coincidenza è una coincidenza due coincidenze sono un indizio tre coincidenze sono una prova:
GIOVANNI MONTI (figliodiMario), 39 anni. A poco più di 20 anni è già associato per gli investimenti bancari per la Goldman Sachs, la più potente banca d’affari americana, la stessa in cui il padre Mario ricopre il ruolo apicale di International Advisor…SILVIA DEAGLIO (figlia di Elsa Fornero) 37 anni. A soli 24 anni, mentre già svolgeva un dottorato in Italia, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il prestigioso college di Boston. PIERGIORGIO PELUSO (figlio di Annamaria Cancellieri), Appena laureato viene catapultato subito all’Arthur Andersen. Un fenomeno della natura. Da lì balza a Mediobanca MICHEL MARTONE (figlio di Antonio)
Figlio di Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, amico di Previti e Dell’Utri e Brunetta, già nominato da Brunetta presidente dell’authority degli scioperi, ruolo da cui si è dimesso dopo essere stato coinvolto come testimone nell’inchiesta P3 ”. Quindi dovremmo accettare il fatto che nella giungla non vi sono regole di mutua assistenza. Torniamo per un attimo al nostro Platone che nella sua opera intitolata La Repubblica afferma: “la saggezza appartiene alla classe dei governanti perché basta che questi siano saggi perché tutto lo Stato sia saggio. E ancora, la giustizia garantisce l’unità e con essa la forza dello Stato. Essa garantisce altresì l’unità e l’efficienza dell’individuo. La realizzazione della giustizia nell’individuo e nello Stato non può che procedere parallelamente, ecc.”. Ma che razza di giustizia vi è quando lo Stato, con Equitalia, calpesta la Costituzione in quella che è la sua parte più importante, quella cioè che riguarda i diritti fondamentali dell’uomo. Quando lo Stato, comportandosi come un aguzzino, priva il cittadino dell’ auto per lavorare, di un tetto sotto il quale ripararsi, della possibilità di provvedere alla propria famiglia. E in tutto questo il Prof. Mario Monti, incastonato suo malgrado tra ben due “M”, una per il nome e una per il cognome, solo qualche giorno fa anziché prendere atto degli errori e delle mostruosità legislative, e qui ci vuole anche un “quoque tu, Bersani, fili mi”, che hanno portato ad un uso criminale della riscossione dei tributi e parlare al suo popolo rassicurandolo, come proposto dallo stesso Presidente di Equitalia, su un percorso legislativo teso a normalizzare il sistema di riscossione adeguandolo perlomeno alla Costituzione e a quanto previsto per il rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo, si mette a fare il John Wayne intimando, minaccioso, il rispetto per la stella degli impiegati pubblici: bell’esempio di impiegato è quello che si spartisce le spoglie delle vittime con lo Stato. Più che di impiegati dovremmo parlare di bounty killer a cottimo. Ma vediamo chi è questo Mario Monti da un articolo di Elisabetta Reguitti pubblicato dal Fatto Quotidiano: “Il padre del nuovo premier era nato in Argentina, da genitori cresciuti in viale Borri. Da Piacenza era arrivata, sempre a Varese, da giovane studente anche la mamma del senatore che “tiene casa” nel rione Sant’ Ambrogio Olona sotto il Sacro Monte di Varese dove, fimo a qualche anno fa, trascorreva le vacanze. “Non è né una pizza né un secchione” riferisce di lui Piero Rassetti, eminenza grigia (oltre che politico e imprenditore) che da assessore al Bilancio del comune di Milano aveva conosciuto il padre di Mario Monti, allora direttore generale della Cariplo, avuto poi il figlio come studente (naturalmente ” molto bravo”) nel primo e secondo anno all’ Università Bocconi. I due si sono poi ritrovati nella commissione Trilaterale (l’organizzazione fondata negli anni ’70 per iniziativa del magnate Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank). “E’ stato in quel periodo che ho capito che si muoveva bene all’estero”, racconta Bassetti che poi ha iniziato a frequentare Monti anche a livello personale e con le rispettive mogli. Il nuovo Primo ministro si è diplomato dai Gesuiti nel 1961 a Milano nella sezione B dell’istituto Leone XIII la scuola dell’alta borghesia milanese)…”. Come vediamo l’Italia delle tensioni sociali, della gente che non arriva al dieci del mese, di una classe politica che ad un certo punto è letteralmente impazzita riservandosi privilegi inauditi degni della corte degli Zar, che manteneva e mantiene nutrendosi delle carcasse svuotate dei propri cittadini, è finita nelle mani di un uomo che come unico problema della sua vita ha avuto quello di fare carriera. Non ha avuto, il Professor Monti, il problema di comprarsi una casa con i sacrifici di una vita, e poi magari vedersela sottratta a causa di cartelle esattoriali che secondo alcune statistiche sarebbero inesatte nel 50% dei casi. Non si è posto il problema di come arrivare a sfamare i propri figli fino alla fine del mese. Aveva altro da pensare quando, ritirato nelle abbazie gesuite, conduceva la vita di una gallina ovaiola che da una parte ha la ciotola piena di tenero frumento e dall’altra quella nella quale depositare l’ovetto. Ma la vita è qualcosa di più concreto delle teorie, delle elucubrazioni e dei pranzi di gala per la maggior parte delle persone che costituiscono questo popolo. Quando si è braccati si perde il sonno, il dolore mentale diventa dolore fisico. Anche le cose più semplici della vita perdono il loro sapore e il loro valore. Le tensioni distruggono l’armonia nelle famiglie, i rapporti umani vanno in pezzi. Ci si sente soli, emarginati, sbagliati e lo Stato non può essere un boia, non qui da noi, non nell’Italia dei Papi, della cultura millenaria, nell’Europa dei popoli. E allora, caro Monti, che non è il nostro Presidente perché nessuno di noi le ha concesso la propria fiducia con il voto, se proprio non riesce a fare di più ci conceda almeno quel tanto di rispetto che ci è dovuto risparmiandoci quella maschera di sobrietà che purtroppo è costretto a indossare chi nella vita si vede scorrere sulla pelle, giorno dopo giorno, il fluido caustico della sofferenza e dell’ingiustizia.

Antonio Salerno




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