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Banca d’Italia, Covid: ‘impatto significativo sull'economia regionale’

17/11/2020



La diffusione dell'epidemia di Covid-19 in Basilicata, benché più contenuta nel confronto con altre aree del Paese, ha avuto un impatto significativo sull'economia regionale, che già era risultata in lieve flessione nel corso del 2019. Segnali di un parziale recupero sono emersi nei mesi estivi ma rimangono condizionati all’evoluzione dell'emergenza sanitaria.
È quanto si legge nell’ultimo aggiornamento congiunturale sulle economie regionale, presentato oggi in videoconferenza dalla Banca d’Italia.
Le ricadute economiche della pandemia si sono dispiegate su tutti i principali settori produttivi. Il fatturato delle imprese industriali è diminuito in misura marcata nei primi nove mesi del 2020; anche gli investimenti si sono ridotti, riflettendo la contrazione dei ricavi e l'incertezza sull'evoluzione della domanda. Il calo dell'attività è stato particolarmente intenso nel comparto auto, che ha risentito soprattutto del crollo delle vendite di marzo e aprile.
La produzione petrolifera è aumentata per effetto dell'avvio delle estrazioni presso la concessione di Tempa Rossa, avvenuto lo scorso dicembre; il valore della produzione ha tuttavia risentito della flessione dei prezzi del petrolio. La riduzione del valore delle estrazioni inciderà negativamente sulle royalties devolute alla Regione e ai Comuni interessati.
Anche il settore delle costruzioni ha registrato una flessione, che si è associata a quella delle compravendite immobiliari.
Nel turismo, comparto tra i più colpiti dall'emergenza sanitaria, il calo dei flussi è stato attenuato dalla parziale ripresa dei mesi estivi.
Nel primo semestre l'andamento dell'occupazione ha riflesso solo in parte il repentino peggioramento del quadro congiunturale, poiché il calo degli occupati è stato mitigato soprattutto dal blocco dei licenziamenti e dall'estensione della platea dei beneficiari delle ore di integrazione salariale. Gli ammortizzatori sociali e le misure di sostegno hanno attutito il calo dei redditi; i consumi si sono ridotti con maggiore intensità, risentendo del lockdown, della sospensione delle attività non essenziali e dell'aumento della propensione al risparmio precauzionale.
Il credito all'economia ha accelerato rispetto alla fine dello scorso anno, a seguito della dinamica registrata durante i mesi estivi dai prestiti alle imprese. Dal lato dell'offerta i finanziamenti al settore produttivo sono stati sostenuti dalle misure straordinarie adottate dall'Eurosistema, dal Governo e dalle autorità di vigilanza; dal lato della domanda ha inciso soprattutto l'accresciuto fabbisogno di liquidità derivante dalla sospensione delle attività. I prestiti alle famiglie hanno invece rallentato per effetto dell'andamento del credito al consumo e dei mutui.
Il tasso di deterioramento dei prestiti si è lievemente ridotto nei primi mesi del 2020, beneficiando delle misure governative di sostegno al credito e delle indicazioni delle autorità di vigilanza sull'utilizzo della flessibilità insita nelle regole sulla classificazione dei finanziamenti. Gli stock di prestiti bancari deteriorati e delle sofferenze sono rimasti sui livelli della fine dello scorso anno.
L'aumento del risparmio delle famiglie e delle scorte liquide delle imprese ha sostenuto la dinamica dei depositi bancari, cresciuti intensamente dal secondo trimestre.



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