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Federconsumatori Basilicata: “Caro cibo, emergenza sociale. Serve un piano straordinario per tutelare i consumatori

14/11/2025



Federconsumatori Basilicata lancia un grido d’allarme: il costo dei prodotti alimentari è aumentato del 25% in quattro anni, trasformando un diritto fondamentale – il nutrirsi – in un lusso per troppe famiglie. I dati diffusi dall’Istat sono inequivocabili: dal 2021 al 2025 i prezzi dei beni alimentari sono cresciuti del 24,9%, con punte del +32,7% per frutta e verdura, +28,1% per latte, formaggi e uova, e +25,5% per pane e cereali⁽¹⁾⁽²⁾.


Una crisi che colpisce i più fragili
Le famiglie a basso reddito sono le più colpite: destinano una quota maggiore della loro spesa al cibo e subiscono in modo sproporzionato gli effetti dell’inflazione. Nel 2025, il solo cibo rappresenta il 16,6% della spesa media degli italiani, ma per le fasce più vulnerabili questa percentuale è ben più alta⁽¹⁾. Secondo il nostro Osservatorio Nazionale, una famiglia su tre ha ridotto la spesa alimentare, rinunciando a carne e pesce (-16,9%), cercando offerte e prodotti in scadenza (51% dei cittadini) e aumentando gli acquisti nei discount (+12,1%).

Le cause: tra fattori globali e dinamiche speculative
L’impennata dei prezzi è il risultato di una combinazione di fattori:
- Shock energetico dovuto alla guerra in Ucraina, che ha fatto salire i costi dei fertilizzanti e dei trasporti. - Aumento dei prezzi internazionali delle materie prime nella fase post-pandemica.
- Eventi climatici estremi che hanno colpito i principali paesi esportatori.
- Speculazioni lungo le filiere, che hanno amplificato gli effetti degli aumenti reali.
L’Istat conferma che i prezzi degli alimentari freschi sono aumentati del 26,2%, quelli dei lavorati del 24,3%, e che i prezzi alla produzione dell’industria alimentare sono cresciuti del 21,4% tra il 2021 e il 2023⁽¹⁾⁽³⁾.

Le istituzioni si muovono, ma non basta
Accogliamo con favore l’iniziativa del Garante per la sorveglianza dei prezzi, che ha promosso – su impulso del Ministro delle Imprese e del Made in Italy – un progetto di monitoraggio sperimentale dei prezzi al consumo nei capoluoghi di Regione, con il coinvolgimento di Unioncamere, BMTI e ISMEA. Ma il monitoraggio non è sufficiente. Chiediamo con forza:
- L’intervento dell’Antitrust e di Mister Prezzi per indagare su eventuali anomalie nella formazione dei prezzi. - Un piano straordinario del Governo per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e contrastare la povertà alimentare.
Le nostre proposte
Federconsumatori Basilicata avanza una serie di misure concrete e urgenti:
1. Rimodulazione dell’IVA sui beni di prima necessità, con un risparmio stimato di oltre 516 euro annui a famiglia. 2. Istituzione di un Fondo nazionale contro la povertà alimentare ed energetica, con risorse dedicate.
3. Riforma fiscale equa, che restituisca quanto perso a causa del fiscal drag e sostenga i redditi medio-bassi.
4. Rafforzamento della sanità pubblica e del diritto allo studio, per ridurre le disuguaglianze sociali.
5. Controlli serrati contro la speculazione lungo le filiere, con sanzioni per chi approfitta della crisi.
Basilicata: un territorio fragile, ma resiliente
In Basilicata, dove il reddito medio è tra i più bassi d’Italia, l’impatto del caro-cibo è ancora più drammatico. Le famiglie lucane sono costrette a tagliare su alimenti essenziali, con effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita. Tuttavia, il nostro territorio ha anche risorse preziose: una filiera agroalimentare di qualità, un tessuto produttivo dinamico e una vocazione all’export in crescita (+6,5% nel secondo trimestre 2025 secondo CREA).
Conclusioni Mangiare non può diventare un privilegio. È tempo di agire. Federconsumatori Basilicata continuerà a vigilare, a denunciare le storture del mercato e a proporre soluzioni. Ma serve un impegno collettivo: delle istituzioni, delle imprese, della società civile. Perché il diritto al cibo è il primo dei diritti.




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