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La voce della Politica
| Bando per recinzione contro fauna selvatica: l'ira di alcuni agricoltori dell'area sud |
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28/10/2020 |  Riceviamo e pubblichiamo una lettera che ci è stata inviata da alcuni imprenditori agricoli dell'area sud lucana- versante Pollino.
Oggetto della lettera è il bando della Misura 4.4 PSR 2014/2020 della regione Basilicata che prevedeva di realizzare delle recinzioni a protezione della fauna selvatica.
''Ormai siamo stanchi, abbandonati da tutti in balia delle onde. In questa Regione non esiste più la Politica che funge da garante della democrazia e la politica che controlla i processi amministrativi affinché avvengano nel rispetto delle leggi nazionali e dei regolamenti regionali, chiunque indossa il berretto, ottenuto per grazia ricevuta e non per meritocrazia si sente autorizzato a non rispettare i tempi, a vessare i cittadini con richieste assurde.
La differenza tra le Regioni dove si pratica l’agricoltura 4.0, l’agricoltura smart e la nostra Regione ancora ferma a quella 0.0, sta proprio nei tempi in cui si conclude l’iter istruttoria dei bandi, delle autorizzazioni, dei nullaosta. Non c’è da meravigliarsi se i giovani vanno via, perdono l’entusiasmo e la pazienza di combattere ogni giorno contro la burocrazia o con funzionari che sanno dire solo no. In un’era in cui la velocità è la vera arma del successo, arrivare prima può consentire di vincere la battaglia sui mercati, in Basilicata ancora c’è chi si ostina a tenere fermo tutto perché viviamo in un mondo meraviglioso delle aree protette, dei Parchi delle Zps, etc, dove gli abitanti del posto devono andar via a causa dei vincoli che si impongono e di chi li governa.
Siamo degli imprenditori agricoli dell’area sud della Basilicata, le nostre aziende sfortunatamente ricadono nel territorio del Parco Nazionale del Pollino, aziende che siamo costretti ad abbandonare sia per l’insopportabile abbondanza di fauna selvatica, i cinghiali, i veri abitanti e padroni dei nostri terreni, dei nostri raccolti, sia per l’assenza delle istituzioni.
In questi giorni siamo giunti all’inverosimile, la maggior parte delle aziende del Parco del Pollino, che da anni chiedono al Governo regionale di intervenire sull’emergenza cinghiali, dopo aver partecipato ( febbraio 2019) al bando della Misura 4.4 PSR 2014/2020 della regione Basilicata che prevedeva di realizzare delle recinzioni a protezione della fauna selvatica, a distanza di circa 18 mesi sono state escluse per un’errata interpretazione della DGR 412/2015 e leggi nazionali da parte degli istruttori delle domande.
Cari Amministratori regionali ci sono voluti 18 mesi per trovare il modo di dirci ‘’lasciate perdere, l’agricoltura non va bene perché turba i nostri funzionari, chiedeteci il reddito di cittadinanza o il reddito minimo di inserimento, consegnateci le chiavi delle vostre aziende’’.
Questo non accadrà perché abbiamo una dignità e non vogliamo essere clienti di nessuno.
Caro Assessore, è la triste realtà. Innanzitutto il bando andava assoggettato alla Valutazione di Incidenza da Parte del Dipartimento Agricoltura e non dai singoli cittadini, che dopo aver dovuto presentare le singole istanze, aver pagato le istruttorie si ritrovano con dei nullaosta legati alla Misura 4.4.
E’ paradossale che un’autorizzazione sia legata ad una misura del P.S.R., ma come è possibile ? Queste sono vere e proprie congiure nei confronti dei cittadini.
L’ufficio Compatibilità del Dipartimento Ambiente rilascia nullaosta vincolati al P.S.R., l’Ufficio Foreste non ottempera alla DGR 412 del 2015, perché secondo loro per realizzare una recinzione con palo e filo ci vuole l’autorizzazione allo svincolo, se la politica non controlla gli atti dei super dirigenti, i cinghiali possono continuare a fare da padroni, gli imprenditori dovranno consegnare le chiavi delle loro aziende.
Questi sono i fatti, uno scenario da agricoltura 0.0, altro che agricoltura moderna 4.0.''
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