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La voce della Politica

Nota del commissario del Consorzio per lo Sviluppo Industriale

11/10/2020

Dopo che tante parole sono state spese sul Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza, in cui si è detto un po’ di tutto, credo sia arrivato il momento per me di intervenire e chiarire brevemente alcuni aspetti della vicenda che mi sembra non siano stati adeguatamente interpretati.
Quando a Gennaio mi sono insediato in qualità di Commissario straordinario del Consorzio ASI di Potenza, la situazione economica non era delle più floride. Oltre alla cronica mancanza di liquidità, frutto di squilibri ormai radicati tra le uscite e le entrate in capo all’Ente, la precedente gestione aveva lasciato rate da pagare nel corso del 2020, frutto di accordi transattivi con i creditori dell’Ente, per un ammontare che si aggirava intorno ai 2 milioni di euro, non garantiti da adeguate e ragionevolmente prevedibili coperture finanziarie in un documento di Bilancio che, tra l’altro, non era disponibile. A questo si aggiungano le spese di gestione corrente mensili, da anni ampiamente superiori alle esigue entrate, e si comprende subito la ragione per la quale oggi il Consorzio ha un disavanzo milionario difficilmente appianabile con mezzi ordinari. Nel primo semestre del mio mandato la Regione Basilicata è intervenuta trasferendo al Consorzio la ingente somma di 2.5 milioni di euro finalizzata alla garanzia dei servizi resi dal Consorzio al tessuto imprenditoriale e definendo con la legge 12/2020 tempi strettissimi per attuare una riforma organica dell’ente, al fine di consentirgli di rispondere adeguatamente alle nuove sfide e alla congiuntura economica negativa innestata dall’arrivo della pandemia da Covid-19.
Il lock down imposto per contrastare l’emergenza e la drastica riduzione della produttività del tessuto industriale, infatti, hanno quasi dimezzato le entrate e acuito, se possibile, la sofferenza dei conti consortili. Tuttavia la gestione ordinaria non poteva e non può essere messa in stand by. Una delle voci di costo più onerose riguarda il pagamento dei canoni all’impresa affidataria dei servizi esterni di depurazione dei reflui e manutenzione degli impianti di proprietà consortile, un servizio pubblico essenziale che va garantito nelle aree industriali e che, grazie al prezioso lavoro di recupero crediti svolto durante la mia gestione, siamo riusciti a sostenere fino ad oggi. Ma tanto impegno, purtroppo, non è bastato ad evitare il pignoramento presso terzi dei crediti consortili e il conseguente blocco dei conti correnti, posto in essere da alcuni grandi creditori dell’Ente a causa di debiti pregressi mai saldati risalenti alle passate gestioni.
Tuttavia, lo sciopero annunciato dalle sigle sindacali rappresentanti dei lavoratori dell’Impresa Giuzio s.r.l. per le giornate del 13, 19 e 26 ottobre prossimi, è solo l’ultimo atto di un “disastro annunciato”. Il Consorzio è in affanno economico tale da non essere stato in grado di garantire integralmente il pagamento del canone mensile e l’impresa affidataria del servizio non dispone di mezzi autonomi per assicurare il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti, a cui non è ad oggi ancora stata corrisposta parte dello stipendio riferito al mese di agosto. Parliamo di tanti lavoratori che con responsabilità garantiscono un servizio essenziale, nonostante le condizioni di precarietà, e di altrettante famiglie a cui è negato il diritto alla serenità, a cui io voglio manifestare tutta la mia vicinanza morale e la dovuta comprensione. Purtroppo il mancato pagamento di parte del canone dovuto alla Giuzio s.r.l. deriva dalla mancanza di risorse in seno al Consorzio, che in questo periodo è ancor più faticoso reperire; sono tempi bui per tutti gli imprenditori, che soffrono le conseguenze della crisi economica in atto e non riescono, loro malgrado, ad adempiere con regolarità ai pagamenti dovuti al Consorzio. In questo clima di tensione, mi dispiace dover rilevare anche le minacce subite dal rappresentante di una delle sigle sindacali collegate alla Giuzio s.r.l. Un evento spiacevole, un comportamento scorretto che non rende giustizia all’impegno e all’onestà che mi contraddistinguono e che non risponde alla necessità di collaborazione che richiede la risoluzione di questa vicenda.
Il ruolo della Regione e, nello specifico, del Presidente Bardi e dell’Assessore al ramo, Cupparo, è quanto mai attivo sin dal principio di tutta questa vicenda, nella consapevolezza che il tessuto imprenditoriale lucano è una risorsa preziosa per il nostro territorio e che tutti i lavoratori hanno pari dignità nelle loro legittime richieste di essere ascoltati e tutelati. Garantire loro un a prospettiva vuol dire assicurare un futuro al tessuto sociale e imprenditoriale lucano. Per questa ragione, sono convinto che le interlocuzioni costanti e il lavoro di grande valore che stiamo portando avanti insieme con impegno e responsabilità porteranno alla risoluzione dei problemi in tempi brevissimi.


Francesco Pagano



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