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Coronavirus, tribunali a rischio. Diffida dell’avvocato Vizzino

6/03/2020

“Sospendere immediatamente tutte le attività giudiziarie attualmente in corso, al fine di tutelare la salute non solo degli avvocati ma di tutti gli utenti…”. A farsi promotore d questa diffida indirizzata al Ministero della Giustizia, alla Prefettura di Napoli e ai vertici della Corte d’Appello di Napoli e del Consiglio nazionale Forense (nonché a quelli degli Ordini degli avvocati di Napoli e Nola) è l’avvocato lucano Riccardo Vizzino.


''A seguito delle note vicende che hanno interessato il nostro Paese nelle ultime settimane, le quali hanno determinato il crescente stato di angoscia e preoccupazione tra i cittadini per la diffusione del contagio da COVID - 19 (c.d. “Coronavirus”), si ritiene doveroso - ancora una volta - denunciare la grave situazione di chi - per esigenze lavorative e non - si vedono costretti a frequentare ambienti aperti al pubblico, ovvero a spostarsi sul territorio nazionale e/o locale con i mezzi pubblici.
In particolare, è di oggi la fotografia in questione che ritrae l’attuale situazione della Metropolitana di Napoli (analoga a quella riscontrabile su ogni altro mezzo pubblico di trasporto, quali i treni della Cumana, Circumflegrea e Circumvesuviana), dalla quale si evince la calca di gente, senza alcun controllo né all’ingresso della stazione né sui vagoni dei treni, che si pone in netto contrasto con le recentissime misure di prevenzione adottate dal Governo a mezzo del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19».
Nello specifico, tocca evidenziare che, né in stazione né sui vagoni, si rinviene alcun sistema di prevenzione e/o presidio finalizzato alla sicurezza della salute degli utenti né alcuna forma di controllo da parte del personale preposto; in particolare non si ritrovano i dispenser atti a garantire la necessaria igiene personale, con conseguente indiscriminata ed incontrollata affluenza.
Orbene, è di tutta evidenza che - ad oggi - ancora debbano denunciarsi tali carenze, le quali continuano ad essere di ovvio impedimento per il dovere dei cittadini di conformarsi alle prescrizioni fondamentali (in particolar modo la distanza di due metri tra le persone) dettate in materia di misure per il contenimento e gestione della emergenza da COVID - 19 .
Al riguardo, tocca significarVi che continuano ad essere numerose le richieste di sollecito e di aiuto pervenute a questo studio - ed inserite nel “Libro Bianco” all’uopo predisposto - da parte di chi - non solo viaggiatori, ma anche personale in servizio presso ospedali e/o enti similari, nonché colleghi avvocati - i quali, indignati da tale situazione, denunciano le numerose disfunzioni riscontrate nei diversi ambienti (strutture ospedaliere, uffici giudiziari, ovvero mezzi di pubblico trasporto) che per motivi lavorativi devono frequentare quotidianamente con evidente disagio fisico e stress costante.
Per gli esposti motivi, ancora una volta, mi vedo costretto a segnalarVi che il malcontento generale ha ormai raggiunto livelli di intollerabilità inaccettabili, che richiedono un immediato intervento, congruo e definitivamente risolutorio.
In particolare, mi preme rappresentarVi che finanche nelle stesse strutture sanitarie pubbliche - quali ospedali e farmacie - vengono palesemente - ed inaccettabilmente - disattese le più basilari condizioni di salvaguardia della salute previste ex lege.
Le strutture in parola, difatti, ancora non sono state dotate di erogatori di soluzione igienizzante da mettere a disposizione degli utenti né di ambienti adeguati ad affrontare l’emergenza in atto. Molte di esse - in vero - neppure sono state sottoposte ad adeguati interventi di sanificazione con evidente pregiudizio di medici, paramedici, infermieri, personale sanitario, che - in totale violazione delle norme di sicurezza all’uopo dettate - vi presta la propria attività lavorativa sprovvisto di kit ed abbigliamento sanitario adeguato, mascherine ed ogni altra tutela; nonché dei pazienti ivi ricoverati.
Al riguardo, a testimonianza del rischio a cui essi sono esposti, è di oggi la notizia che il numero del personale sanitario contagiato - attualmente - è di oltre settanta medici, con fondati timori che possa ancora aumentare.
Ma non è tutto. Duole evidenziare, infatti, che allo Scrivente sempre più di frequente pervengono anche denunce aventi ad oggetto l’inadeguatezza di ambienti pubblici, ricavati in spazi angusti, generalmente privi di adeguati sistemi di aerazione, e sovraffollati.
Le condizioni di riferimento, di poi, raggiungono il limite della tollerabilità e della umana sopportabilità nelle fasce orarie c.d. “di punta”, nelle quali si verifica un’affluenza maggiore di lavoratori e studenti.
Notevoli sono anche le conseguenze che discendono dagli omessi controlli per l’accesso alle suddette strutture che determinano disagi da sovraffollamento, la quale, con particolare riguardo agli ambienti ove quotidianamente viene esercitata la professione forense, è dovuta all’assenza di ogni forma di tutela e garanzia atta a prevenire il rischio di contagio ha ingenerato una giustificata apprensione in coloro che quotidianamente sono costretti ad accedervi (magistrati, avvocati, CTU, testimoni, personale amministrativo e parti del giudizio), minando il sereno svolgimento delle attività giudiziarie.
Considerato che
Nonostante le recenti iniziative e diffide dello Scrivente studio abbiano ad oggi contribuito a conseguire parziali risultati, quali la chiusura degli uffici dei Giudici di Pace del nostro territorio, giusto provvedimento adottato in data 5 marzo 2020, la strada per pervenire ad una totale e completa efficienza degli uffici pubblici è ancora lunga, visto che ad oggi ancora manca una direttiva che determini il rispetto delle funzioni normativamente previste da parte dei cancellieri; che gli uffici e le aule di giustizia continuano ad essere prevalentemente organizzati in spazi angusti, polverosi e pericolosi, nonché carenti di attrezzature e impianti funzionanti, lungi dal soddisfare le più elementari condizioni di agibilità.
Il diritto alla salute è un diritto costituzionalmente garantito ai sensi e per gli effetti dell’art. 32 Cost, a norma del quale “la Repubblica” dovrebbe tutelare “la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e” garantire adeguate “cure gratuite agli indigenti”, nonché previsto e tutelato a livello europeo, ex art. 35 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, per il quale “ogni persona ha il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche alle condizioni stabilite dalle legislazioni e prassi nazionali. Nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche ed attività dell'Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana”.
Tenuto conto che
In relazione a tali evidenze, non è difficile immaginare l’incidenza che l'emergenza sanitaria proclamata a livello nazionale per i vari settori della vita pubblica relazionale, laddove non si intervenga tempestivamente con decisioni mirate e coraggiose a tutela ed a vantaggio del diritto alla salute di ogni utente/operatore, potrebbe avere Lo scrivente formula espressa istanza e diffida affinché si provveda all’immediata attuazione di ogni misura idonea a contenere la diffusione del contagio da covid - 19 e a tutelare la salute dei cittadini nel rispetto degli artt. 32 cost. E 35 carta dei diritti fondamentali dell’unione europea, con espressa riserva di agire nelle opportune sedi per tutti i danni che dovessero derivare dall’omessa e/o intempestiva attuazione dei richiesti interventi''.



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