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La voce della Politica

Associazione EHPA su provvedienti Eni

24/04/2019

Liberiamo la Basilicata ed EHPA nel ribadire la propria denuncia sui fatti di cui agli arresti ed ai rinvii a giudizio del 23 aprile us ENI e Comitato Tecnico Regionale che già in data venerdì 10 febbraio 2017 fu inviata denuncia con richieste analoghe a quelle riscontrabili negli atti della Magistratura ovvero il Disastro Ambientale, l’abuso d’ufficio e la realizzazione di atti falsi e contrari ai doveri d’ufficio. Non basta solo dire che chi ha inquinato e chi non ha controllato deve pagare, di questo passo rischiamo di perdere vaste aree del territorio Lucano, per inerzia ed incapacità di quanti sono chiamati a svolgere funzioni di controllo. Non basta avere lo strumento di legge sugli ecoreati se questi strumenti arrivano ad essere applicati solo dopo e mai prima che i fatti succedano. Noi avremmo voluto che non si verificassero gli sversamenti o ulteriori sversamenti di migliaia e migliaia di litri di petrolio greggio semi lavorato nella falda dal centro oli di Viaggiano, avremmo voluto che si fosse dato ascolto all’Ing. Gianluca Griffa rispetto alle sue comunicazioni copiose in tal senso dal luglio 2011 al luglio 2013, fatti che comportarono l’allontanamento di Griffa dal Centro Oli, preferirono dare spazio alle opere di ampliamento (famosa quinta linea località Vigne per aumento estrazioni) piuttosto che alla sicurezza dei cittadini e del territorio. Il Griffa venne lasciato solo, venne allontanato dal Centro Oli, gli venne offerto un lavoro in Africa oppure un periodo di aspettativa, pochi mesi dopo un contadino che si recava al suo podere vide un corpo in Località San Rocco alla periferia di Montà d’Alba nei pressi di una vecchia discarica in prossimità di un traliccio era il corpo senza vita dell’Ing. Gianluca Griffa le cui cause della morte sono ancora oggi oggetto di indagini perché non corrisponde al vero il fatto che si fosse impiccato non c’era nessuna corda nei paraggi né i Carabinieri giunti sul posto hanno mai parlato di suicidio a seguito di impiccagione ed anche quest’aspetto è ricordato nelle operazioni depositate il 15 aprile 2019 e rese note il 23 aprile 2019. L’ing. Griffa aveva inviato una lettera memoriale che parlava sia delle perdite delle cisterne sia delle centinaia di km di tubi interrati di oleodotti che dai pozzi portano al Centro Oli di Viggiano e dal Centro Oli di Viggiano alla Raffineria di Taranto. Liberiamo la Basilicata ed EHPA nelle copiose e circostanziate denunce depositate dal 2010 ad oggi non hanno mai avuto alcun sostegno né ad opera dei partiti né dei moVimenti politici né ad di associazioni ambientaliste percettrici di fondi regionali o provenienti da accordi sottoscritti con ENI, cose alle quali volutamente e comprensibilmente si sono sottratti da sempre.
Continuiamo a stigmatizzare il comportamento di una Regione che si nasconde dietro il personale addetto Comitato Tecnico Regionale con funzioni di vigilanza su aziende a rischio incidenti rilevanti e che oggi fanno parte della misura emessa dal Tribunale di Potenza, tuttavia viene da chiedersi è sufficiente per sentirsi fuori dalle responsabilità morali ed etiche oltre che politiche l’aver affidato delle funzioni di vigilanza e di controllo se sui tavoli dei dirigenti e dei politici si sapeva del rischio legato alle mega cisterne sin dal 2008? E’ come se un imprenditore affidi ad un proprio subordinato la responsabilità della sicurezza dei propri dipendenti e della propria azienda e se ne disinteressi per anni di come quella vigilanza viene nel concreto espletata. Il rischio perdita dalle Cisterne era fatto noto ma nessuno ha preso in considerazione la prevenzione ed oggi quasi si vorrebbe far passare il tutto come una fatalità, com’è possibile che delle prescrizioni scritte nel maggio 2013 a distanza di un anno a seguito di controlli effettuati a fine maggio 2014 non erano stati espletati non seguiva una immediata interruzione delle attività estrattive così come previsto dalle vigenti leggi in materia? Possibile ci chiediamo che in Regione Basilicata pur essendone a conoscenza nessuno si sia posto il dubbio di chiedere se fossero stati realizzati gli adeguamenti necessari come da prescrizione come la realizzazione dei doppi fondi e lo smantellamento delle quelle cisterne ormai logore e pericolose? Possibile che il termine di imprudenza, negligenza ed imperizia sia addebitabile esclusivamente ai tecnici preposti e non a chi avrebbe dovuto vigilare sull’operato di quei tecnici e che quando ha voluto vedasi periodo di sospensione emesso fuori tempo massimo dall’allora Presidente Marcello Pittella dimostrava che era possibile e si doveva e poteva fare a prescindere da quanto facessero o decidessero i tecnici i quali va precisato sono soggetti a controlli sul loro operato cosa della quale sarebbe utile e giusto iniziare a parlarne? Parliamo di aziende a rischio incidenti rilevanti, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro altri CTR che si prendono da soli e per intero le responsabilità anche quelle politiche oppure abbiamo la dignità di un popolo che chiede ed ottiene il rispetto delle leggi a tutela della salute e dell’ambiente sul proprio territorio?
Noi siamo sin dal primo momento al fianco della Procura della Repubblica di Potenza, che ha coordinato le indagini, dei Carabinieri del NOE di Basilicata e di quanti operano in un settore così delicato qual è l’ambiente di Basilicata ma in questo contesto dov’è l’ARPAB dove sono i milioni di € che l’ARPAB costa a tutti i contribuenti visto che qui oggi parliamo di persone fisiche e giuridiche l’Eni, con addosso l’ipotesi grave di disastro ambientale, abuso d’ufficio, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale e altro.
Oggi siamo ancora una volta a rincorrere siamo ancora una volta a fare la conta dei danni e mentre discutiamo nessuno anche chi ne avrebbe la possibilità si passa una mano sulla propria coscienza e dice visto che non è stato ascoltato da vivo l’ing. Gianluca Griffa facciamo nostre le sue indicazioni ed iniziamo un percorso all’insegna della prevenzione affinché determinate vicende non abbiano mai più a succedere in Basilicata, no niente di tutto questo i politici ed i dirigenti sono già alle prese con il rinnovo decennale della concessione Val d’Agri e si fanno già i conti su quanti saranno i milioni di € delle royalty di cui poter disporre e di come spenderli, sicuramente male così come hanno dimostrato di fare fino ad oggi.
Ai Manager ENI ed ai dirigenti preposti ai controlli Liberiamo la Basilicata ed EHPA chiedono una cosa più di qualsiasi altra a prescindere dal percorso di decarbonizzazione e di fine delle estrazioni petrolifere in Basilicata che ci auguriamo accada al più presto anche oggi stesso. La nostra richiesta è che sui permessi già in essere sia in autotutela bloccato il rinnovo decennale (automatico), di verificare tutto ciò che c’è da verificare perché si prevengano altri disastri tutti i tubi interrati, che si verifichino le tenute di tutti gli impianti. Le cisterne sono solo una parte delle questioni sollevate da Griffa.
Una volta tanto e questa volta ci rivolgiamo alla politica evitate le passerelle, evitate gli occhiolini più o meno visibili e provate a fare qualcosa di concreto chiedete tutti in base alla propria appartenenza sia che facciate parte della maggioranza sia che siate all’opposizione il blocco del rinnovo della concessione per motivi di sicurezza, rendete trasparente a tutti i risultati volta per volta ottenuti e rendete autonoma l’ARPAB.
Ovviamente un doveroso ringraziamento alla Procura ed ai NOE per la brillante operazione portata a termine.
p. Liberiamo la Basilicata ed EHPA
Giuseppe Di Bello



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