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A San Costantino due ragazzi disabili hanno sperimentato il volo dell'Aquila |
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24/08/2014 |
| Dopo aver fatto provare le sensazioni del volo ai bambini da 10anni in su, dopo aver fatto volare insieme interi nuclei familiari ed ultra ottantenni, ieri abbiamo provato a far volare ragazzi con disabilità, riuscendoci con successo.
A librarsi nell'aria come delle aquile sono stati Giuseppe Olivieri di Lauria, in carrozzina dopo un incidente stradale, e Gianpiero la Regina di Rotonda, privo di un arto. Giuseppe e Gianpiero hanno accolto la nostra sfida, mettendosi in gioco e lanciandoci validissimi suggerimenti.
"Grazie a tutto lo staff - ha commentato Gianpiero, dopo il Volo - la libertà di sentirsi libero e senza limitazioni è la giusta direzione per abbattere tutte le barriere". ed è il nostro grazie che va a loro. Ieri, la nostra gestione è cresciuta culturalmente, abbiamo aggiunto un altro tassello, un altro mattoncino di sensibilità e di altruismo a quello che può essere di più di un attrattore turistico.
Allo stesso tempo i ragazzi si sono arricchiti di nuove sensazioni e di nuove emozioni, dimenticando il senso di costrizione.
Siamo sicuri e certi che le disabilità esisteranno fin quando non ci saranno persone che contribuiranno ad abbattere le barriere ed il muro tra disabili e normodotati.
Un pensiero da parte nostra va ai genitori. È a loro che dedichiamo il successo di ieri.
Siamo sicuri e certi che non sarà l'unico evento ma ne seguiranno altri condivisi con i ragazzi in base alle loro disabilità, infatti potranno volare sul simulatore di deltaplano chi ha avuto traumi agli arti e alla colonna vertebrale.
Dobbiamo riconoscere che chi ha proposto la realizzazione di questo attrattore ci ha visto bene ed è stato lungimirante, come sono stati bravi gli amministratori di San Costantino Albanese a crederci fino in fondo.
Noi, dalla nostra, possiamo mettervi le ali!
Fabio Limongi e staff Volo dell'Aquila |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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