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Rifiuti e area sud: i casi di Senise e Sant'Arcangelo

1/08/2014



Un presidio di cittadini che fanno capo al comitato “Per Senise:Rifiuto!” ha atteso, due giorni fa, all’ingresso del municipio senisese, in zona Mercato, per dire no alla realizzazione, in contrada Santa Lucia, di un impianto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati. Con loro c’era anche un arappresentanza dei comitati MuoviAmo Tursi e Per Sant’Arcangelo. E mentre il comitato era fuori, all’interno si svolgeva un incontro tra gli amministratori di maggioranza e parte della società Nep Italy che ha vinto il bando di reindustrializzazione e presentato il progetto di massima. E’ il nuovo capitolo della vicenda che sta tenendo banco da oltre un mese: da quando, con una comunicazione del sindaco prima e in un consiglio comunale aperto convocato per discutere dell’argomento, si è cominciato pubblicamente a parlare della possibile realizzazione dell’impianto, nell’ambito del programma di reindustrializzazione della regione Basilicata. All’incontro erano stati invitati anche rappresentanti dei partiti e una delegazione del comitato. “Non si sono presentati-hanno detto il sindaco Giuseppe Castronuovo e il legale della società Anna Badalamenti- e questo ci dispiace perché sarebbe stata occasione di confronto”. “Dispiace più a noi- spiegano dal comitato- che si continui a evitare di fare incontri non con delegazioni ma con la cittadinanza, così come era stato promesso nel mese di giugno. Noi l’incontro lo vogliamo, ma aperto a tutti i cittadini”. Al di là degli scontri sul metodo utilizzato, quello che appare rilevante è che ad oggi, ufficialmente, non esiste un progetto esecutivo presentato dalla società rispetto all’impianto, per il quale la regione Basilicata ha dato l’ok per un finanziamento di circa 8 milioni di euro. I cittadini chiedono documenti che, però, ancora non ci sono. Cosa manca? “Non c’è la scelta tecnologica-innovativa- spiega l’avvocato Badalamenti- perché si sta vagliando la migliore offerta sul mercato. Presenteremo questa documentazione entro settembre. Ad oggi abbiamo depositato il processo produttivo con atti pubblici richiedibili alla Regione. Entro il 30 giugno ci veniva richiesto di depositare il piano industriale, cosa diversa del processo esecutivo”. “I rifiuti sono una realtà e penso che il problema dello smaltimento vada affrontato- spiega il sindaco- nel merito del progetto, in qualità di presidente della commissione consiliare nata per valutare l’iter, mi esprimerò solo quando avrò visionato tutte le carte”.

A Sant'Arcangelo si discute dell'altra emerge za rifiuti

Stop all’emergenza rifiuti in Basilicata “gestita” sulle spalle dell’impianto di località Frontoni a Sant’Arcangelo: è stata votata ieri mattina, all’unanimità del Consiglio Comunale santarcangiolese, la delibera con la quale, di fatto, il Comune si oppone a contoinuare, oltre la data perentoria del prossimo 31 ottobre 2014, a far fronte all’emergenza rifiuti con l’impianto situato nel proprio territorio. Il progetto fu realizzato alla fine degli anni Novanta dalla Comunità Montana Medio Agri, organo che oggi non esiste più, tanto che, nei fatti, l’impianto è passato nelle mani del Comune /52% di proprietà pubblica e 48% di proprietà privata); in fase di progettazione l’impianto fu modificato e realizzato non più per servire un bacino di 5 comuni ma per 21. Oggi, però, i comuni sono quasi il doppio perché, con due delibere del presidente della Provincia, una delle quali risalente al 2009, si decise di far fronte alla chiusura delle discariche di Moliterno prima e Lauria poi e di far conferire l’area di competenza dei due impianti chiusi nell’impianto di zona Frontoni. Per far fronte a questa e ad altre emergenze legate all’impianto di rifiuti, nello scorso aprile una mobilitazione di cittadini si è ufficialmente costituita nel comitato “Per Sant’Arcangelo” , che ad oggi è arrivato a contare oltre 800 aderenti. Il comitato ha chiesto ufficialmente che nel primo consiglio comunale utile venisse affrontata la discussione relativa allo stop dell’emergenza con un voto unanime del consiglio e così è stato. Nei fatti, con il voto di ieri, l’amministrazione si mette nella posizione ufficiale di poter affrontare a muso duro la vicenda e , qualora dopo il 31 ottobre, l’impianto non tornerà a servire il bacino per il quale era nato, sarà anche possibile ricorrere per vie legali. Il comitato si dice soddisfatto di questo risultato ma sempre pronto a discutere dei problemi legati all’impianto di Sant’Arcangelo e, in generale, al tema della programmazione legata ai rifiuti nell’area sud. Per l’opposizione, il consigliere Giannasio chiede che, oltre che dell’emergenza, si parli dello stato quotidiano in cui versa l’impianto, in riferimento ai controlli sanitari e ambientali. “Se c’erano carenze strutturali- ha detto Esposito- sono state risolte dopo che la proprietà dell’impianto è passata al Comune”.

Il sindaco di Sant'Arcangelo dice no all'opificio di Senise

Il sindaco di Senise Giuseppe Castronuovo non si esprime in merito al progetto dell’impianto di rifiuti. Si esprime invece ufficialmente il sindaco di Sant’Arcangelo Domenico Esposito e lo fa nel corso della seduta consiliare convocata, tra le altre cose, per discutere dell’emergenza rifiuti di un altro impianto: quello di località Frontoni. “Occorre fare una valutazione complessiva rispetto al piano dell’area sud, perché Senise e Sant’Arcangelo- ha detto Esposito- pur avendo un confine politico, sono aree che, nei fatti, non hanno confini geografici. Rispetto alla programmazione dobbiamo evidenziare che l’emergenza dei rifiuti riguarda, in maniera particolare, l’area centro della Basilicata. E se i dati del futuro impianto senisese, sono quelli che leggo nella delibera regionale che ho visionato, allora ci dobbiamo preoccupare come territorio e non più come singoli comuni”. Esposito, dunque, dice no alla realizzazione dell’impianto rifiuti non a Senise, ma nel territorio. La delibera di cui parla è quella datata 27 giugno 2014, del Dipartimento ambiente della Regione Basilicata, che cita il progetto senisese assieme ad altri progetti nel territorio regionale. L’impianto, da delibera, prevede tre linee: la prima per la produzione di Css da indifferenziata per un flusso complessivo di 85mila tonnellate all’anno; la seconda la “valorizzazione di rifiuti urbani non pericolosi provenienti dalla differenziata e di rifiuti speciali non pericolosi per un flusso di 15mila tonnellate; la terza con il recupero degli inerti per un flusso di 76mila tonnellate.

Mariapaola Vergallito


Comitato Per Senise:Rifiuto! su vicenda di Sant'Arcangelo

In seguito ad una richiesta formale, sottoscritta dal comitato PER SANT’ARCANGELO, il consiglio comunale ieri ha portato nel quarto punto all’ordine del giorno, la gestione dell’emergenza rifiuti della discarica sita in contrada Frontoni, a pochi chilometri dal paese. Il comitato civico che è nato a marzo 2014, di cui portavoce è Tiziano Le Rose, raccoglie e denuncia il malcontento della cittadinanza santarcangiolese circa il disagio creato dal nauseabondo odore che raggiunge la comunità e, la necessità che la piattaforma ritorni all’origine, o meglio, che raccolga i rifiuti di 21 comuni così come era stata pensata e creata. In seguito alla sospensione delle discariche di Lauria e Moliterno, per far fronte all’emergenza rifiuti, una disposizione provinciale fa confluire a Sant’arcangelo ben altri 23 comuni per arrivare ad un totale di 44, superando tra l’altro la sua capacità massima che è di 70 t. “Considerando che le competenze comunali in merito ai rifiuti sono relativamente scarse perché demandate dalla norma alle Provincie e alle Regioni, con questo atto deliberativo votato all’unanimità dal nostro consiglio comunale, abbiamo ottenuto una volontà politica unanime a dire stop all’emergenza rifiuti nella discarica non andando oltre la data del 31 ottobre 2014. Stessa la volontà politica che si impegna a dire no alla realizzazione dell’opificio rifiuti a Senise e all’afflusso di rifiuti per tutto il territorio dell’area sud della Basilicata”.

Protesta davanti al comune di Senise



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Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
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