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Mario non diceva mai no |
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17/07/2014 |
| Chissà quanti lo avranno pensato: “adesso apre gli occhi, si alza di soprassalto e con una battuta delle sue ci fa fessi tutti quanti”.
E invece no.
E invece, questa volta, Mario non esce, alla fine dello spettacolo, per salutare il pubblico che ha riso con lui e lo ha applaudito dall’inizio alla fine. Non esce alla fine della lunga lista degli attori, come è giusto che faccia il protagonista più bravo, quello che è stato di più sulla scena. Questa volta, dalla scena di questa vita, Mario è uscito anzitempo.
In realtà lo spettacolo della vita di Mario ha dimostrato di essere composto da atti unici infiniti, capaci di lasciare la loro scia a lungo, superando anche la profondità di quel vuoto che ora sembra incolmabile. Mario, l’amico di tutti, la persona che, come i coriandoli a carnevale, era insostituibile nei momenti di gioia e che, quando si trattava di colorare con il sorriso contagioso di chi non si risparmia mai i momenti belli della comunità senisese e non solo, non si tirava mai indietro. Conservo ancora un vecchio articolo scritto su un settimanale e in occasione di un anniversario della morte di Totò. L’articolo titolava “Totò non diceva mai no”. Ecco, sarà comune a chi offre la sua spontaneità a servizio degli altri, che con innato piglio artistico riesce a comunicare una allegria che coinvolge davvero tutti, ma anche Mario non diceva mai no. E, nonostante la beffa del maledetto epilogo, la verità è che la malattia bastarda che lo ha colpito in maniera così repentina, non ha vinto. E dobbiamo pensare a lui con la certezza che il suo ricordo e il suo esempio resteranno con noi sottoforma di quel sorriso e di quella leggerezza che lo hanno accompagnato come padre, come marito, come nonno, come fratello, come amico, come “compare” e come protagonista sulla scena. E il grande affetto dimostrato da decine e decine di persone, da quelli che lo hanno vissuto nel quotidiano e anche da chi ha accompagnato anche solo per un attimo il suo cammino, deve poter trasformare in granito vivo questa certezza.
Mariapaola Vergallito
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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