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San Paolo Albanese, il sindaco denuncia la chiusura della Comunità Assistenziale nelle feste natalizie |
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6/12/2024 |
| La sanità è sempre più in crisi, e i cittadini, in particolare quelli più vulnerabili come gli anziani, si sentono abbandonati. Nei piccoli comuni, specialmente quelli montani, si assiste a un continuo smantellamento dei servizi, come nel caso delle "guardie mediche", ora trasformate in "Comunità Assistenziali", con un ruolo ridotto a semplici prescrittori. A San Paolo Albanese, ad esempio, in caso di malore, si è costretti a spostarsi a Noepoli, un lusso che non tutti possono permettersi. Eppure, nonostante i miliardi di fondi disponibili, il settore sanitario continua a subire tagli. Il sindaco di San Paolo Albanese, Mosè Antonio Troiano, ha deciso di denunciare questa situazione. Con una nota dell'ASP di Potenza, si è comunicato che il Presidio di Continuità Assistenziale sarà chiuso tutte le notti prefestive di dicembre 2024. Troiano esprime la sua frustrazione per una situazione paradossale che ormai perdura da anni. "San Paolo è un paese di montagna, con una popolazione anziana e senza medici per le urgenze", afferma il sindaco, criticando l'assenza di servizi medici, sia di giorno che di notte. Anche il comune di Cersosimo ha ricevuto la stessa comunicazione di chiusura per le stesse date. Troiano denuncia che i cittadini di questi territori sono stati abbandonati e le loro esigenze ignorate. “L'articolo 32 della Costituzione è stato calpestato", sottolinea il sindaco, riferendosi alla salute come un diritto fondamentale. “Chiediamo una Conferenza Territoriale urgente", prosegue, lanciando un appello per un confronto tra istituzioni, enti, e cittadini per trovare soluzioni concrete. È fondamentale, secondo Troiano, che la salute e il welfare siano intesi non solo come erogazione di servizi, ma come un processo di dialogo, collaborazione e difesa dei diritti sociali e civili. |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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