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Lettera a Simone (Simone Zaza, calciatore Ascoli/Sampdoria)

30/06/2013



di Paolo Sinisgalli

Ciao campione. Un poco ci sei mancato sai? Sì, ci sei mancato ma, giusto il tempo di capire che non saresti arrivato. C’erano tanti ragazzini ad aspettarti. La tua presenza era stata annunciata alla sesta edizione del “Premio La Siritide-Luigi Viola” che si è tenuta a San Brancato di Sant’Arcangelo. Sala gremita di tanta passione sportiva. "Ci dispiace dell’assenza di Simone Zaza. Soprattutto perché dopo averci assicurato sino a poche ore fa la sua partecipazione, non ha sentito nemmeno il dovere di farci sapere cosa è capitato. Dispiace perché Lasiritide.it, che organizza il Premio, non è abituata ai falsi annunci e se lo abbiamo aspettato un poco, è solo perché oltre che il suo si c’erano state anche le assicurazioni di papà Antonio". Sono le parole con le quali Mariapaola Vergallito, direttore del portale lasiritide.it, ha chiesto scusa al pubblico per la tua assenza. Un altro padre sul palco, dalle alture della sua genuina timidezza cercava parole per giustificare l’assenza dell’altro campione Gianluca Sansone. "Assolutamente no! Non deve giustificare nessuno. Gianluca ci ha detto dell’impegno. Noi lo abbiamo capito e ringraziamo Lei per essere qui ha ritirare il premio per suo figlio". Sono state le parole rivolte a Michele Sansone dal direttore. Due campioni. Simili con la palla tra i piedi, diversi nei rapporti umani fuori dal rettangolo di gioco. Se dovessi dirti come la penso io caro Simone, direi che il tuo dare buca senza nemmeno avvisare, equivale a un clamoroso liscio davanti alla porta vuota. Saprai come quel liscio è un muro che blocca l’esplosione della gioia sugli spalti. La palla è lì, basta spingere. Poco dietro c’è un campione. Il pubblico aspetta il suo passo e il tocco finale per liberare l’urlo. Il campione manca incredibilmente l’impatto. Tristezza, da una parte. Sollievo nella curva opposta. I tifosi dimenticano in fretta la delusione se poi l’autore del liscio o un compagno realizza la rete che dà la vittoria alla propria squadra. Quella appena descritta è la situazione degli stadi. La sala dove eri atteso tu, invece, ha una sola curva la cui funzione è quella di abbracciare il palco e quindi chi vi sale. Quel liscio, allora, non ha prodotto sollievi ma, solo delusione. E’ arrivato poi chi per te ha realizzato la rete della vittoria e la gioia è finalmente esplosa. Per fortuna c’è stato chi ha posto rimedio al tuo clamoroso errore sotto porta. L’azione vincente ha preso l’avvio dall’assist che i giornalisti Mariapaola Vergallito e Angelo Oliveto, conduttori della serata, hanno saputo imbastire. E’ stato così che sul palco è venuto fuori lo spirito vero della manifestazione. Prima grazie all’abbraccio tra Giuseppe Fortunato e Pasquale Logarzo, rispettivamente ex e neo allenatore del Real Metapontino. Non meno importante, il saluto videoregistrato di Sandro Mazzola e la voce, in diretta telefonica, di Giuseppe Abbagnale. Infine, ancora un abbraccio, quello tra Andrea Esposito e Mario Narciso. Il primo ha avuto il merito di portare in alto in nome della Basilicata calcistica. Lui che ha giocato nel Napoli di Zoff e Altafini, e siglato una doppietta al San Paolo nel derby del Sud che decretò la vittoria dei partenopei nel campionato ‘73/’74, era lì per consegnarti il “Premio miglior sportivo Lucano dell’anno”. "Avrei voluto che ci fossero questi due ragazzi" ha detto Esposito. Il secondo, Mario Narciso, lo conosci. Si tratta di chi in questa edizione ha ricevuto il “Premio Factotum”, assegnato a chi con la propria opera dietro le quinte, permette che la sfera continui a girare sui campi polverosi di periferia da dove anche tu sei partito. Vederli insieme sul palco; ascoltare i loro ricordi a tratti confusi e per questo ancora più veri è stato il premio per quanti hanno voluto esserci alla festa dello sport lucano, indipendentemente dalle categorie frequentate e dall’essere o meno tra i premiati. Un caro saluto a te Simone. Continueremo a seguire le tue prodezze e te ne auguriamo tante. Dispiace che tu ti sia perso un tuffo in mezzo a persone per cui lo Sport è ancora uno stile di vita e lealtà di rapporti. Sarà per un’altra volta. Se vorrai!



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