|
Sansone, dall'Eccellenza alla serie A |
---|
20/07/2012
|
| Sul biglietto da visita ci sono i 20 gol segnati lo scorso anno col Sassuolo, ma la rivelazione dell’ultima serie B (insieme a Immobile e Sau) è nella mente dei tifosi granata per quel rigore calciato fuori sotto la Maratona nella sfida promozione dell’Olimpico. “Una notte che ho cercato di cancellare”, ammette Gianluca Sansone. Che per l’ironia del destino ora si trova in ritiro col Torino ed è pronto a debuttare in serie A dopo aver scalato tutte le categorie. “Dall’Eccellenza al massimo campionato – sorride il 25enne esterno -, ma questo per me è un mondo nuovo. Sono curioso di confrontarmi sapendo che come mi può andare bene, mi può andare male”.
Umile, pacato e riflessivo. Sansone è entrato in punta di piedi nel Toro, ma su di lui Cairo e Petrachi hanno scommesso: la comproprietà è costata 1,6 milioni e l’attaccante lanciato da Pea può essere l’autentica sorpresa di questa annata. “Ora sono ancora un punto interrogativo – dice – e non vorrei che questa attesa fosse controproducente. Ho iniziato quasi per caso a giocare a calcio e non ho mai pensato di arrivare a questi livelli. Quando il Toro mi ha cercato non volevo crederci, proprio per non illudermi”. Ora prenderà il 24 come numero di maglia, “perché è multiplo del 12 e qui al Toro ce l’hanno in tanti”. Un’intera curva che l’ha mandato in tilt da avversario ed ora è pronta a sostenerlo. “La vita è strana – ammette -, ma ora darò tutto: ho una voglia matta”.
Ricordiamo che Gianluca Sansone ha iniziato la sua carriera in Basilicata con le giovanili del A.S.MARIA POTENZA e dell’ASSOPOTENZACALCIO. Gallipoli, Frosinone e da ultimo Sassuolo in serie B (dove ha messo a segno ben 20 reti distinguendosi tra i migliori giocatori della cadetteria) le tappe più significative della carriera del giocatore potentino originario di Bella. A lui i migliori auguri anche per essere approdato in una delle squadre più suggestive e gloriose del calcio italiano, il Toro appunto.
|
CRONACA
SPORT
|
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
|