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Giro d'Italia 2017: 100 anni tra sport e storia del Bel Paese

26/10/2016



E' stato presentato, ieri a Milano, il Giro d'Italia di ciclismo numero 100.
E' il Giro dei record, che saluta la corsa più dura del mondo e , al tempo stesso, anche la più bella del mondo.
Alla presentazione, avvenuta presso il Palazzo del ghiaccio di via Piranesi, era presente una folta schiera di ciclisti, campioni di ieri e campioni di oggi, a cominciare da Nibali, Aru, già salutati come sicuri protagonisti della corsa, i veterani Baldini, Moser, Pambianco, Hindurain, Chiappucci, solo per citarne alcuni dei tanti che hanno affollato il parterre de roi. Ad accoglierli il presidente della RCS, organizzatrice della corsa, Urbano Cairo, il presidente dell'UCI, Briam Cookson e del CON, Giovanni Malagò. Mille e oltre gli invitati che hanno gremito la capiente sala per salutare l'edizione storica della corsa, nata nel 1909, lo ricordiamo, per geniale intuizione dal giornalista forlivese Tullo Morgagni. La prima tappa, Milano-Bologna e quindi la prima maglia rosa, se l'è aggiudicata Dario Beni, mentre il giro fu vinto da Luigi Ganna, cui andarono in premio 25.000 lire. Le squadre partenti furono 6, per un totale di 127 corridori, di cui solo 49 giunsero al traguardo finale di Milano.
Ecco i numeri della corsa. Le tappe sono in tutto 21, per un totale di 3.752,2 Kilometri , di cui 2 cronometro, 6 di bassa difficoltà, 8 di media difficoltà, e 5 di alta difficoltà. Si parte il 5 maggio da Alghero e si arriva a Milano, in piazza Duomo, il 28 successivo.
Questo Giro numero cento, come si vede, non parte dall'estero come era cattiva abitudine, ma dalla Sardegna, patria nativa di Fabio Aru, isola che vedrà ben tre tappe fino a toccare Cagliari.
La corsa cambia isola, per approdare in Sicilia, dove si correranno due tappe, con salita sull'Etna, che potrebbe già fare la prima selezione indicativa. Varcato lo stretto, si riparte dal sud dello stivale con la tappa Reggio Calabria - Terme Luigiane, per risalire verso il nord della Calabria, con partenza da Castrovillari verso la Puglia, attraverso il litorale jonico della Basilicata. Tocca alla Puglia ed al Gargano, in particolare, avere i ciclisti a mostrare le bellezze del promontorio, con arrivo a Peschici. Si riparte da Montenero di Bisaccia fino a scalare il temibile Blockhaus, cui seguirà il secondo giorno di riposo. La cronometro successiva si snoderà per 39 chilometri, tra i vigneti del Sagrantino. Il 17 maggio, partenza da Ponte a Ema, presso Firenze, per ricordare il grande Gino Bartali e approdare in Romagna, dove si giungerà a Reggio Emilia, per onorare la città depositaria del tricolore, la prima bandiera d'Italia. Si viaggia in pianura, fino in Piemonte, dove spicca la tappa Castellania-Oropa, per rendere omaggio alla memoria dell'airone Fausto Coppi, nato proprio a Castellania. Il terzo giorno di riposo i ciclisti lo avranno il 22 , prima di cominciare la settimana di passione sulle montagne, che hanno sempre deciso il Giro e sui cui tornanti sono nate autentiche leggende di scalatori. Si fa dura con la Rovetta-Bormio, in cui c'è da scalare i terribili Mortirolo, Stelvio e Giogo di Santa Maria, prima di scendere verso le Terme per un giusto ristoro, appena in tempo di respirare prima di affrontare il Passo del Tonale ed arrivare in salita a Canazei. La tappa numero 18 non è meno avara di salite, e si dovrà pigiare ben bene sui pedali per scalare i Passi del Pordoi, del Valparola e Gardena, prima di arrivare ad Ortisei. Si addolcisce, tanto per usare un eufemismo, il percorso nella San Candido-Piancavallo, con arrivo in salita. La Pordenone - Asiago è l'ultima tappa alpina, che riserva, a metà strada, la scalata del Monte Grappa.
Finalmente, i superstiti della corsa raggiungeranno Monza per finire la Corsa Rosa con la cronometro, in partenza dal Parco, che porterà i campioni delle due ruote all'agognato traguardo di Milano, proprio sotto la dorata Madonnina, dopo 28 chilometri, che saranno percorsi tra ali di folla che sapranno bene accogliere ed applaudire uomini provati da tanta fatica, ma contenti di aver partecipato alla Corsa più bella del Mondo, la numero 100, che avrà attraversato, in lungo ed in largo, tutta la Penisola, tra sport e storia del Bel Paese.
Un Giro molto duro, a detta dai diretti interessati ed anche a giudizio di vecchi campioni, come Moser e Gimondi, che non hanno visto di buon grado le troppe salite, una dietro l'altra, come se la fatica di chi deve affrontarle fosse roba da niente.


Lo stesso Domenico Pozzovivo, raggiunto da noi nel suo "buen ritiro" calabrese, ci ha detto : " E' una corsa troppo dura, con un finale che sarà quasi impossibile da affrontare. Non hanno senso tutte quelle montagne, una dopo l'altra e giorno dopo giorno. Andavano spalmate meglio, se si voleva ottenere lo spettacolo a cui gli appassionati sono tanto legati. Noi faremo la nostra parte ed io, in modo particolare, smaltiti gli ultimi postumi degli infortuni, darò il massimo, visto che, quest'anno sarà difficile che partecipi anche al Tour. Ho studiato bene il percorso e darò il massimo già nelle prime salite, soprattutto quella dell'Etna, che sembra facile , ma nasconde un sacco di insidie. Il mio sogno sarebbe quello di attraversare la litorale jonica della nostra regione con la maglia rosa sulle spalle. Vedremo, giorno dopo giorno, quali saranno le condizioni, ma posso garantire che non andrò al Giro per fare la bella statuina, quando c'è da onorare anche la maglia di capitano che la mia Società , la AG2R La Mondiale, mi ha assegnato."

Giovanni Labanca



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