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Domenico Pozzovivo: dal Giro tranquillo al Tour del riscatto

30/05/2016



Giro finito con la bella vittoria di Vincenzo Nibali dell'Astana, che, come nei migliori film di Alfred Hitchcock, vince in un susseguirsi colpi di scena, fino alla cavalcata finale che,in gergo ciclistico , potremmo accostare, con il dovuto rispetto, a quella delle Valkyrie.
Lo Squalo siculo il miracolo lo ha fatto, proprio quando i "de profundis" venivano già intonati nelle varie altre parrocchie della carovana. E sono due, con tutta la grande soddisfazione del popolo italico che riesce a consolarsi ed ad inorgoglirsi con le vittorie sportive, scordandosi ,anche se solo per un attimo, altri problemi, come avveniva ai tempi di guerra, quando Gino Bartali, il brontolone delle due ruote, riusciva a vincere il Tour e " distrarre" un Paese allo sbando ed ad infondergli non poca forza e coraggio per la ripresa.
Il Giro, se andiamo a guardarne con maggiore attenzione il filmato, ha avuto un preciso momento topico, non di poco conto, secondo noi e noi solo, che ne ha segnato l'andamento, nella Bressanone - Andalo, la tappa del destino.
Siamo sul GPM di FAI della Paganella, salita dura, micidiale che miete vittime illustri, tra le quali, ahi noi, anche Nibali che, fino ad allora ,per la verità, non aveva convinto abbastanza, da poter mantenere la promessa di portare la Rosa a Torino. Gli altri vanno, scalano con fatica, verso il traguardo. Nibali, invece, in un momento di imprevedibile crisi, quasi si pianta sui pedali, dà segni di scarsa reattività, tanto da essere lasciato sul posto dai rivali più diretti.

E' solo ed arranca, ma, destino o semplice combinazione, lo affianca Pozzovivo, che scala, sempre con la solita battuta, tutte le montagne. Uno sguardo, uno slancio improvviso bastano a "siglare" una specie di naturale intesa tra i due affaticati amici, uno della forte Astana e l'altro della buona Ag2r La Mondiale. Il Lucanino di ferro lo affianca e si mette in testa a tirare, in quello che potrebbe sembrare un segreto accordo, ma che coincide solo con uno spontaneo gesto di generosità , che a Pozzovivo deriva dalla discendenza dalla antica " Gens Lucana", che prorompe incontrollata nei momenti meno attesi.. Insomma, la Formichina di Montalbano Jonico aggancia l'elefantino siculo e lo trascina, con una forza che non può non essere di un campione, fino al traguardo di Andalo, quando già Valverde vi era passato sotto da un bel pezzo. Domenico, già sicuro di entrare nella Top ten dei migliori, è contento e glielo si legge su quelle guance da bambino, belle rosse ed immacolate. E' la sua contentezza per aver , fatto il suo dovere.
Il capitano della AG2R ,purtroppo, nella tappa francese del Giro crolla, tra la disperazione dei tifosi ed il pianto della moglie Valentina:in classifica generale non figura nella TOPTEN, ma si ritrova solo al ventesimo posto. Disdetta. Che sarà mai successo, porca miseria?
"E' successo- mi risponde con voce rauca, condita di tosse, dal suo letto della casa di Cosenza, dove subito si è rifugiato la sera stessa della fine della corsa- è successo che non stavo bene ed avevo già una bella bronchite nei polmoni, che mi aveva tagliato le gambe. oltre che il morale”.
Perchè, allora non hai pensato al ritiro, per non peggiorare la situazione già chiara e precaria per la salute, con possibilità di aggravarti ancora di più?
Non c’ho pensato minimamente, anche se il medico della squadra me lo aveva consigliato. Io, però, da capitano, dovevo dare l'esempio e ho voluto portare a termine quella scalata maledetta, in cima alla quale Nibali si vestiva della maglia rosa ed io precipitavo al 20° posto in classifica generale, con quale spirito lo potete ben immaginare. La vita va così ed io sono abituato a sopportare le avversità, nella stessa misura in cui riesco a godermi i momenti felici.
A proposito di momenti felici, il 2 luglio prenderai il via anche alla Grande Boucle, al Tour de France, per la prima volta in combinata con il Giro. Non ti sembra una prova eccessiva con una squadra che, diciamo pure la verità, non sembra tanto bene attrezzata per fare due corse?
E' una decisione che avevamo già programmato e quindi la Società avrà senz'altro pensato a tutti migliori modi per fare bella figura. E poi, non ci dimentichiamo, che è una Società francese e non può non esserci nella sua Nazione,per vari motivi, di prestigio e di marketing. Sono sicuro che faremo bella figura
Sarai ancora tu il capitano e rincorrerai sempre la Top ten, sotto la Tour Eiffel e per i Champs Elysees. Insomma quale Pozzovivo vedremo nella corsa che i francesi, come sempre, si ostinano a chiamare la più bella del mondo?
Il Capitano sarà Roman Bardet, come avevamo già concordato in partenza e, quindi. Non fatevi venire in mente declassamenti del sottoscritto. Mi sembra giusto che sia così per una squadra che porta i colori della Francia. Quanto al mio obbiettivo, per prima cosa devo curarmi per bene , per presentarmi al meglio di fronte anche ad un pubblico nuovo, di cui devo conquistarmi ancora maggiore simpatia. La mia aspirazione è sempre quella di fare una gara dignitosa ,a disposizione del capitano e della squadra. Se poi ci scappa, come me lo auguro,un buon piazzamento , sarei ancora più contento.
Domenico, confessalo, hai scelto una tappa da vincere da dedicare alla tua cara moglie Valentina?
Per lei, che è la vera ispiratrice di tutto quello che faccio, vorrei vincere il Tour. Più ragionevolmente, le prometto un impegno continuo che tenga alto il nome di tutta la Famiglia Pozzovivo - Conte, che ruota attorno alla mia figura. E' l'affetto che spinge l'uomo verso vette eccelse ed io, fortunatamente, ne sono circondato in abbondanza, con in prima linea mio padre Leonardo."
Ai tifosi, quelli veri e anche a quelli poco sinceri, cosa promettiamo?
Io , per fortuna, ho tanti tifosi veri, a cominciare dalla Calabria, dalla Lucania, ma anche di tante altre regioni d'Italia. A tutti, come sempre, prometto il mio solito impegno. In questa occasione, lasciatemi esprimere, con rispettoso affetto, il mio più caloroso ringraziamento e tutta la mia stima ad un grande corridore del passato, ad un vero signore, Diego Zandegù, che, cosa singolare nella storia del ciclismo, mi ha dedicato un coretto e me lo ha cantato in diretta tv. Grande commozione,ma anche grande segno di stima nei miei confronti. Grazie Zandegù.

Manca un mese alla partenza del Tour e Domenico deve pensare solo a guarire e siamo certi che lo farà nel migliore dei modi , grazie a bravi medici, ma anche al non trascurabile apporto della salubre bella Calabria e della limitrofa Lucania, dove in modo particolare, c'è Terranova di Pollino, paese originario della moglie, ad attenderlo ,per offrirgli i naturali balsami dell'aria dei suoi monti che , come dicono da quelle parti ," ti fa arricrià".

Giovanni Labanca


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