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| E’ solo quinta,Terryana non si conferma agli Europei di Cipro |
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9/02/2016
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|  Nella prima giornata di gara alla 8a edizione del Campionato d’Europa Under 21, hanno avuto inizio le competizioni di Kata Femminile e l’Italia sul tatami 6, era rappresentata dalla Campionessa d’Europa in carica Terryana D’Onofrio.
48 le nazioni presenti a Limassol (Cipro) e 943 Atleti in gara nel maestoso STADIUM SPYROS KYPRIANOU ATHLETIC CENTER.
In sintesi la lucana vince il primo incontro con un netto 5 a 0 sull’atleta Austriaca LIXANDROIU Noemi Elena e supera il secondo contro la Svizzera MARK Melinda per 4 bandierine ad 1.
Nella terza prova in finale di poule, la corsa dell’atleta santarcangiolese verso il titolo continentale viene fermata di sorpresa dalla Bielorussa FURSAVA Marya che vince per 3 bandierine a 2, negandole la finalissima contro l’atleta Spagnola MORATA Martos Margarita.
Pensavo di aver vinto dice Terryana, perché la mia prestazione era stata ottimale, probabilmente era solo un mio pensiero, una mia percezione che non ha trovato però rispondenza nella valutazione finale.
Nonostante la comprensibile amarezza l’atleta lucana, accetta la valutazione della cinquina arbitrale (giuria) e si congratula con grande sportività per la prestazione sostenuta dalla sua avversaria.
Aggiunge: mi sono demotivata, non ero più concentrata ed un leggero disequilibrio nella finale per il terzo posto mi ha negato anche il bronzo che è andato meritatamente alla Portoghese MORGADO Rita.
Vedere svanire un titolo europeo, preparato con cura da mesi, per una sola bandierina fa un certo effetto e fa ancora più male quando sai che quella bandierina ha del contestabile.
Questa disciplina che affonda le radici nell’antico oriente, finalmente ad Agosto 2016 avrà il visto per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e per il bene della famiglia del Karate mondiale, senza alimentare ulteriori polemiche mi fermo qui e preferisco non commentare oltre dice Vincenzo D’Onofrio padre e allenatore del talento italiano.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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