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La voce della Politica

Bolognetti: domenica sit-in e conferenza stampa

30/05/2018

E’ ancora possibile esprimere un’opinione in questo nostro Paese senza vedersi piovere addosso accuse di intelligenza con non so quale nemico? E’ ancora possibile nel Paese de “La Peste”, del reiterato attentato ai diritti civili e politici dei cittadini, ragionare di Stato di diritto e Costituzione e rivendicare il diritto di un popolo a poter conoscere per deliberare? Manca qualcosa in tutta questa discussione sul veto presidenziale all’economista Savona, veto che non ho condiviso.
Sì, manca qualcosa nelle parole d’ordine che sento pronunciare da ogni dove in queste ore. Manca l’analisi sulla democrazia reale che siamo. C’è un insopportabile tasso di fariseismo nelle parole di coloro che oggi si proclamano difensori di non so quale Costituzione. Farisei, perché sono gli stessi che hanno, in linea di continuità con il settantennio partitocratico, contribuito a demolirla la Costituzione.
Circa dieci anni fa, in un libro-dossier fortemente voluto da Marco Pannella e intitolato “La Peste Italiana”, abbiamo provato a descrivere gli effetti perniciosi prodotti dall’occupazione partitocratica delle Istituzioni repubblicane. In quel libro tra l’altro scrivevamo:
“Appena approvata, la Costituzione della Repubblica incontra nei partiti i suoi più fieri avversari. Il Parlamento dei partiti si caratterizza, per dolo od omissione, come principale organo anticostituente. I fondamenti formali della nuova Costituzione: sovranità popolare e Stato di diritto, sono soppiantati da quelli di fatto di “sovranità partitocratica” e “costituzione materiale”, gli unici, sin da subito e ancora oggi - dopo sessant’anni - vigenti. Dopo il Ventennio fascista si volta pagina, ma non vi è vera e propria soluzione di continuità. Accade solo che al partito unico del Fascio subentri il “fascio” unico dei partiti: tutti e subito consociati contro la volontà popolare e la legge scritta. Non è un caso che la “disattuazione attiva” di parti fondamentali della Costituzione operata dal Parlamento, che perdura tutt’oggi, riguardi anche e innanzitutto quelle relative alla disciplina dei partiti (articolo 49) oltre che dei sindacati (articolo 39). Per i partiti la Costituzione impone il “metodo democratico” come condizione essenziale per la loro esistenza, ma tale imperativo - in mancanza di una legge attuativa - è rovesciato in pratica nel suo contrario, per le mancate garanzie accordate, all’interno dei partiti, ai diritti fondamentali previsti dalla Costituzione stessa”.
A tal proposito gioverà ricordare quel che affermava nel 1958 Luigi Sturzo:
“Un punto difficile da affrontare subito è quello di ridare al Parlamento la sua indipendenza da estranee ingerenze, specialmente da quelle dei partiti, smantellando la sovrastruttura partitocratica che si è andata formando durante le due precedenti legislature, in modo da paragonarsi a una piovra che poco a poco soffoca e stronca".
Nel corso della manifestazione che terrò a Potenza vorrei porre ai tanti, troppi sepolcri imbiancati che in queste ore si strappano le vesti, una semplice domanda: Dove eravate?
Dove eravate quando denunciavamo il tradimento dell’art. 49 della Costituzione? Dov’è il metodo democratico?
Dove eravate quando denunciavamo il reiterato attentato ai diritti civili e politici dei cittadini italiani, che tra l’altro è fattispecie penalmente rilevante? Dove eravate, dov’erano tutti?
Dove eravate quando raccontavamo l’Italia Stato canaglia? Sì, Stato canaglia sul fronte dell’amministrazione della giustizia, delle carceri e sul fronte della tutela ambientale. Stato criminale sul piano tecnico-giuridico.
Dove eravate quando rivendicavamo il rispetto del diritto a poter conoscere per deliberare e parlavamo di peste italiana ed europea, di antidemocrazia e di democrazie reali?
E adesso, persi come siete alla causa della LEGGE, del Diritto e dei Diritti, blaterate di mercati e Costituzione.
Incapaci come siete di analizzare le cause e non solo gli effetti, vi affannate e aspettate solo che il cadavere del vostro nemico passi dal fiume, non accorgendovi che in realtà è passato da un pezzo il cadavere della democrazia e che state partecipando al vostro stesso funerale.
Smettetela, per favore, con questo vostro ruolo di prefiche.
Siate dignitosi, perché questo Paese merita dignità e verità. Siate dignitosi, la dignità non ha prezzo. Siate dignitosi. Non riempitevi solo la bocca con storie che non vi appartengono più da un pezzo.
Volete manifestare? Non fatelo da servi e da ruota di scorta del regime. Manifestate per chiedere più democrazia, più diritti, più giustizia.
Nelle scorse ore, non so perché, ascoltando l’altissimo dibattito politico veicolato a reti unificate, mi è venuto in mente De Andrè e in particolare due suoi straordinari brani: “La domenica delle salme” e “Ottocento”.
Forse vale la pena citarne alcuni passaggi: “Cantami di questo tempo l'astio e il malcontento[…]La domenica delle salme non si udirono fucilate, il gas esilarante presidiava le strade”.
Sì, le pagine dei giornali, i dibattiti televisivi, le piazze, la rete, le strade sono piene, sature di gas esilarante.
La verità è che se il conformismo fosse un gas, potremmo morire asfissiati.
Siate sereni, Mattarella non ha bisogno delle vostre bandiere per dare il suo contributo allo sfascio prodotto dal settantennio partitocratico.
Si potrà, viva Dio, muovere una critica al nostro Presidente della Repubblica senza dover subire il “ricatto” di chi ti dice che, in nome di non so quale momento storico, occorre far squadra. Ma squadra con chi? Per fare cosa? Si potrà dire che il nostro Presidente ha sbagliato, che ha forzato la lettera dell’art. 92 assumendo un inaccettabile ruolo “politico” che non gli compete?
Possiamo esprimere una opinione senza venire ascritti a una qualche fazione?
Potremo, noi comuni mortali, esprimere un qualche dubbio su questa storia dei mercati e dei mercanti?
Possiamo, noi federalisti europei, interrogarci sulla natura di questa Europa?
Si potrà convenire con il prof. Fulco Lanchester quando afferma: “La grande finanza internazionale e le stesse burocrazie, che caratterizzano l’epoca della globalizzazione tendano a svalutare il momento democratico rappresentativo, perché non funzionale e pericoloso, ammiccando a modelli alternativi”?
Domenica manifesterò in piazza a Potenza, non per esprimere una qualche solidarietà al mio Presidente, ma per dire una volta ancora che abbiamo bisogno di più democrazia, più diritto, più diritti, più giustizia, più stato di diritto e di diritto alla conoscenza.

Potenza
Domenica, 3 giugno
Ore 11.00
Largo Trinità


Maurizio Bolognetti
Membro della Presidenza del Prntt
Consigliere dell’Associazione Coscioni
Segretario di Radicali Lucani




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