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La voce della Politica

Associazione Radar su fondi derivati da compensazioni Enel

10/04/2018

Chiediamo, ancora una volta, ospitalità alla vostra testata per l’intima esigenza di replicare al violento attacco sferrato dai sindaci di Rotonda e Viggianello al vostro collaboratore, giornalista capace e scrupoloso, reo di avere pubblicato una notizia vera (ed infatti non smentita) ma non gradita, ossia che anche tali Comuni hanno utilizzato fondi provenienti dalle pseudo misure di compensazione elargite dall’Enel al Parco e dallo stesso poi distribuite ai Comuni.
I sindaci dicono che, avendo ricevuto i fondi direttamente dal Parco e non contenendo il bando alcuna indicazione della fonte di provenienza, ignoravano che essa fosse quella del prezzo corrisposto da Enel per i danni incalcolabili arrecati al territorio e per le morti da inquinamento che in tanti avranno sulla coscienza.
Non se ne abbiano a male ma leggendo la loro nota è inevitabile andare con il pensiero alle analoghe giustificazioni date dall’ex ministro Claudio Scajola quando tentava di convincere che altri gli avessero pagato casa “a sua insaputa”.
All’inconsapevolezza dei sindaci, infatti, si fa fatica a credere conoscendo i ripetuti contatti e lo scambio di informazioni che intercorrono tra gli enti prima, durante e dopo l’avvio di un procedimento di finanziamento; contatti che, nel caso dei nostri, devono presumersi ancora più informali ed intensi stante gli ottimi rapporti personali che Bruno e Rizzo hanno con il presidente Pappaterra ed il vice presidente Fiore.
Ad ogni modo, ora che sanno cosa faranno? Restituiranno i fondi al Parco? Ritireranno le domande eventualmente presentate per il nuovo bando, proprio recentemente enfatizzato dal vice presidente Fiore? Protesteranno con Pappaterra per non averli avvertiti della provenienza dei fondi ponendoli in tale imbarazzante situazione? Oppure continueranno a far finta di nulla?
Il fatto è che, come da noi più volte lamentato, al di là dell’azione giudiziaria della quale fanno vanto ma che non comporta per essi alcun impegno, non hanno mai assunto concrete iniziative di contrasto alla Centrale, impediti dalla chiara sudditanza psicologica verso i Pittella, che l’ hanno imposta e la difendono per ragioni a tutti chiare.
E quindi accettano senza batter ciglio che il fantomatico Osservatorio ambientale si sia risolto in una colossale presa in giro, non svolgendo alcuna attività di vigilanza, e ciò sebbene anche la scorsa settimana siano stati diffusi i risultati di una ricerca del CNR secondo cui nei pressi della Centrale (in quel caso di Vado Ligure) si registrino fino al 60% di morti in più;
non protestano per la gestione delle misure di compensazione, già in sé illegittime, i cui fondi sono concessi a pioggia, anche a Comuni distanti, così da incrementare il consenso elettorale-clientelare, e senza alcun vincolo di destinazione, tanto che, come gli stessi sindaci mostrano di sapere, vengono utilizzati per “ finanziare la spesa corrente”;
non pretendono che le strade, rese ormai impraticabili e pericolose, vengano almeno sistemate da chi (Enel ma anche San Benedetto) le rovina per un suo profitto di impresa a danno delle collettività;
subiscono che i pochi posti di lavoro siano in buona misura appannaggio dei candidati provenienti da Lauria, i cui eccezionali risultati nelle selezioni si spiegano, evidentemente, perché più benevolmente guardati dal cielo.
Certo è che non loro ma noi di RADAR abbiamo denunciato, anche alla Magistratura, tali illeciti e, pur con gli evidenti limiti delle nostre forze, continuiamo a batterci contro una violenza inaccettabile e che in quanto tale trasforma il diritto di opporvisi nel dovere di farlo.
Dicono di essere disponibili “ a qualsiasi ulteriore approfondimento o dibattito”; comincino, allora, con il fissare quel consiglio comunale congiunto, aperto al pubblico, che abbiamo già formalmente richiesto, così da riaccendere i riflettori sulla questione e sulle sue implicazioni in continuo aggravamento.
Indigna però che, a fronte di un tale sfascio, venga manifestata rabbiosa insofferenza verso un giornalista scomodo che ha fatto bene il proprio mestiere rendendo pubblici fatti che, evidentemente, si preferirebbe restassero nell’ombra e che, per tale ragione, viene definito “avvezzo” alla pratica delle notizie false, insinuandosi che abbia agito per “interesse politico e/o diffamatorio” (quale? a vantaggio di chi?) mettendone in dubbio serietà ed obiettività, con un metodo aggressivo che vorrebbe ridurre al silenzio le voci libere,
Se solo Bruno e Rizzo avessero usato o volessero farlo in futuro una minima parte di tale veemenza contro quei politici, loro amici e compagni di merende politiche, responsabili dei fatti che il giornalista denuncia da anni forse scriveremmo un’altra storia; insomma, parafrasando Giuseppe Prezzolini, i toni ed il contenuto della nota andrebbero bene ma se non fossero rivolti al destinatario sbagliato!

L’Associazione R.A.D.A.R




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